La Turchia nega per la 12esima volta l’ok a un’ispezione dell’Operazione Irini

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 11/09/2024

I controlli Ue sul traffico d’armi verso la Libia

La Turchia ha negato ancora una volta il consenso alla missione aeronavale dell’Unione europea, Irini, per l’ispezione a bordo di una nave battente bandiera turca sospettata di trasportare armamenti verso la Libia. L’episodio è avvenuto nel Mediterraneo domenica 8 settembre, secondo quanto comunicato dalla stessa missione basata a Roma. “La Turchia ha nuovamente negato la richiesta di consenso dello Stato di bandiera da parte di Irini per ispezionare la Mv Matilde A, in conformità alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2292/2016 sull’embargo delle armi sulla Libia. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite invita tutti i membri delle Nazioni Unite a cooperare con le ispezioni”, ha riferito Irini in un messaggio su X. La risoluzione 2292/2016 impone un embargo sulle armi verso la Libia e richiede la cooperazione degli stati membri per l’ispezione di navi sospette nel Mediterraneo.

È la dodicesima volta che la Turchia impedisce alle squadre dell’operazione EuNavFor Med – Irini, comandata dallo scorso luglio dal contrammiraglio Valentino Rinaldi, di salire a bordo di un mercantile. Dall’avvio della missione europea a marzo 2020 fino a oggi, le ispezioni negate da Ankara sono state sei nel 2021, tre nel 2022, due nel 2023 e una nel 2024. L’ultimo episodio è avvenuto poco dopo la visita a Tripoli del capo dell’intelligence turca, Ibrahim Kalin, che il 5 settembre scorso ha incontrato a Tripoli il primo ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba, e i vicepresidenti del Consiglio presidenziale libico, Abdullah al Lafi e Musa al Kuni. Vale la pena ricordare che, nel 2022, la Turchia ha rafforzato l’alleanza militare con il governo libico di Tripoli stringendo un accordo confidenziale per fornire addestramento, armi e droni d’attacco, nonostante la Libia sia ancora sottoposta all’embargo delle Nazioni Unite sulle armi letali.

Le forze turche presenti in Libia hanno recentemente equipaggiato la base aerea di Al Watiya, 127 chilometri a sud-ovest di Tripoli e a 28 chilometri dal confine con la Tunisia, con un sistema di difesa aerea più moderno, l’Hisar- O100, sostituendo il precedente sistema Mim-23 Hawk. L’informazione è stata riportata ad agosto dal sito “Military Africa”. Il sistema Mim-23 Hawk, sviluppato e progettato dall’azienda statunitense Raytheon, era stato il principale sistema di difesa aerea a medio raggio utilizzato dal governo tripolino. Questo sistema era stato determinante nel neutralizzare numerosi droni ed elicotteri durante il conflitto con le forze dell’Esercito nazionale libico (Enl) del generale Khalifa Haftar tra il 2019 e il 2020. Il nuovo Hisar-O100, prodotto dall’azienda turca Aselsan, rappresenta un significativo passo avanti tecnologico: il lancio verticale degli intercettori riduce il tempo necessario prima del lancio, un aspetto cruciale per le operazioni a corto e medio raggio. Inoltre, i missili del nuovo sistema sono dotati di opzioni di ricerca attiva Iir e Rf, migliorando notevolmente le capacità di intercettazione, soprattutto durante l’avvicinamento finale al bersaglio.

In base agli ultimi dati forniti da Irini, aggiornati al maggio 2024, in almeno tre occasioni l’operazione ha sequestrato carichi ritenuti in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite e ha dirottato le navi verso un porto di uno Stato membro dell’Ue. La missione continua a monitorare 25 aeroporti (e piste di atterraggio) e 16 porti (e terminal petroliferi), fornendo decine di rapporti speciali al gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia. La maggior parte di questi rapporti si riferisce a violazioni o possibili violazioni dell’embargo sulle armi e ad attività di contrabbando di petrolio nella parte occidentale e orientale del Paese. Dopo la prima Conferenza di Berlino, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di lanciare, il 31 marzo 2020, un’operazione militare denominata EuNavFor Med – Irini, principalmente marittima e incentrata sull’attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Irini fa parte dell’approccio integrato europeo alla Libia che prevede sforzi politici, militari, economici e umanitari per portare stabilità e sicurezza nel Paese.

I compiti dell’operazione sono: contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (compito principale); raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi; contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti; sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso delle pertinenti istituzioni libiche attraverso la formazione. In particolare, quest’ultima attività non è stata ancora attuata.