CORRIDOIO FILADELFIA ISRAELE NON VUOLE CEDERE IL CONTROLLO

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/08/2024

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha votato a larga maggioranza giovedì sera per sostenere la posizione del primo ministro Benjamin Netanyahu a favore del mantenimento dell’esercito nel Corridoio Filadelfia, nel quadro dell’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi ancora in fase di negoziazione. Lo riferisce il quotidiano israeliano “Times of Israel”, citando un alto funzionario dell’ufficio del premier, secondo cui ai ministri è stato chiesto di approvare una serie di mappe che l’esercito ha elaborato, che mostrano come Israele intende mantenere la sua presenza di truppe nello stretto tratto di 9 miglia (circa 15 chilometri) lungo il confine tra Egitto e Gaza. Queste mappe sono già state adottate dagli Stati Uniti, afferma il funzionario. Nell’ultimo periodo, per Netanyahu il mantenimento della presenza delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel Corridoio Filadelfia è una nuova richiesta nei negoziati sugli ostaggi, e insiste sul fatto che è essenziale per prevenire il contrabbando di armi, che consentirebbe la rinascita del movimento islamista palestinese Hamas dopo la guerra.

La posizione del gabinetto di sicurezza è stata manifestata mentre la delegazione negoziale dello Stato ebraico composta da rappresentanti delle agenzie di intelligence Mossad e Shin Bet e delle Forze di difesa di Israele (Idf) si trovava in Qatar. Oggi gli 007 sono tornati in Israele, dopo aver raggiunto Doha martedì scorso, 27 agosto, per proseguire i colloqui per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Secondo fonti israeliane, finora non ci sono stati progressi nei colloqui per quanto riguarda le linee rosse stabilite dal primo ministro Benjamin Netanyahu, tra cui le questioni delle ispezioni sul Corridoio di Netzarim, la presenza di forze delle Idf sul Corridoio di Filadelfia e il presidio del valico di Rafah.

Nella riunione del gabinetto di sicurezza di giovedì sera, otto ministri hanno votato a favore della posizione di Netanyahu riguardo al Corridoio Filadelfia, mentre solo il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha votato contro, riflettendo la spinta dell’establishment della sicurezza per una maggiore flessibilità sulla questione, temendo che la posizione di Netanyahu prolungherà ulteriormente i colloqui, mettendo a rischio la vita degli ostaggi. L’unico astenuto è stato il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir. Durante la riunione, secondo le fonti, Netanyahu ha detto ai ministri che Hamas è stato in grado di portare a termine il suo assalto del 7 ottobre 2023 perché Israele non aveva il controllo sul Corridoio Filadelfia. Netanyahu ha sottolineato che mantenendo il controllo sul corridoio, Israele impedirà che si verifichi un altro attacco di quella natura poiché Hamas non sarà in grado di riarmarsi. Inoltre, prosegue il funzionario, per il primo ministro, questa posizione renderà in realtà più probabile un accordo sugli ostaggi perché Hamas si renderà conto di non avere altra scelta se non scendere a compromessi su questa questione.

Separatamente durante la riunione di ieri sera, al gabinetto della sicurezza sono stati presentati i risultati preliminari di una revisione delle Idf che ha scoperto che la maggior parte degli ostaggi non sono più in vita e sono stati uccisi durante i primi sei mesi di guerra, secondo il funzionario israeliano. La notizia giunge mentre le famiglie degli ostaggi protestano e affermano che molti dei loro cari avrebbero potuto essere riportati vivi se i negoziati non si fossero trascinati così a lungo.

Oggi, 30 agosto, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno concluso un’operazione durate tre settimane nel sud della Striscia di Gaza, durante la quale sono stati demoliti circa 6 chilometri di tunnel, sono stati uccisi 250 uomini armati e sono stati recuperati i corpi di sei ostaggi. A inizio agosto, i militari israeliani hanno lanciato un’operazione a Khan Yunis e alla periferia di Deir al Balah. Le ultime operazioni si sono concentrate sul recupero dei corpi degli ostaggi e sulla demolizione delle infrastrutture del movimento islamista Hamas. Il portavoce delle Idf per i media in arabo, colonnello Avichay Adraee, ha affermato che le aree precedentemente evacuate saranno ora nuovamente considerate parte della zona umanitaria. L’area era stata evacuata durante un’operazione delle Idf a Khan Yunis ed è stata temporaneamente rimossa dalla zona umanitaria designata da Israele. Prosegue, poi l’operazione israeliana lanciata a inizio settimana in Cisgiordania. Le Brigate Al Qassam, braccio armato del movimento islamista palestinese Hamas, hanno confermato l’uccisione di Wissam Hazem a causa di un attacco aereo delle Forze di difesa di Israele (Idf) a Jenin, in Cisgiordania, e di altri due membri, Maisarah Masharqa e Arafat Amer.

Sul piano politico, dopo che giovedì il leader dell’opposizione Yair Lapid ha accusato il primo ministro Netanyahu di non aver agito dopo essere stato avvisato nei mesi precedenti al 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas in Israele. Oggi, il quotidiano “Yedioth Ahronot” ha rivelato che a luglio 2023 il capo dei servizi d’intelligence interni (Shin Bet), Ronen Bar, ha avvertito Netanyahu che Israele si stava dirigendo verso una guerra, se il governo avesse portato avanti la riforma giudiziaria. L’ufficio del primo ministro ha respinto il rapporto del quotidiano, affermando che Netanyahu “non ha ricevuto alcun avvertimento sulla guerra a Gaza, non nella presunta data indicata nell’articolo”.