Oggi a Pechino la ministeriale del Forum arabo-cinese

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 30/05/2024

Ripristinare la pace nella Striscia di Gaza, dirimere la questione palestinese all’insegna della soluzione dei due Stati e portare avanti i negoziati per un trattato di libero scambio tra la Cina e il Consiglio di cooperazione del Golfo. È con queste premesse che prenderà il via oggi a Pechino la decima ministeriale del Forum di cooperazione tra la Cina e gli Stati arabi (Cascf), un meccanismo di dialogo istituito nel 2004 con il dichiarato scopo di incrementare il coordinamento multilaterale sui fronti della politica, dell’economia e della sicurezza. I lavori della riunione, tenuta a cadenza biennale dalla Cina con capi della diplomazia e rappresentanti dei 22 Stati membri della Lega araba, saranno aperti dal presidente cinese Xi Jinping e co-presieduti dai ministri degli Esteri di Cina e Mauritania, rispettivamente Wang Yi e Salem Ould Merzouk. Alla riunione interverranno anche il sovrano del Bahrein (Hamad bin Isa Al Khalifa) e i presidenti di Egitto (Abdel Fattah al-Sisi), Tunisia (Kais Saied) ed Emirati Arabi Uniti (Mohamed bin Zayed Al Nahyan), che terranno colloqui separati con Xi a margine dei lavori.

La partecipazione dei quattro capi di Stato, ha evidenziato il viceministro degli Esteri cinese Deng Li durante una conferenza stampa tenuta a inizio settimana, riafferma “l’unità tra la Cina e il mondo arabo”, nonché la loro volontà di avere una “voce comune” sui principali dossier regionali e internazionali. Le parti, ha sottolineato, intavoleranno anzitutto “discussioni approfondite” sulla questione palestinese, con “l’obiettivo di porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza il prima possibile”. “Allo stesso tempo, promuoveranno la determinazione della comunità internazionale ad attuare la soluzione dei due Stati con rinnovata fermezza e azioni più concrete, finalizzate a raggiungere una pace a lungo termine e la stabilità in Medio Oriente”. D’altra parte, ha spiegato il viceministro degli Esteri, “la Cina e i Paesi arabi sono significativi esponenti del Sud globale e detengono importanti responsabilità storiche”. Pertanto, è opportuno che “continuino a sostenersi a vicenda con convinzione, approfondiscano una cooperazione reciprocamente vantaggiosa” e promuovano la costruzione di una “comunità arabo-cinese dal futuro condiviso”.

I lavori della ministeriale, che coincidono con il 20mo anniversario dell’istituzione del forum, sono stati preceduti da una riunione a livello di alti funzionari, che hanno presieduto l’ottava riunione del dialogo politico e strategico tra Cina e Stati arabi. Nel corso dell’incontro, Deng ha valutato “positivamente” i risultati della cooperazione con il mondo arabo, cogliendo l’occasione per ribadire la “coerente posizione” della Cina sulla questione palestinese. Pechino è una sostenitrice di lunga data della soluzione dei due Stati, che propone la creazione di uno stato palestinese indipendente in grado di coesistere pacificamente con quello israeliano. La Cina ha riconosciuto ufficialmente la Palestina nel 1988. Tuttavia, l’avvio di relazioni bilaterali risale al 1965, quando l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Plo) aprì un ufficio di rappresentanza in Cina, convertito in ambasciata nel 1974. Aperto sostegno alla causa palestinese, d’altra parte, è stato prestato dallo stesso presidente Xi Jinping anche nel discorso pronunciato al summit arabo-cinese lo scorso dicembre, quando il leader cinese ha invocato la creazione di uno “Stato dotato di piena sovranità sulla base dei confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale”.

Negli ultimi mesi, il dossier è stato anche al centro di un fitto scambio diplomatico tra Cina e Iran, protagonista lo scorso aprile di una rappresaglia contro Israele con decine di droni e missili, in risposta all’attacco aereo che il primo aprile ha distrutto una parte della sua ambasciata a Damasco, in Siria, uccidendo 16 persone. Nel corso di una telefonata tenuta dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi con l’ex ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian, morto in un incidente aereo assieme al presidente iraniano Ebrahim Raisi il mese scorso, il capo della diplomazia di Pechino ha ricondotto gli sviluppi all’aumento delle tensioni nella Striscia di Gaza, dicendosi pronto a rafforzare la cooperazione con Teheran per la risoluzione del conflitto tra Israele e il gruppo islamista palestinese Hamas, esprimendo inoltre fiducia nelle capacità dell’Iran di scongiurare ulteriori fattori d’instabilità nella regione.

I contatti tra Cina e Iran sono stati duramente contestati dall’ex ambasciatrice statunitense Nikki Haley, nell’ambito della prima visita condotta in Israele dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza. In un’intervista concessa al quotidiano “Israel Hayom”, l’ex rappresentante Usa alle Nazioni Unite ha accusato l’Iran, la Cina e la Russia di aver contribuito all’offensiva lanciata da Hamas il 7 ottobre. Dalla città israeliana di Sderot, Haley ha affermato che l’intelligence russa “ha aiutato l’Iran e Hamas a fare quello che hanno fatto”. L’ex ambasciatrice, che recentemente ha annunciato la fine della sua campagna elettorale per la Casa Bianca come repubblicana, ha affermato che l’intelligence di Mosca “è stata utilizzata per ottenere informazioni sulle basi israeliane, e deve essere ritenuta responsabile”. Nelle sue dichiarazioni, Haley non ha mancato di riservare un diretto attacco alla Cina, accusata di mandare “molti soldi all’Iran, che vengono presi e inviati ai suoi proxy”. “Le autorità iraniane utilizzano i soldi per finanziare il terrorismo e il proprio programma nucleare, e non per il bene dei cittadini”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di ripristinare tutte le sanzioni all’Iran sospese dall’amministrazione del presidente Joe Biden.