L’Italia per lo sviluppo dell’Uganda

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 23/08/2024

È il più giovane paese africano

Le linee della cooperazione italiana in Uganda, Paese che per l’età media dei suoi abitanti è il più giovane del continente africano, sono state al centro dell’incontro organizzato al Meeting di Rimini da Fondazione Avsi, al quale ha partecipato la prima ministra ugandese Robinah Nabbanja. Fra i nove Paesi inseriti come prioritari nel Piano Mattei, l’Uganda ospita dal 1984 le attività di Avsi. Si tratta di 29 progetti portati avanti in 80 distretti su 146, ha spiegato la premier, che ha espresso la “grande soddisfazione” del suo governo per un lavoro che ha “un impatto diretto e positivo su molte persone”. “Riconosciamo il ruolo svolto dall’Italia nello sviluppo socio-economico dell’Uganda”, ha detto ancora Nabbanja, ricordando che Avsi investe ogni anno nel Paese africano circa 20,7 milioni di euro, traducendo così un appoggio che l’Italia dà agli “sforzi di sviluppo portati avanti dal nostro governo”.

Nel corso del panel “Africa, Italia, Europa: una nuova cooperazione per lo sviluppo sostenibile”, la premier ha messo in evidenza le aspirazioni del governo di Kampala per una popolazione di circa 46 milioni di persone formata per il 23 per cento da giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni. A questi si aggiungono 23 milioni di bambini fra gli zero e i 17 anni. “Abbiamo creato centri di formazione, parchi industriali, hub di innovazione per promuovere le competenze pratiche nei giovani”, ha spiegato la premier, spiegando che l’obiettivo dell’esecutivo è di portare a 25 il numero di parchi industriali presenti nel Paese (oggi sono otto), creando così 5 milioni di posti di lavoro diretti rivolti principalmente ai giovani. “Ogni parco sarà dotato di una sezione dove creare Piccole e medie imprese (Pmi)”, ha spiegato la premier, ricordando che dal 2020 il governo promuove un programma che ha permesso di creare 7.500 Pmi e di sostenerne le attività.

Si è inoltre parlato del progetto “Say Skilling in Agripreneurship for increased Youth employment”,iniziativa che ha permesso a 18 mila giovani tra i 18 e i 30 anni di essere avviati all’impiego nel settore agricolo e a 6.500 studenti tra i 13 ed i 18 anni di ricevere corsi specifici sull’agricoltura, settore trainante dell’economia ugandese. Moderato da Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi, il dialogo ha coinvolto anche il direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo Stefano Gatti, il rappresentante di Avsi in Uganda John Makoha ed altri rappresentanti del settore privato e del governo dei Paesi Bassi, donatore del progetto. L’Italia intende improntare alla qualità qualsiasi operazione da effettuare sulla filiera alimentare, e su questo principio è necessario ragionare a come sviluppare il suo partenariato con l’Uganda, ha ragionato Gatti, che ha citato il pensiero dell’inviato dell’Unione africana per la sicurezza alimentare (ed ex premier del Niger) Ibrahim Mayaki. “Come ha osservato, la povertà comincia e finisce nei sistemi alimentari, quindi la grande sfida è riuscire a trasformarli”, ha detto Gatti, per il quale Italia ed Uganda hanno alcuni elementi su cui confrontarsi, a partire dalle dimensioni contenute dei due Paesi. “L’Italia è un piccolo Paese ma la richiesta di cibo italiano nel mondo è tre volte superiore a quella che effettivamente produciamo”, ha aggiunto sottolineando l’influenza esercitata nella cultura alimentare italiana a livello globale.