Puigdemont alle elezioni catalane per “terminare il lavoro“ del 2017

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 23/03/2024

Dopo quasi 7 anni in esilio autoimposto a Bruxelles, il leader di JxCat potrebbe tornare in Spagna per ricoprire un ruolo da protagonista nella politica

Dopo quasi sette anni in esilio autoimposto a Bruxelles, il leader di Uniti per la Catalogna (JxCat), Carles Puigdemont, potrebbe tornare in Spagna per ricoprire un ruolo da protagonista nella politica. Interlocutore chiave per la stabilità del governo spagnolo di Pedro Sanchez, Puigdemont ha annunciatoe ri la sua candidatura allee lezioni catalane del 12 maggiop rossimo, con l’obiettivo di tornare alle guida della regione dopo il referendum illegale del 2017 e la successiva fuga in Belgio.

In questa prospettiva, Puigdemont ha indicato le prossime elezioni come un’opportunità per scegliere tra “coloro che vogliono trasformare la Catalogna in un’autonomia inoperosa” e coloro che vogliono che sia una “nazione indipendente”. Il leader di JxCat ha lanciato poi un ammonimento: nonostante la legge di amnistia concordata con il governo, il progetto indipendentista non si fermerà ed il suo obiettivo è quello di “terminare il lavoro” del 2017. “Posso dire con orgoglio che, a distanza di sei anni e mezzo, tutti i tentativi di trascinarci sulla strada della rinuncia o dell’umiliazione sono falliti”, ha evidenziato Puigdemont in un passaggio della conferenza stampa organizzata a Elna, in Francia. Il leader catalano ha rimarcato come la sua presenza al Parlamento europeo nell’ultima legislatura abbia permesso di portare il conflitto catalano “nel cuore dell’Europa”, sottolineando i “costi personali” che lo Stato spagnolo ha cercato di far pagare ai leader pro-indipendenza per “indebolire” le loro convinzioni. Interrogato sulla candidatura di Puigdemont, il premier Sanchez ha dichiarato che ha “il diritto” di dire che continuerà il processo di indipendenza, ma che allo stesso tempo i cittadini catalani hanno dimostrato di volere “voltare pagina”. Per Sanchez questo significa un governo del Partito socialista catalano (Psc) dopo le elezioni del 12 maggio.

La candidatura dell’ex presidente catalano ha aperto, tuttavia, una serie di scenari e dubbi legali che, al momento, non è facile prevedere. Nel caso in cui Puigdemont, infatti, riuscisse a vincere le elezioni catalane, la sua investitura dipenderebbe dal mandato di cattura nazionale in vigore a suo carico e dai tempi di approvazione della legge di amnistia e dalla sua successiva applicazione da parte dei giudici.

Il leader indipendentista potrebbe essere arrestato quando metterà piede sul suolo spagnolo se in quel momento non sarà entrata in vigore la legge di amnistia, che stabilisce che i giudici e i magistrati che trattano i casi interessati dalla norma devono revocare le misure cautelari, come i mandati di arresto. La legge, dopo il via libera del Congresso dei deputati la scorsa settimana, è al momento in esame al Senato, dove il Partito popolare (Pp) ha la maggioranza assoluta.

La formazione conservatrice guidata da Alberto Nunez Feijoo, ha annunciato una guerra politica e giudiziaria ad una misura ritenuta profondamente incostituzionale ed ingiusta. I popolari faranno di tutto, dunque, per bloccare il testo al Senato, ma ciò non potrà avvenire per più di due mesi.

Il testo passerebbe poi nuovamente al Congresso dei deputati per l’approvazione definitiva. Per Puigdemont e per il governoS anchez inizia, pertanto, una corsa contro il tempo per cercare di dare il via libera definitivo alla legge di amnistia prima dellee lezioni catalane del 12 maggio, da cui dipenderà la possibilità per il leader di JxCat di tornare a guidare la Catalogna dopo oltre sei anni.