“LA DIFESA DI ISRAELE È NECESSARIA PER PRESERVARE IL MONDO LIBERO”

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 03/08/2024

Intervista a Dror Eydar, ex ambasciatore di Israele a Roma

La difesa di Israele dopo l’attacco del movimento islamista palestinese Hamas del 7 ottobre 2023 rappresenta un’azione per difendere l’Occidente dalla barbarie e preservare i valori del mondo libero. In un’intervista ad “Agenzia Nova”, l’editorialista del quotidiano israeliano “Israel Hayom” ed ex ambasciatore di Israele a Roma, Dror Eydar, ha affermato: “Israele e l’Occidente hanno un minimo comun denominatore nei valori di libertà d’espressione, di democrazia e di morale. Non è un caso che tutti i nemici dell’Occidente attacchino Israele, considerato un avamposto”. Tuttavia, “l’Europa è in pericolo e temiamo che non identifichi il rischio”. Rivolgendosi ai Paesi amici di Israele, l’editorialista ha affermato: “Se Israele ha il diritto a uno Stato indipendente, ha il diritto di difendersi”. “Abbiamo il privilegio di aver uno Stato, e ci aspettiamo che il mondo libero difenda questo diritto”. “Non vogliamo la pietà dell’Occidente. Oggi possiamo difenderci e mostrare al mondo come si deve combattere contro il male assoluto. Non vogliamo essere crocifissi di nuovo”, riferendosi all’Olocausto. Nell’intervista, l’intellettuale ha lamentato che “per il mondo è naturale che gli ebrei e Israele siano attaccati, ma quando ci difendiamo, il mondo fa sentire la sua voce”, riferendosi alle manifestazioni di condanna delle operazioni militari israeliane, ma anche alle dichiarazioni ufficiali di alcuni Paesi.

“Ci aspettiamo che il mondo libero sia con noi”, ha ribadito. La scorsa settimana, Dror Eydar si è recato a Washington, in occasione dell’intervento al Congresso Usa del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu. “La visita e l’intervento al Congresso sono andati molto bene, perché il discorso ha sollecitato l’opinione pubblica statunitense. Ha avuto una grande eco e la maggior parte degli esponenti del Partito democratico era là, cogliendo il momento d’urgenza”, ha affermato. Nel suo quarto discorso al Congresso, Netanyahu ha detto: “Non è uno scontro di civiltà, ma tra la civiltà e la barbarie”. Per l’editorialista “questo aspetto è molto importante, perché il 7 ottobre 2023 è stata attaccata la civiltà ebraico-cristiana. Tante persone sfortunatamente non considerano pericoloso per la nostra civiltà quanto è accaduto”.

Nel suo intervento, “Netanyahu ha voluto sottolineate che non è la nostra guerra, ma la guerra del mondo libero contro la barbarie”, ha puntualizzato Eydar. Citando l’ex premier del Regno Unito Winston Churchill, che il 9 febbraio 1941 disse all’America: “Dateci gli strumenti e finiremo il lavoro. Non falliremo né vacilleremo; non c’indeboliremo né stancheremo”, Eydar ha affermato: “Combattiamo, ma abbiamo bisogno delle armi”. Oltre a una produzione interna di armamenti, Israele riceve, infatti, specifiche tipologie di armi dagli Stati Uniti. Il ruolo degli Stati Uniti ha sempre avuto e continuerà ad avere un peso sulle dinamiche geopolitiche in Medio Oriente, ma in futuro molto dipenderà dal candidato che verrà eletto alle elezioni del prossimo novembre. Sull’approccio del futuro presidente degli Stati Uniti verso Israele, Eydar non si è sbilanciato.

Su Kamala Harris, “dobbiamo vedere cosa farà in futuro”, ha affermato. Anche su Trump, ha aggiunto, dicendo che durante il colloquio della scorsa settimana in Florida con Netanyahu “ha espresso opinioni positive sull’operazione” lanciata da Israele contro Hamas dopo il 7 ottobre e contro gli altri gruppi armati affiliati all’Iran. Quanto al ruolo della Cina, Eydar non ha escluso che “interessi energetici” e “giochi di interesse” plasmino la posizione di Pechino in Medio Oriente. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese ad aver trasferito la loro ambasciata a Gerusalemme, considerata il simbolo del popolo ebraico. Pochi altri Paesi hanno annunciato l’intenzione di spostare la loro sede diplomatica. A tal proposito, l’ex ambasciatore di Israele a Roma Eydar ha affermato: “Non capisco perché l’Italia non sposti l’ambasciata a Gerusalemme. Senza gli ebrei, non esisterebbe Gerusalemme. Ci aspettiamo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, trasferisca l’ambasciata d’Italia”.

Nelle ultime settimane, si è alzato il livello dello scontro verbale della Turchia, che ospita parte della leadership di Hamas, nei confronti di Israele. Ieri, 2 agosto, la Turchia ha proclamato una giornata di lutto nazionale per l’uccisione a Teheran del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Hanieyeh, definito dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, un “fratello”. Nei giorni scorsi Erdogan ha minacciato di attaccare Israele per aiutare il “fraterno popolo palestinese”. La “minaccia a Israele da parte della Turchia è un segno della debolezza degli Stati Uniti, così come la mancata condanna dell’Ue”, ha detto Eydar, ricordando che “per la prima volta un Paese membro della Nato ha minacciato Israele” e che “negli Usa e in Europa nessuno ha reagito”. “Erdogan si colloca nella parte della storia dell’antisemitismo e questo rappresenta un rischio per tutto l’Occidente”, ha concluso l’intellettuale.