Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 24/07/2024
Una nuova misura di finanza agevolata del valore di 200 milioni di euro per contribuire a rafforzare il processo d’internazionalizzazione delle imprese italiane in Africa, nel tentativo d’instaurare un partenariato “win win” in grado di aprire un nuovo capitolo nelle relazioni con il continente, nel solco del Piano Mattei. È con questo obiettivo che la Farnesina ha organizzato ieri congiuntamente con Simest, una conferenza di presentazione sugli “Strumenti finanziari per l’inter – nazionalizzazione delle imprese italiane”, con un focus particolare sulla nuova misura di finanza agevolata di Simest, del valore di 200 milioni di euro, a valere sul Fondo 394/81 che sostiene l’internaziona – lizzazione delle imprese italiane, in particolare le piccole e medie imprese (Pmi). La nuova misura – ribattezzata “Quota Attanasio”, dal nome dell’ambasciatore italiano a Kinshasa ucciso nel 2021 – è riservata ad aziende stabilmente presenti o che intendano stabilire una presenza in Africa, alle imprese esportatrici o che si approvvigionano nel continente africano, nonché a quelle delle relative filiere.
Nel presentare l’iniziativa, il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha ribadito l’interesse strategico che il continente africano rappresenta per la politica estera italiana. “Sin dall’inizio del mio mandato ho voluto dare priorità all’Africa nell’azione di politica estera italiana. Il governo è fortemente impegnato nel costruire un partenariato strategico e paritario con il continente, come testimoniano il Piano Mattei per l’Africa e la centralità assegnata anche nel quadro della nostra Presidenza G7”, ha osservato Tajani. “Questa nuova misura darà un ulteriore slancio al nostro tessuto produttivo e ai nostri territori verso i mercati del continente africano per la realizzazione di collaborazioni imprenditoriali durature e di mutuo beneficio”, ha aggiunto il ministro, annunciando che sarà in visita in Marocco, Mauritania e Senegal entro la fine dell’anno, proprio nel tentativo di rafforzare questo partenariato di tipo “win win” con il continente africano. Nel corso dell’evento Tajani ha quindi consegnato a sei studenti dell’Università per stranieri di Perugia gli attestati di partecipazione a progetti di valorizzazione del Made in Italy svolti presso Simest e realizzati nei rispettivi Paesi.
Con l’approvazione del decreto legge Infrastrutture e investimenti, ha spiegato da parte sua la sottosegretaria agli Affari esteri Maria Tripodi illustrando la nuova misura, abbiamo disposto l’utilizzo di una riserva appositamente costituita sul Fondo 384/81 del valore complessivo di 200 milioni di euro, per dare slancio al tessuto produttivo e avviare collaborazioni durature con le controparti africane. “Parlare di crescita dell’Africa significa parlare anche della crescita dell’Italia”, ha detto Tripodi, ricordando che dal 2017 al 2022 l’interscambio è passato da 36 a 70 miliardi di euro, mentre nel 2023 ha sfiorato i 60miliardi. “C’è un potenziale immenso per le nostre imprese, in particolare nell’energia, nelle infrastrutture, nell’agroalimentare e nella manifattura”, ha aggiunto.
Tripodi ha quindi sottolineato che il continente africano vive oggi una fase di forte sviluppo e trasformazione economica, accompagnata da una crescita demografica importante che sta avendo un impatto positivo sul settore privato e sulla nascita di una nuova classe imprenditoriale, espressione della gioventù africana. “Stiamo registrando una crescita del numero d’imprese innovative africane in settori strategici quali la logistica, i trasporti, le energie rinnovabili e l’agroindustria. Si tratta di una dinamica che genera nuove opportunità per il partenariato fra Italia e Africa e che presenta ancora ampi margini di sviluppo. Le Pmi italiane possono giocare un ruolo fondamentale nella grande partita per lo sviluppo del continente” nel solco del Piano Mattei che ha introdotto “una visione condivisa fra Italia e Africa, costruita sull’ascolto, la reciproca comprensione e la condivisione di approcci”, ha detto Tripodi.
La nuova “misura Africa” predisposta da Simest, ha spiegato il presidente di Simest, Pasquale Salzano, si inserisce nella strategia molto più ampia del governo italiano, iniziata a gennaio con il Vertice Italia-Africa e con il lancio del Piano Mattei: oggi rendiamo concreto quel messaggio con un progetto d’impatto. “Le misure di finanza agevolata hanno portato ad un incremento dello 0,5 per cento del Pil italiano. L’elemento nuovo di questa misura è che consentirà l’approvvigionamento di materie prime strategiche: per la prima volta saremo in grado di aiutare le imprese italiane in settori particolarmente strategici e anche le micro-imprese. L’altro tema d’impatto – ha proseguito Salzano – è la formazione: grazie al nuovo strumento, i giovani africani avranno infatti la possibilità di formarsi e studiare in Italia”.
Ad illustrare i dettagli del nuovo strumento predisposto da Simest è stata l’amministratrice delegata dell’istituto finanziario, Regina Corradini D’Arienzo, che ha spiegato come la misura sia stata pensata coinvolgendo altri attori, definendo un plafond iniziale di 200 milioni di euro che, tuttavia, non si esaurirà in un “click day”. “La misura garantirà un tasso agevolato molto basso e avrà una durata fino a sei anni, e prevede fino al 10 per cento di investimenti a fondo perduto per le imprese e fino al 20 per cento per quelle del Sud. (La misura) prevede inoltre una riserva del 10 per cento per le imprese giovanili, femminili e le start up”, ha affermato, precisando che l’iniziativa non è rivolta solo a chi esporta verso l’Africa ma anche alle importazioni di materie strategiche dall’Africa, che oggi per la maggior parte provengono dalla Cina. “Abbiamo voluto che questa misura fosse di stimolo ad altre imprese perché investano in Africa”, ha proseguito Corradini d’Arienzo, sottolineando l’importanza del capitale umano e della formazione giovanile. “Abbiamo deciso di supportare qualsiasi tipo di investimento delle imprese italiane nella formazione dei giovani africani, sia in Africa che in Italia”, ha concluso.
Oggi – ha ricordato da parte sua il presidente di Ice, Matteo Zoppas – l’Africa importa dall’Italia solo 20 miliardi di euro, pari a circa il 3 per cento del volume del suo acquistato. Un dato che offre una situazione di opportunità importante: più tendiamo la mano al continente africano e più si creano rapporti fondamentali per sviluppare il commercio verso l’Africa.