Il Quotidiano del Sud
NAPOLI, UNA CITTÀ PONTE TRA EUROPA E MEDITERRANEO
Durante i lavori di Feuromed 2024, l’annuncio del sindaco di Napoli, città ponte tra Europa e Mediterraneo: il 13 maggio la visita della Camera di commercio dell’Arabia Saudita
«Napoli ha l’ambizione di essere la città Ponte tra Europa e Mediterraneo, il Sud è culturalmente un luogo di dialogo». Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è uno degli artefici della nuova Napoli, quella della concretezza e del fare. Una Napoli che vuol avere un ruolo da protagonista nel Mediterraneo e come hub energetico.
Ieri mattina è stato lui ad aprire la prima giornata della seconda edizione d Feuromed, assieme al Rettore dell’università “Federico II”.
«Oggi a Feuromed si discute delle prospettive economiche della nostra regione, della nostra città e sicuramente sono prospettive positive.
C’è tanto ancora da lavorare, però lo spostamento dell’asse geopolitico verso il sud, verso il sud del mondo, dà una nuova centralità a Napoli. Noi dobbiamo essere capaci di cogliere questa opportunità con serietà e affidabilità. Lavorando e creando sviluppo in città. E questo è quello che noi stiamo facendo – ha detto il primo cittadino partenopeo – . La città sta ripartendo, e Napoli ha indubbiamente trovato una sua centralità – ha sottolineato – . Il 13 maggio c’è la visita a Napoli della Camera di commercio dell’Arabia Saudita, è visita di alto profilo. E’ la prima volta che accade in Italia a sud di Roma, è un segno importante del nuovo interesse internazionale per gli investimenti a Napoli. Si tratta di un’opportunità significativa per proseguire il percorso di internazionalizzazione della città nella cultura ma anche nell’economia».
«Lo spostamento dell’asse geopolitico verso il Sud del mondo dà nuova centralità a Napoli, ci vuole serietà, affidabilità per cogliere questa opportunità – ha detto Gaetano Mnafredi – . Dobbiamo lavorare e creare sviluppo nella nostra città, è quello che stiamo facendo».
«Con la ‘Carta di Napoli’ sancita lo scorso anno – ha aggiunto – la nostra città si configura come capitale del Mediterraneo. Polo di rilevanza economica, politica e sociale e a supporto della promozione della pace nell’intera area del bacino. Il mare, con il quale la città ha intrecciato la sua storia e la sua cultura, rappresenta oggi un catalizzatore di sviluppo economico e di crescita infrastrutturale nella sfida della transizione energetica».
Come Manfredi, anche Lorito rappresenta oggi uno dei simboli della nuova Napoli. Dai lavori di questo festival «partirà sicuramente un messaggio di pace» ha sottolineato il rettore. L’obiettivo, a giudizio di Lorito, «è quello di immaginare, in un futuro non lontano, una cittadinanza mediterranea» grazie a «giovani che si muovono attraverso il nostro e comincino a portare i valori della tolleranza, creando sviluppo con il sostegno della politica e delle imprese». E in questo scenario, ha rimarcato Lorito, «il Meridione potrà avere un ruolo importante” soprattutto nel momento in cui il Pnrr offre notevoli occasioni. In ultimo non bisogna trascurare che la Campania è il terzo polo per la formazione del Paese e il secondo per la crescita del numero di iscritti “con un tessuto sociale molto giovane” e che conta tante eccellenze».
«Questo è un periodo molto importante per Napoli. Lo vediamo anche dai convegni che si fanno: il G7, Feuromed, la Repubblica delle idee…ce ne sono tanti solo in questa settimana. Napoli è centrale, lo è sempre stata, lo diventa ancora di più e secondo me da Napoli, anche con la Carta di Napoli che è stata prodotta nello scorso Feuromed, deve partire questo messaggio di pace, di tolleranza e di collaborazione. Ne abbiamo veramente bisogno – ha detto Lorito – È un messaggio che per noi viene da lontano, dalla metà del 1200 quando Federico II aveva una Corte dove la tolleranza, la multiculturalità, era l’aspetto più importante, l’aspetto distintivo. Quella testimonianza così lontana nel tempo noi dobbiamo portarla avanti e, soprattutto, proporla oggi perché ne abbiamo davvero bisogno. Ne hanno bisogno i nostri giovani, ne hanno bisogno le nostre coscienze».
«Il momento è difficile, sono solidale con tutti i rettori che oggi vivono un momento complicato perché al di là di tutto bisogna evitare la violenza. Quando si entra in una spirale di violenza, il dialogo diventa difficile se non impossibile» ha poi detto il rettore della Federico II, in merito agli scontri avvenuti tra studenti e forze dell’ordine all’Università La Sapienza di Roma per il no dell’ateneo al boicottaggio di Israele.
«Ogni rettore ha il suo contesto, non ci sono rettori che decidono bene e che decidono male. Gli atenei vivono nella loro autonomia nei territori, quindi quando vedo certe scene di violenza la mia solidarietà va a chi subisce queste scene di violenza”, ha aggiunto il rettore dell’ateneo napoletano, il cui rettorato è stato occupato per quattro giorni, prima di una riunione avvenuta nei giorni scorsi che dovrebbe portare alla redazione di un documento unico che dovrà essere poi votato dal Senato accademico».
«Come si fa nei contesti democratici abbiamo definito che le richieste degli studenti venissero portate in un documento realizzato da un tavolo di lavoro che produrrà un documento che il Senato lavorerà”, ha spiegato Lorito: “abbiamo istituito il tavolo di lavoro con rappresentanti degli studenti, del personale docente e amministrativo, i gruppi che si sono fatti avanti avranno il loro rappresentante e quando il documento sarà pronto lo porteremo in Senato, con l’accordo generale che se si chiede di andare attraverso il Senato accademico poi quella che sarà la decisione dovrà essere accettata da tutti».
Un aspetto preoccupante, sostiene Lorito, è la questione del cambiamento climatico. «Questo è forse il vero conflitto che tutti dovremmo combattere insieme. Anzi, è il nostro conflitto con la natura, che dovremmo spegnere.
Ma anche questo non va combattuto arroccandosi su posizioni ideologiche e in alcuni casi insostenibili – ha sottolineato – Non posso criticare chi sviluppa la tecnologia che fa funzionare il mio smartphone che uso per urlare il mio dissenso. Lo sviluppo tecnologico mirato alla tutela dell’equilibrio ambientale rimane la via principale dove trovare le soluzioni reali, praticabili ed efficaci. Anche su questo tema, il Mediterraneo riveste un ruolo importante nello scenario globale».
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