Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 07/09/2024
L’Etiopia ha schierato veicoli blindati e centinaia di uomini al confine con la Somalia negli ultimi giorni, in seguito alla consegna di armi egiziane alla Somalia avvenuta in base al recente accordo di difesa siglato tra i due governi. È quanto riferisce il quotidiano “Garowe Online”, che cita fonti della sicurezza somale. Nessun commento ufficiale è finora giunto da parte delle autorità etiopi. La tensione nel Corno d’Africa è iniziata dopo che l’Etiopia ha firmato un controverso memorandum d’intesa con la regione separatista del Somaliland per affittare terreni costieri in cambio del possibile riconoscimento dell’indipendenza di Hargheisa dalla Somalia, che Mogadiscio considera una violazione della sua sovranità e integrità territoriale. L’accordo ha avvicinato le posizioni di Somalia ed Egitto, con Il Cairo che teme che il continuo riempimento da parte di Addis Abeba della Grande diga della rinascita etiope (Gerd), ormai operativa sul fiume Nilo, ridurrà drasticamente l’approvvigionamento idrico di Egitto e Sudan. Di recente il primo ministro della Somalia, Hamza Abdi Barre, ha dichiarato che le forze etiopi non saranno incluse nella prossima Missione di supporto dell’Unione africana in Somalia (Aussom) che sostituirà la Missione di transizione dell’Unione africana in Somalia (Atmis), a meno che l’Etiopia non rinunci al memorandum d’intesa firmato con il Somaliland.
Aerei militari egiziani sono atterrati a Mogadiscio lo scorso 27 agosto consegnando equipaggiamento militare e facendo sbarcare ufficiali diretti alla regione di Hiran, nello Stato centrale di Hirshabelle, oltre che negli Stati regionali del Sudovest e del Galmudug. Si tratta delle prime di un totale di 10 mila unità che verranno dispiegate sul territorio: metà di queste saranno integrate nella Missione di supporto e stabilizzazione dell’Unione africana in Somalia (Aussom), contingente che sarà schierato nel Paese, una volta completato il ritiro dell’attuale Atmis; le altre 5 mila sosterranno il governo somalo in modo indipendente. L’arrivo dei militari egiziani non è passato inosservato. La notizia è rimbalzata rapidamente sui media somali, e l’indomani il ministero degli Esteri etiope ha pubblicato una nota in cui accusa Mogadiscio di “collusione con attori esterni” per “destabilizzare la regione”. La nuova missione Aussom che l’Unione africana dispiegherà in Somalia dopo il ritiro dell’attuale Atmis è “irta di pericoli per la regione”, e l’Etiopia “non può restare inattiva mentre altri attori prendono misure per destabilizzare la regione”, si legge nel documento.
Addis Abeba è tornata quindi a chiedere la mediazione dell’Unione africana e delle Nazioni Unite, invitate a tenere consultazioni prima che la nuova missione Aussom metta concretamente piede a Mogadiscio. La dichiarazione etiope è solo l’ultima tappa di un braccio di ferro in atto dallo scorso gennaio. In risposta al memorandum d’intesa siglato a gennaio dall’Etiopia con il Somaliland, Mogadiscio ha consolidato le relazioni con Paesi amici, firmando accordi prima con la Turchia, quindi con Gibuti, nel tentativo di stringere a tenaglia il Somaliland e il suo alleato etiope. Per Ankara, d’altro canto, gli accordi con Somalia e Gibuti si sono rivelati cruciali per assicurarsi un posto in prima fila all’imbocco del Mar Rosso, dove sta cercando nuove opportunità commerciali dopo l’esclusione dal Corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), lanciato in occasione del vertice G20 di Nuova Delhi del settembre scorso.
L’accordo con il Somaliland prevede la concessione all’Etiopia di un accesso al mare – di cui è priva dall’indipendenza eritrea, nel 1993 – attraverso il porto di Hargheisa in cambio del riconoscimento dell’indipendenza dell’autoproclamata Repubblica e della partecipazione dello stesso Somaliland nella compagnia di bandiera etiope, Ethiopian Airlines. Sebbene le autorità etiopi abbiano negato che quest’ultimo punto sia parte dell’accordo, a fine agosto l’Autorità per l’aviazione civile della Somalia (Scaa) ha minacciato di bloccare i voli della compagnia di bandiera etiope – e maggior compagnia aerea africana – nel suo spazio aereo se questa non avesse rimosso dal suo sito internet ogni riferimento al Somaliland. L’ultimatum è stato dato anche all’emiratina Dubai Aviation Corporation, meglio nota come Flydubai. Addis Abeba ha respinto la richiesta, al momento rimasta senza conseguenze, ma il tutto ha contribuito ad alimentare ulteriormente le tensioni.