Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 11/04/2024
Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, ha ribadito la volontà di guidare il fronte dei Paesi europei favorevoli al riconoscimento dello Stato palestinese come soluzione al conflitto in Medio Oriente. Nel discorso pronunciato oggi davanti al Congresso dei deputati, il premier ha affermato che la Spagna “è pronta” a riconoscere lo Stato palestinese perché “è la cosa giusta da fare, perché la maggioranza sociale lo richiede e per l’interesse geopolitico dell’Europa”. “La comunità internazionale non potrà aiutare lo Stato palestinese se prima non ne riconosce l’esistenza”, ha sottolineato il capo dell’esecutivo di Madrid, aggiungendo che la proposta del riconoscimento dei due Stati “si sta facendo strada”.
Il premier spagnolo ha già avuto degli incontri con i primi ministri di Irlanda, Slovenia e Malta, mentre il 12 aprile sarà a Oslo per incontrare il premier norvegese Jonas Gahr Store. Successivamente, Sanchez andrà in Irlanda per confrontarsi con il nuovo primo ministro, Simon Harris. Il predecessore di Harris, Leo Varadkar, insieme a Sanchez e ai primi ministri di Malta, Robert Abela, e Slovenia, Robert Golob, ha firmato il 22 marzo una dichiarazione in cui si impegna a riconoscere la Palestina quando “si presenteranno le giuste circostanze”. Lunedì prossimo il capo dell’esecutivo di Madrid riceverà il premier portoghese, Luis Montenegro. Il governo spagnolo ha annunciato nei giorni scorsi che intende riconoscere lo Stato palestinese “prima dell’estate”. Una decisione che, secondo lo stesso Sanchez, passerà dall’approvazione del Consiglio dei ministri.
Già nel novembre scorso, a un mese dallo scoppio del conflitto a Gaza, Sanchez aveva sottolineato nel suo discorso di insediamento al Congresso dei deputati che il riconoscimento dello Stato palestinese sarebbe stata una “priorità” del suo governo. La linea “dura” della Spagna aveva portato il 30 novembre scorso ad uno dei momenti più critici nelle relazioni diplomatiche con Israele con il richiamo per consultazioni dell’ambasciatrice a Madrid, Rodica Radian-Gordon, a causa delle parole ritenute “oltraggiose” da parte dell’esecutivo di Netanyahu. In un’intervista alla televisione spagnola “Tve”, Sanchez, infatti, aveva ammonito che Israele dovrebbe sostenere le sue azioni di risposta all’attacco di Hamas “sulla base del diritto umanitario internazionale”.
La diplomazia spagnola è impegnata attivamente per fare in modo che il riconoscimento dello Stato palestinese non sia un atto “isolato” ma il frutto di un coordinamento tra vari Paesi europei. Secondo fonti del governo spagnolo citate dai media iberici, per l’esecutivo di Madrid ciò deve essere accompagnato, tuttavia, da un riconoscimento “speculare” da parte dei Paesi arabi nei confronti di Israele. Per questa ragione, la scorsa settimana Sanchez si è recato in visita istituzionale in Giordania, in Arabia Saudita e in Qatar. Se l’impegno preso dalla Spagna si concretizzerà, coinciderà prevedibilmente con la campagna elettorale europea del 9 giugno o nelle settimane immediatamente successive.