Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/08/2024
L’ufficio del primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che una delegazione israeliana parteciperà ai negoziati per il cessate il fuoco con il movimento islamista palestinese Hamas giovedì 15 agosto, dopo che l’altro ieri Stati Uniti, Egitto e Qatar hanno lanciato un appello congiunto affinché i colloqui riprendano la prossima settimana con l’obiettivo di concludere rapidamente un accordo.
La delegazione israeliana si recherà ovunque verrà deciso “per finalizzare i dettagli per l’attuazione dell’accordo quadro”, fa sapere l’ufficio di Netanyahu. Al momento non c’è stata una risposta da parte di Hamas, il gruppo armato ora guidato da Yahya Sinwar, considerato l’ideatore dell’attacco in Israele del 7 ottobre 2023. Stati Uniti, Egitto e Qatar hanno invitato entrambe le parti in conflitto a Gaza a riprendere urgentemente i colloqui il prossimo 15 agosto a Doha o a Il Cairo per colmare tutte le lacune rimanenti e avviare l’attuazione dell’accordo di un cessate il fuoco senza ulteriori indugi.
È quanto si legge in una dichiarazione congiunta firmata dal presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, dal presidente egiziano Abdel Fattah el Sisi e dall’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani diffusa giovedì 8 agosto. “È tempo di portare sollievo immediato sia alla popolazione di Gaza che soffre da tempo, sia agli ostaggi che soffrono da tempo e alle loro famiglie. È giunto il momento di concludere l’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi e dei detenuti”, si legge nella dichiarazione. “Noi tre e i nostri team abbiamo lavorato instancabilmente per molti mesi per forgiare un accordo quadro che ora è sul tavolo, con solo i dettagli dell’attuazione rimasti da concludere.
Questo accordo si basa sui principi delineati dal presidente Biden il 31 maggio 2024 e approvati dalla risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, prosegue la dichiarazione formulata dai tre paesi mediatori. “Non c’è altro tempo da perdere né ci sono scuse per alcuna delle parti per ulteriori ritardi. È tempo di rilasciare gli ostaggi, iniziare il cessate il fuoco e attuare questo accordo. Come mediatori, se necessario, siamo pronti a presentare una proposta finale che risolva i problemi di attuazione rimanenti in un modo che soddisfi le aspettative di tutte le parti”, conclude la dichiarazione.
Sul campo, mentre c’è uno stato di massima allerta per la risposta dell’Iran e dei gruppi affiliati – Hamas, i libanesi Hezbollah e gli yemeniti Houthi – in seguito all’uccisione a Teheran del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, proseguono gli scambi di fuoco sia sul fronte settentrionale, al confine con il Libano, che nella Striscia di Gaza. Venerdì mattina le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno confermato l’avvio di una nuova operazione di terra nel sud della Striscia di Gaza, a Khan Yunis. Secondo quanto riferito dalle Idf la nuova offensiva ha lo scopo di “impedire ai gruppi terroristici della Striscia di Gaza di riorganizzarsi”.
L’operazione è condotta dalla 98ma divisione, che si è ritirata da Khan Yunis per la seconda volta il mese scorso, dopo un’operazione di una settimana. In precedenza la divisione aveva operato nell’area per quattro mesi all’inizio dell’anno. Sul fronte settentrionale, almeno due persone sono morte questa mattina in seguito a un attacco attribuito alle Forze di difesa di Israele (Idf) che ha preso di mira il villaggio di Naqoura, nel distretto di Tiro, nel sud del Libano, secondo i media libanesi.
Giovedì pomeriggio, le Idf hanno colpito postazioni del movimento sciita libanese Hezbollah nel sud del Libano, dopo che almeno 15 razzi sono stati lanciati dal Paese dei cedri verso la Galilea. L’ennesimo botta e risposta tra Hezbollah e Idf avviene mentre sale l’attesa per una possibile azione di Hezbollah contro Israele per vendicare l’uccisione a Beirut del comandante Fouad Shukr avvenuta lo scorso 30 luglio.