APPALTI, LA FRANCIA CI RIPROVAAZIENDE IN VISITA A BENGASI

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 07/06/2024

In Libia in cerca di contratti nei settori dell’industria, della sanità nell’est e della ricostruzione

Una delegazione di aziende francesi si è recata nei giorni scorsi in visita a Bengasi, capoluogo della regione orientale libica della Cirenaica, in cerca di contratti nei settori dell’industria, della ricostruzione e della sanità nell’est. “Dopo la visita a Tripoli di qualche mese fa, l’obiettivo è conquistare appalti nell’est della Libia, dove i contratti si sono moltiplicati dopo il disastro di Derna, devastata dalle alluvioni del settembre 2023”, riferisce l’emittente “Radio France International”. Dal gruppo industriale Vinci, attivo nel settore dell’edilizia, al gruppo farmaceutico Sanofi, “le imprese francesi a Bengasi sono in ritardo sul treno della ricostruzione e dello sviluppo nell’est della Libia”, aggiunge “Rfi”. Una ricostruzione che non è gestita dal governo di Tripoli, ma da un fondo guidato da Belgassem Haftar, figlio del comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl) Khalifa Haftar, come ricorda Jalel Harchaoui, specialista in Libia del Royal United Institute.

“I contratti distribuiti da Belgassem dal novembre 2023 erano riservati all’Egitto, agli Emirati e alla Turchia. E poi, poco a poco, abbiamo visto gli sforzi degli statunitensi che vorrebbero cogliere una parte di queste opportunità. Gli italiani hanno detto la stessa cosa. Oggi vediamo le aziende francesi arrivare un po’ in ritardo”, spiega Harchaoui. Già lo scorso 22 aprile, l’ambasciatore d’Italia in Libia, Gianluca Alberini, accompagnato dal console generale a Bengasi, Francesco Saverio De Luigi, aveva fatto “il punto sugli sforzi di ricostruzione delle aree colpite dal ciclone Daniel” con Belgassem Haftar. L’incontro si era svolto proprio a Derna, città della Libia nord-orientale gravemente danneggiata dalle inondazioni a seguito del passaggio della tempesta sub-tropicale Daniel. Una missione, quella di Alberini, che aveva incontrato anche il generale l’80enne “feldmaresciallo” libico Khalifa Haftar, servita a preparare il terreno alla missione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, giunta in visita ufficiale a Tripoli e poi a Bengasi il 7 maggio scorso.

I tentativi di sottrarre la Libia all’area d’influenza italiana iniziarono già nel 1980. In quell’anno le informazioni fatte arrivare tempestivamente dal nostro governo a Muhammar Gheddafi provocarono il fallimento di un colpo di Stato favorito da Francia e Gran Bretagna. Quello stesso anno si verificarono alcuni eventi drammatici, dalla strage di Ustica a quella di Bologna. Nel 2011, l’intervento occidentale contro la Libia di Gheddafi – all’epoca il principale alleato dell’Italia nel Mediterraneo grazie al trattato di amicizia Italia-Libia sottoscritto a Bengasi nel 2008 – sollecitato in primis dalla Francia, fu decisivo per rovesciare il regime del colonnello, catturato mentre si nascondeva in uno scolo di cemento sotto la strada della sua ex roccaforte Sirte, proprio come i “ratti” che promise di schiacciare. La morte del dittatore portò a indire le prime elezioni democratiche in Libia il 7 luglio 2012, alle quali seguì un’altra elezione per l’attuale Camera dei rappresentanti nell’ormai lontano 2014. Da allora, i libici non hanno più potuto esercitare il proprio diritto di voto e oggi il Paese ricco di petrolio ma povero di servizi è di fatto diviso in due. Nel 2018, inoltre, il generale Haftar tentò di conquistare Tripoli “manu militari” con l’aiuto di Russia, Emirati Arabi Uniti e Francia: la campagna militare, tuttavia, fallì per l’intervento decisivo della Turchia, mentre l’Italia non ha mai chiuso la propria ambasciata nella capitale libica.

La Francia sembra ora voler recuperare influenza e il terreno perduto in Libia, inserendosi nella corsa per la ricostruzione di Derna, devastata da inondazioni che hanno causato migliaia di morti e la distruzione di interi quartieri. Ancora oggi non c’è certezza sulla conta delle vittime: ai 3.700 corpi seppelliti in fretta e furia nelle fosse comuni, vanno aggiunte circa 3.000 persone scomparse stando alla Procura generale, per un bilancio complessivo totale stimato di oltre 5.000 morti. Non solo. Altre 100 mila persone hanno perso interamente la propria casa, circa 50 mila abitazioni hanno subito danneggiamenti gravi, mentre 20 mila sono state danneggiate e richiedono interventi di ripristino. Un disastro di vastissime proporzioni, causato dal cedimento di due dighe a monte della città libica situata tra Bengasi e il confine con l’Egitto, durante il passaggio della tempesta sub-tropicale Daniel. Secondo un rapporto della Banca mondiale, delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, la tragedia ha causato danni per 1,8 miliardi di dollari e colpito il 22 per cento della popolazione della Libia. Le autorità della Libia orientale stanno portando avanti un progetto di epoca gheddafiana per realizzare circa 2.000 unità abitative nei dintorni di Derna. L’idea è di ospitare lì fino a 10 mila persone entro la fine dell’anno. Poi, finiti i lavori, dovrebbero costruire altre mille unità abitative da altre parti.

La delegazione di aziende francesi è stata accompagnata da Mustafa Maharaj, l’ambasciatore di Francia in Libia. Proprio quest’ultimo ha incontrato il 4 maggio Khalifa Haftar presso il quartier generale del comando generale dell’Enl ad Al Marj, poco fuori Bengasi. Durante l’incontro, sono stati discussi gli ultimi sviluppi del processo politico in Libia e il tema delle elezioni. Haftar ha elogiato le relazioni “libico- francesi” e ha sottolineato l’importanza di svilupparle ulteriormente, aprendo nuovi orizzonti per rafforzare i legami con Parigi, secondo quanto riferito dall’ufficio stampa dell’Enl. Da parte sua, l’ambasciatore Maharaj ha espresso la volontà della Francia di approfondire le relazioni tra i due paesi in modo da servire gli interessi comuni. La dichiarazione rilasciata ha evidenziato “l’importanza di compiere ogni sforzo per avanzare nel processo politico in preparazione delle elezioni, in coordinamento con la Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia”. Successivamente, l’ambasciata di Francia in Libia ha indicato nelle sfide alla sicurezza in Libia e nella regione del Sahel, nonché il loro impatto sulla stabilità, tra i principali temi discussi durante l’incontro tra Haftar e Maharaj. In un post sulla sua pagina Facebook ufficiale, l’ambasciata di Francia ha confermato che i colloqui hanno affrontato anche le modalità per superare l’attuale stallo politico e ripristinare la fiducia tra le varie fazioni libiche. L’incontro ha sottolineato l’importanza di cooperare per “migliorare la sicurezza costiera” e affrontare le sfide regionali che minacciano la stabilità del paese nordafricano.