L’alleanza nel Sahel manda in ebollizione l’Africa occidentale

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/07/2024

La Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao) ha condannato l’intenzione di Mali, Niger e Burkina Faso di abbandonare il blocco regionale e formare la Confederazione degli Stati del Sahel, denunciando il rischio per la regione di un peggioramento della sicurezza e di una sua maggiore fragilità.

Nel vertice Cedeao di due giorni fa nella capitale nigeriana Abuja per esaminare la situazione, il presidente della commissione Cedeao, Omar Touray, ha detto che la libertà di movimento e un mercato comune di 400 milioni di persone sono alcuni dei principali vantaggi della Cedeao, un blocco regionale che esiste da quasi 50 anni e che sarebbe in pericolo se i tre Paesi saheliani si ritirassero.

I RISCHI DAL SAHEL

Fra i rischi, in particolare, c’è la sospensione dei finanziamenti di progetti economici per un valore superiore a 500 milioni di dollari in Burkina Faso, Mali e Niger.

«Considerando questi benefici, è evidente che la disintegrazione (del blocco) non solo interromperà la libertà di movimento e di insediamento delle persone, ma peggiorerà anche l’insicurezza nella regione» ha detto Touray.

I leader della Cedeao si sono riuniti in Nigeria per discutere le implicazioni del trattato dell’Alleanza degli Stati del Sahel, le cui giunte hanno preso il potere in una serie di colpi di Stato fra il 2020 e il 2023 e hanno reciso i legami militari e diplomatici con gli alleati regionali e le potenze occidentali. Sabato le giunte militari di Mali, Niger e Burkina Faso hanno annunciato l’istituzione della Confederazione degli Stati del Sahel, sottolineando la loro determinazione a lasciare la Cedeao.

I firmatari «hanno deciso di muovere un passo verso una maggiore integrazione» si legge in una nota congiunta che annuncia la firma del trattato istitutivo della Confederazione. Il documento è stato sottoscritto dal leader della transizione nigerina, Omar Abdourahamane Tchiani, dal presidente di transizione del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, e dall’omologo maliano Assimi Goita. L’incontro si è tenuto alla vigilia del vertice della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), da cui i tre Paesi hanno annunciato il loro ritiro a gennaio.

I TERMINI DELL’ALLEANZA

Nel settembre scorso i tre Paesi – le cui giunte golpiste hanno rotto i legami con la Francia e l’Occidente, posizionandosi nella sfera d’influenza russa – hanno formato l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), iniziativa militare, ma anche diplomatica, che intende garantire indipendenza ai tre Paesi rispetto a organismi regionali o internazionali. Successivamente, i ministri degli Esteri dei tre Paesi, riuniti a Bamako, hanno dato forma compiuta a questa coalizione, dandole una dimensione politica e diplomatica. Ieri i leader hanno dato ad Assimi Goita l’incarico di presiedere l’Alleanza degli Stati del Sahel per il periodo di un anno.

«Vorrei ribadire la nostra ferma intenzione di fare dell’Aes un modello di cooperazione regionale, di solidarietà per lo sviluppo, e anche un modello di integrazione sub-regionale, in omaggio ai principi della Carta di Liptako-Gourma» ha detto Goita citando l’atto fondativo dell’Aes.