BLINKEN TORNA IN MEDIO ORIENTEA I LEADER ARABI: FARE PRESSIONE SU HAMAS

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 11/06/2024

Il segretario di Stato Usa ha dato il via ieri dall’Egitto all’ottava visita nella regione dall’attacco del 7 ottobre

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dato il via ieri dall’Egitto all’ottava visita in Medio Oriente dal 7 ottobre a oggi, ovvero da quando il movimento islamista palestinese Hamas ha compiuto un attacco in Israele, a cui è seguita un’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, tuttora in corso. Gli Stati Uniti e, in particolare, Blinken hanno condotto un’intensa attività diplomatica, proprio insieme a Egitto e Qatar, per fare in modo che Israele e Hamas trovino un’intesa per il rilascio degli ostaggi e per il cessate il fuoco a Gaza, nel tentativo di alleviare la crisi umanitaria nella Striscia. Dal Cairo, Blinekn ha esortato i leader regionali a esercitare pressioni su Hamas per far in modo che accetti l’accordo di cessate il fuoco. Dopo l’Egitto, Blinken si è recato in Israele per incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu. La visita del capo della diplomazia Usa in Israele giunge in una giornata segnata dall’uscita dal governo d’emergenza del leader del partito centrista Unità nazionale, Benny Gantz, e dal voto in parlamento in prima lettura del progetto di legge per agevolare l’esenzione degli ebrei ultra-ortodossi dal servizio militare.

Blinken, ha chiesto ai leader della regione di fare pressioni sul movimento islamista palestinese Hamas affinché risponda positivamente alla proposta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere lo stesso capo della diplomazia Usa ai giornalisti dal Cairo, dopo aver incontrato il presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi. Dopo la tappa in Egitto, Blinken si recherà anche in Giordania – dove oggi è prevista una conferenza sul sostegno umanitario a Gaza – e Qatar. “Credo fermamente che la stragrande maggioranza” di israeliani e palestinesi “voglia credere in un futuro” in cui i due popoli “vivano in pace e sicurezza”, ha aggiunto il capo della diplomazia Usa.

Oggi il segretario di Stato Usa incontrerà il presidente israeliano, Isaac Herzog, il capo dell’opposizione, Yair Lapid, e il leader del partito centrista Unità Nazionale, Benny Gantz.

Sul terreno, proseguono le operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Gaza dove almeno 37.124 persone sono morte e 84.712 sono rimaste ferite dallo scorso 7 ottobre. Nella Striscia di Gaza le Idf hanno scoperto nuovi depositi di armi e infrastrutture utilizzate dai gruppi armati presenti. Sul fronte settentrionale, al confine con il Libano, non si placano le tensioni con il movimento sciita libanese Hezbollah. Le Idf hanno confermato l’abbattimento di un drone da parte di un missile terra-aria in Libano. Lo riferiscono su X le Idf, aggiungendo che il velivolo senza pilota si è schiantato al suolo in Libano. In precedenza, i media libanesi avevano riferito che un drone israeliano era stato colpito dal movimento sciita libanese Hezbollah sopra Rihan, nel Libano meridionale. E’ la quinta volta dall’8 ottobre che un drone israeliano viene abbattuto da Hezbollah. All’indomani dall’uscita dal governo d’emergenza del leader del partito centrista Unità Nazionale Benny Gantz, l’esecutivo del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, potrebbe dover gestire divergenze interne alla sua stessa maggioranza, che finora vanta 64 seggi su 120 in parlamento.

Fa discutere il voto della legge che punta ad abbassare a 21 anni, rispetto agli attuali 26, l’età di esenzione dal servizio militare per gli studenti delle scuole religiose, nel tentativo di aumentare il loro tasso di arruolamento nel lungo termine.

Domenica 9 giugno, Gantz ha annunciato la decisione di lasciare il governo, affermando che le decisioni del primo ministro stanno rendendo “la vittoria totale impossibile”, e sostenendo che la liberazione degli ostaggi dovrebbe avere la priorità su qualunque calcolo di sopravvivenza politica. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto a Gantz di riconsiderare la sua decisione di lasciare il governo d’emergenza che era stato formato immediatamente dopo gli attacchi sferrati contro Israele dall’organizzazione islamista Hamas il 7 ottobre scorso. “Israele è impegnato in una guerra esistenziale su diversi fronti. Benny, questo non è il momento di abbandonare la campagna. Questo è il momento di unire le forze”, ha scritto Netanyahu sul proprio profilo X, mentre Gantz annunciava la sua decisione di dimettersi dal gabinetto di guerra. Netanyahu ha ribadito anche la propria determinazione a proseguire nella guerra contro Hamas nonostante l’abbandono del leader centrista. “Cittadini di Israele, continueremo fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra, principalmente la liberazione di tutti i nostri ostaggi e l’eliminazione di Hamas”, ha scritto Netanyahu. “La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito sionista che sia pronto (…) ad assisterci nel portare la vittoria sui nostri nemici e garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, ha aggiunto il premier israeliano.