Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 24/07/2024
L’Italia continuerà a sostenere i progetti di energia rinnovabile in Tunisia e si impegnerà a implementarne di nuovi nel prossimo periodo. Lo ha affermato il consigliere Lorenzo Ortona, a capo della delegazione della Struttura di missione del Piano Mattei e di Eni ed Enel Green Power, nell’incontro di lunedì con la ministra dell’Industria, delle miniere e dell’energia tunisina, Fatma Thabet Chiboub. Secondo un comunicato stampa di Tunisi, durante l’incontro sono state discusse le prospettive di cooperazione congiunta tra le due parti, in particolare nel settore delle energie rinnovabili, dell’idrogeno verde e dei suoi derivati, oltre al rafforzamento della partnership con le istituzioni italiane al fine di beneficiare della loro esperienza nel settore. All’incontro era presente anche l’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas. La ministra tunisina dell’Industria, delle miniere e dell’energia ha sottolineato l’importanza di promuovere la produzione di energie rinnovabili e la produzione di idrogeno verde al fine di ridurre le emissioni di gas serra e passare a un’economia verde e a basse emissioni di carbonio, evidenziando i vantaggi offerti dalla Tunisia nel settore delle rinnovabili, che ne garantiscono una posizione di leader attraendo investimenti stranieri.
Aquanto si apprende, l’obiettivo dell’incontro è stato quello di discutere la possibilità di collaborare allo sviluppo congiunto di un progetto pilota per la produzione di idrogeno rinnovabile in Tunisia, nell’ambito dell’attuazione del Piano Mattei per l’Africa e nella più ampia prospettiva di integrazione energetica tra il Nord Africa e l’Europa, con l’Italia quale snodo per i bisogni energetici europei. L’iniziativa ha l’obiettivo di abilitare il pieno sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Tunisia, verificandone le condizioni di implementazione tecnica e accelerando lo sviluppo degli aspetti normativi. Inoltre, nello spirito di partenariato su cui si fonda il Piano Mattei, l’iniziativa prevede il diretto coinvolgimento di aziende e operatori tunisini nello sviluppo e nella realizzazione del progetto a beneficio del trasferimento di competenze, anche attraverso la potenziale collaborazione con centri di ricerca e università tunisine e italiane. La Tunisia è uno dei paesi prioritari per i progetti pilota del Piano Mattei non solo per l’energia ma anche per il settore dell’agricoltura. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dallo stesso dicastero, la produzione di elettricità da energie rinnovabili si è attestata al 5,7 per cento a maggio 2024, un dato in leggero aumento rispetto al mese di aprile (5,5 per cento). La produzione complessiva di energia elettrica ha registrato, a fine maggio scorso, un lieve calo dello 0,5 per cento con 7.026 gigawattora (inclusa l’autoproduzione rinnovabile), rispetto ai 7.062 gigawattora di fine maggio 2023.
La struttura della domanda di energia primaria ha registrato un lieve cambiamento, la quota di prodotti petroliferi è infatti passata dal 50 per cento di fine maggio 2023 al 52 per cento di fine maggio 2024. Il gas naturale, invece, è passato dal 49 per cento al 47 per cento. Tenendo conto del corrispettivo, il bilancio di energia primaria evidenzia a fine maggio 2024 un deficit di 2 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (+14 per cento rispetto allo scorso anno). Il tasso di indipendenza energetica, che misura il rapporto tra risorse energetiche primarie e consumi primari, si è attestato al 45 per cento a fine maggio 2024 rispetto al 52 per cento di fine maggio 2023. Lo stesso rapporto rileva un calo della produzione di petrolio greggio del 12 per cento e di gas commerciale secco del 30 per cento. La Compagnia tunisina dell’elettricità e del gas (Steg) continua a essere il principale produttore con il 96 per cento della produzione nazionale. A maggio 2024, nel settore residenziale sono stati installati 245 megawatt di tetti fotovoltaici e sono state concesse 314 autorizzazioni per una potenza complessiva di 112 megawatt nei settori industriale, terziario e agricolo. Il sottosegretario presso il ministero dell’Industria, delle miniere e dell’energia, responsabile della transizione energetica, Wael Chauchen, ha precedentemente dichiarato che “la Tunisia mira a produrre 8,3 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2050 e a creare circa 430 mila posti di lavoro”.
Secondo l’esponente del governo tunisino, “la posizione strategica della Tunisia nella regione e in particolare la vicinanza all’Europa la aiuteranno a svolgere un ruolo importante nell’incentivare la produzione e l’esportazione di idrogeno verde”. La produzione di idrogeno verde in Tunisia ha attirato anche l’attenzione della compagnia francese TotalEnergies e di alcuni paesi grazie al progetto di interconnessione energetica Elmed, che prevede la realizzazione di un cavo sottomarino di oltre 240 chilometri tra la stazione elettrica di Partanna (Trapani) con la penisola del Capo Bon. L’opera, dal valore complessivo di 840 milioni di euro, è in corso di realizzazione da parte dell’italiana Terna e della tunisina Steg. A opera completata, l’infrastruttura garantirà una corrente continua di 600 megawatt tra le due sponde del Mediterraneo. In prospettiva l’opera consentirà, da un lato, alla Tunisia di esportare energia “pulita” verso l’Europa; dall’altro, l’infrastruttura potrà costituire una fonte di approvvigionamento energetico per l’intera regione nordafricana, rendendo di fatto la Tunisia un hub energetico.
La transizione della Tunisia verso l’energia pulita richiede anche una revisione delle normative e dell’impianto legislativo. A tal proposito, il blocco Liyantasser Achaab (Che il popolo vinca) ha presentato in Parlamento lo scorso 9 maggio un disegno di legge atto a promuovere proprio la produzione nazionale di idrogeno verde. L’iniziativa legislativa, che consta di otto articoli, è in fase di studio da parte della commissione parlamentare per l’Industria, il commercio, le risorse naturali, l’energia e l’ambiente e si concentra sulla possibilità che il Paese nordafricano possa produrre ed esportare idrogeno verde, ottenuto dall’elettrolisi dell’acqua di desalinizzazione. La proposta intende introdurre una serie di vantaggi fiscali per incoraggiare gli investitori a creare impianti per la produzione di idrogeno verde e dei suoi derivati, come l’ammoniaca verde e il metanolo.