PIANO MATTEI: L’EGITTO RESTA CENTRALE PER L’ITALIA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 21/02/2024

L’iniziativa strategica del governo italiano poggia su cinque pilastri principali: istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia e acqua

’Egitto resta un Paese centrale per l’Italia e per il “Piano Mattei” lanciato dal governo di Giorgia Meloni, malgrado le perplessità sulla tenuta finanziaria del Paese delle piramidi nel contesto delle recenti tensioni in Medio Oriente e, in particolare, nel Mar Rosso – fondamentale per gli introiti del Canale di Suez. Lo conferma il rilevante numero di grandi, medie e piccole imprese italiane del comparto petrolifero presenti alla settima conferenza internazionale sull’energia “Egypes 2024”, iniziata lunedì al Cairo con il tema “Stimolo energetico: garantire gli approvvigionamenti, trasformare l’energia e ridurre le emissioni”. Una collaborazione, quella delle aziende italiane con l’Egitto, che prosegue mentre a Roma è iniziato il processo ai quattro 007 egiziani – il generale Tariq Sabir; i colonnelli Athar Kamal e Uhsam Helmi; il maggiore Magdi Ibrahim Abdel Sharif – accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni nel gennaio del 2016 al Cairo.

“L’attenzione delle aziende italiane nel settore dell’oil and gas conferma la centralità dell’Egitto per l’Italia. Il settore dell’energia è un settore molto importante per il Piano Mattei, quindi cerchiamo, come struttura del governo italiano, di rafforzare la presenza e di facilitare la presenza anche delle grandi, ma anche delle piccole e medie imprese in questo mercato”, afferma ad “Agenzia Nova” l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Michele Quaroni, a margine dell’evento “Egypes 2024”. L’iniziativa strategica del governo italiano, che porta il nome del fondatore dell’Eni, Enrico Mattei, poggia su cinque pilastri principali: istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia e acqua. E proprio sull’energia, l’obiettivo del Piano è quello di rendere l’Italia un hub energetico, un vero e proprio “ponte” tra l’Europa e l’Africa. L’Egitto con la sua posizione geografica, il Canale di Suez, le infrastrutture per la liquefazione del gas nel Mediterraneo e gli ambiziosi piani per sviluppare le energie da fonti rinnovabili può svolgere un ruolo cruciale.

Vale la pena ricordare che sono oltre 400 gli espositori presenti a “Egypes 2024”, con 15 padiglioni nazionali tra cui il più numeroso sarà quello italiano – organizzato da Agenzia Ice in collaborazione con Anima Confindustria, Federazione Anie e Federte. Le imprese italiane, prosegue l’ambasciatore Quaroni, “manifestano un grandissimo interesse per il mercato egiziano, riconoscendo le notevoli potenzialità che si stanno sviluppando nel Paese”. Questo nonostante le preoccupazioni legato alla crisi finanziaria, ai finanziamenti, ai pagamenti, in Egitto, così come l’emissione di lettere di credito fondamentali per investimenti. “Tutte le aziende con le quali ho parlato hanno deciso strategicamente di rimanere comunque nel Paese e di continuare a esplorare opportunità, sapendo bene che questi problemi poi si supereranno”, aggiunge l’ambasciatore. I profitti dell’Egitto dal Canale di Suez, che si attestavano a circa 10 miliardi di dollari all’anno, i sono recentemente diminuiti del 40-50 per cento a causa della crisi che ha coinvolto il Canale di Suez, secondo quanto dichiarato a “Egypes 2024” dal presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi.

“L’Egitto ha sofferto gli effetti della crisi del Covid- 19, della crisi russo-ucraina, di quella ai confini con la Libia e di quella attuale a Gaza”, ha sottolineato Al Sisi. Gli introiti generati dal transito marittimo lungo il Canale di Suez sono diminuiti del 46 per cento a gennaio scorso rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel primo mese del 2024, il transito delle navi ha fruttato 428 milioni di dollari, mentre a gennaio 2023 erano stati 804 milioni di dollari, a causa del calo dei proventi alla minaccia alla sicurezza da parte dei miliziani yemeniti filo-iraniani Houthi. La diminuzione degli introiti è direttamente proporzionale a quella del transito delle navi. A gennaio 2023 hanno solcato le acque del Canale di Suez 2.155 navi, mentre a gennaio scorso 1.362, con un calo del 36 per cento. Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza a seguito dell’attacco del 7 ottobre 2023 del movimento islamista palestinese Hamas contro Israele, gli Houthi hanno intensificato i loro attacchi contro petroliere e mercantili legate allo Stato ebraico, ma non solo, spingendo le compagnie di navigazione a preferire la più sicura, anche se più lunga, rotta del Capo di Buona speranza.

Lo scorso mese di gennaio, l’agenzia di rating Moody’s ha ridotto l’outlook creditizio dell’Egitto è stato ridotto da stabile a negativo, confermando il rating a Caa1. Non solo. Moody’s ha declassato anche i depositi bancari di cinque banche egiziane, tra cui Banca Nazionale d’Egitto e Banque Misr, spostando anche qui l’outlook da stabile a negativo. Una scelta dipesa dai crescenti rischi legati alla situazione economica del Paese, con preoccupazioni su liquidità, riforme e stabilità. In particolare le banche legate al debito sovrano risentono del deterioramento creditizio del governo. Secondo Moody’s, infatti, gli istituti di credito sopra menzionati mantengono una significativa esposizione ai titoli di Stato, con rapporti rischio-capitale considerevoli. Le prospettive negative includono sfide come la carenza di valuta estera e i rischi operativi, che influenzano la loro redditività, qualità degli asset e liquidità. Da parte sua, il ministero delle Finanze ha replicato che l’agenzia di rating statunitense “non ha tenuto conto degli sforzi messi in campo dal governo” per gestire i rischi macroeconomici e affrontare con “equilibrio e cautela” gli effetti negativi derivanti dalle tensioni geopolitiche, spiegando che lo Stato ha chiuso la parte dell’anno fiscale 2023/2024 (da luglio a dicembre scorsi) con un surplus iniziale di 150 miliardi di lire egiziane (quasi 5 miliardi di dollari).