Pubblicato da – MilanoFinanza – 18/04/2024
Al Question time del Senato il ministro dei Trasporti conferma la volontà di avviare i cantieri entro l’estate e smentisce le voci di presunti contrasti sul progetto con il ministero dell’Ambiente | I dubbi del governo sul Ponte sullo Stretto
«A realizzarlo non sarà la politica ma i migliori tecnici italiani, giapponesi, danesi, spagnoli e americani». Così il ministro dei Trasporti Matteo Salvini rispondendo alle interrogazioni sul Ponte sullo Stretto durante il Question time del Senato. «Le richieste della Via», spiega, con riferimento alle 239 integrazioni richieste dalla Commissione per la Valutazione dell’impatto ambientale del ministero dell’Ambiente durante la Conferenza dei servizi dello scorso 16 aprile, «rientrano nell’attività ordinaria prevista per qualsiasi progetto sottoposto a valutazione di questa natura, ancor più per un’opera di tale complessità per la quale la società proponente ha confermato l’obiettivo di aprire i cantieri entro l’estate».
Nessuna bocciatura, dunque, anche perché, prosegue Salvini, il ministero ha confermato la bontà del progetto approvato dal Comitato tecnico-scientifico che, «insieme ai 30 miliardi per il miglioramento di strade, autostrade e ferrovie in Sicilia e altrettanti in Calabria darà lavoro, sviluppo e speranza a due delle regioni con il più alto tasso di disoccupazione in Europa: il ponte – conclude – sarà un’opera utile, sicura e sostenibile».
Una sfida tecnologica e contro il tempo
Sull’apertura dei cantieri in estate, Salvini aveva corretto parzialmente il tiro poche ore prima dell’intervento a Palazzo Madama: «L’ossessione dei giornalisti è quando parte il ponte, ma a me basta che parta: entro quest’anno il consorzio darà via ai lavori di un’opera di cui si parla da almeno un secolo». Una conferma indiretta dell’auspicio, espresso a margine del G7 dei Trasporti a Milano, di poter portare in visita ai cantieri i suoi omologhi «entro fine anno».
A confermare il possibile avvio dei lavori entro la stagione estiva è invece Pietro Salini , ad di Webuild che guida il consorzio Eurolink concessionario del progetto: «Noi siamo pronti, ma dipende dalla politica: ogni mattina c’è un permesso da superare». «Non fare il Ponte – dice Salini dall’evento Feuromed di Napoli – è una follia: si tratta di un progetto complesso, ma è una cosa che l’Italia non si può permettere di non fare, anche perché vale 120 mila persone al lavoro. È lo strumento con cui il Mezzogiorno diventa hub del Mediterraneo, è una sfida tecnologica importante come quella affrontata dagli ingegneri che hanno realizzata il Traforo del Sempione».
Una sfida che, oltre che tecnologica, si preannuncia contro il tempo: il 24 maggio scadrà infatti il mandato quadriennale della commissione Via-Vas incaricata di dare il proprio benestare al progetto. Le osservazioni della società Stretto di Messina – parola di Salvini – arriveranno nei 30 giorni previsti dalla normativa, quindi entro il 16 maggio: 239 integrazioni ai 10 mila documenti già inviati. Una mole gigantesca di carte che la commissione avrà pochissime settimane, se non pochissimi giorni, per approvare. Senza questo passaggio, peraltro, non sarà possibile attivare l’ultimo step presso il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), chiamato a dare l’ultima luce verde prima dell’avvio dei cantieri. Avvio che, nella migliore delle ipotesi, rischia di slittare in autunno.