Xi ribadisce il sostegno allo Stato palestinese e rafforza la cooperazione con gli Stati arabi

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/05/2024

Un “completo successo”: così il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha definito le discussioni tenute nell’ambito della decima ministeriale del Forum di cooperazione con gli Stati arabi, chiusa ieri a Pechino con il comune impegno di rafforzare la cooperazione a tutto campo e di cercare una soluzione “onnicomprensiva, equa e duratura della questione palestinese”. La riunione, presieduta da Wang e dall’omologo della Mauritania Mohamed Salem Ould Merzouk, è terminata con l’adozione di un documento d’intesa sulla questione palestinese e con la Dichiarazione di Pechino. In apertura alla conferenza, Xi Jinping ha tracciato un bilancio delle relazioni con il mondo arabo, con cui la Cina vuole creare relazioni che siano un “modello di pace e stabilità”. La necessità di collaborare con i Paesi arabi “per cercare soluzioni alle questioni calde nel rispetto di equità, giustizia, pace e sicurezza” è stata evidenziata dal leader cinese soprattutto nel quadro del conflitto israelo-palestinese, che si è “intensificato drasticamente, gettando la popolazione in tremende sofferenze”. “Il Medio Oriente è una terra dalle ampie prospettive di sviluppo”, “la guerra non dovrebbe continuare a tempo indeterminato e la giustizia non dovrebbe essere assente per sempre”, ha sottolineato.

Per contribuire all’attenuazione della crisi umanitaria e alla ricostruzione postbellica nella Striscia di Gaza, la Cina donerà altri 500 milioni di yuan (circa 64 milioni di euro), dopo i 100 milioni di yuan (13 milioni di euro) garantiti in precedenza come assistenza umanitaria d’emergenza. Tre milioni di dollari (circa 2,7 milioni di euro), inoltre, verranno donati all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino Oriente (Unrwa). Nel suo intervento, Xi ha ribadito sostegno alla creazione di “uno Stato palestinese indipendente, che goda di piena sovranità sulla base dei confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale”. Pechino appoggia inoltre “la piena adesione della Palestina alle Nazioni Unite e la convocazione di una conferenza di pace internazionale dalla base più ampia, autorevole ed efficace”. In un mondo in cui “i deficit in termini di governance, fiducia, pace e sviluppo si stanno ampliando”, la cooperazione tra la Cina e il mondo arabo è stata presentata da Xi come funzionale anche a dettare un esempio di promozione di “una buona governance globale”.

Pertanto, negli anni a venire, le parti lavoreranno per sostenere “un mondo multipolare equo e ordinato, una globalizzazione economica universalmente benefica e inclusiva”, fermo restando il “rispetto dei reciproci percorsi di sviluppo”. In particolare, Xi ha delineato cinque aree di cooperazione prioritarie: innovazione, finanza, energia, cultura, economia e commercio. Relazioni più “dinamiche” sul fronte della tecnologia saranno perseguite tramite l’istituzione di dieci laboratori congiunti nei settori di sanità, intelligenza artificiale, sviluppo verde, agricoltura moderna, tecnologia spaziale e informatica, oltre che con la fondazione di centri per l’osservazione dei detriti spaziali e istituti dedicati al sistema di navigazione satellitare Beidou. Massima priorità, comunque, verrà attribuita alla cooperazione aerospaziale e nel campo dell’intelligenza artificiale.

Per ampliare gli scambi sul fronte della finanza, la Cina intende creare un forum di cooperazione industriale e di investimento, espandere la cooperazione sulle valute digitali e accelerare i progetti a sostegno dell’industrializzazione in Medio Oriente, tra le altre cose. Il tutto senza trascurare un “riequilibrio” dei legami economici e commerciali con il mondo arabo, dove Pechino continuerà ad attuare progetti di cooperazione allo sviluppo per un valore totale di 3 miliardi di yuan (circa 383 milioni di euro). Parallelamente, il governo cinese punta ad accelerare i negoziati sugli accordi di libero scambio a livello bilaterale e regionale, oltre che a far progredire il meccanismo di dialogo dedicato alla cooperazione nel commercio elettronico.

Particolare attenzione sarà dedicata anche al rafforzamento della cooperazione energetica nei settori tradizionali di gas e petrolio, oltre che nella ricerca e sviluppo congiunto di nuove tecnologie e attrezzature in questo comparto. Il governo cinese, in particolare, sosterrà le sue aziende energetiche e istituzioni finanziarie affinché partecipino a progetti di energia rinnovabile negli Stati arabi con una capacità installata totale di oltre 3 milioni di chilowatt. Infine, Xi ha delineato una “cornice più ampia per gli scambi interpersonali”: la Cina è pronta a istituire un centro arabo-cinese dedicato all’Iniziativa di civiltà globale, ad espandere le dimensioni e l’influenza del centro di ricerca congiunto dedicato alla riforma e allo sviluppo, a creare una rete tra i rispettivi think tank, atenei, centri di ricerca sulla cooperazione culturale e turistica. Duecento leader dei partiti politici arabi saranno invitati a visitare la Cina ogni anno e, nei prossimi cinque anni, si punta a raggiungere un flusso bilaterale di turisti pari a 10 milioni.

Un importante appuntamento nel “brillante futuro delle relazioni”, come ricordato da Wang Yi, sarà il prossimo vertice tra la Cina e gli Stati arabi, che sarà convocato a Pechino nel 2026 dopo la prima edizione tenuta a Riad, in Arabia Saudita, a dicembre 2022. Alla ministeriale del Forum di cooperazione (Cascf), un meccanismo di dialogo istituito nel 2004 dalla Cina con i 22 membri della Lega araba per incrementare il coordinamento sui fronti della politica, dell’economia e della sicurezza, hanno partecipato anche quattro leader del mondo arabo: il sovrano del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi e gli omologhi di Tunisia ed Emirati Arabi Uniti, rispettivamente Kais Saied e Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Presenze che, come sottolineato dal viceministro degli Esteri cinese Deng Li prima dei lavori, paiono riaffermare “l’unità” tra le parti, oltre che la volontà di avere una “voce comune” sui principali dossier regionali e internazionali.