Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 16/04/2024
E’ tutto pronto a Tunisi per la missione lampo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni prevista nella mattinata di domani. La premier sarà accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dalla ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini. Dopo l’incontro con il capo dello Stato tunisino, Kaies Saied, al palazzo di Cartagine, sede dell’amministrazione presidenziale tunisina, Meloni ripartirà alla volta di Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo di domani e giovedì 18. Sono almeno due gli argomenti al centro dei colloqui: i flussi migratori irregolari verso l’Italia, che nell’ultimo mese hanno visto un’impennata; il ruolo che può giocare la Tunisia nel Piano Mattei lanciato dal governo per lo sviluppo dell’Africa. Il colloquio tra Meloni con Saied potrebbe fornire l’occasione per fare il punto sul memorandum d’intesa tra l’Unione europea e la Tunisia firmato lo scorso luglio e che include, tra le altre cose, un sostegno finanziario supplementare, la formazione e il supporto tecnico necessari per migliorare ulteriormente la gestione delle frontiere tunisine. I colloqui potrebbero vertere anche sul nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, ratificato dal Parlamento europeo il 10 aprile, che introduce norme più severe per i richiedenti asilo ed espulsioni più facili verso i paesi terzi da cui partono più spesso per raggiungere l’Europa, Tunisia inclusa. Almeno 16.090 i migranti sbarcati in modo irregolare in Italia dall’inizio dell’anno al 15 aprile, in calo del 51,97% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando sulle coste italiane erano arrivate via mare 33.499 persone. L’analisi a cura di “Agenzia Nova” dei paesi di partenza delle imbarcazioni evidenzia che, a differenza dello scorso anno, gli arrivi in Italia dalla Libia da inizio anno sono stati generalmente superiori a quelli dalla Tunisia. Se tra il primo gennaio e il 15 marzo aprile 2023 erano stati registrati 18.588 arrivi dalla rotta tunisina e 14.081 dalla quella libica, quest’an – no sono arrivati dalla Tunisia “solo” 7.254 migranti (-60%), mentre dalla Libia 8.805 (- 37,2%).
Tuttavia, le posizioni si sono ribaltate nelle ultime quattro settimane, con 5.587 arrivi dalla Tunisia (ben +337,52 per cento in un mese) contro i 3.945 sbarcati (+81,17 per cento) dalla Libia dal 15 marzo a oggi. Le autorità tunisine, da parte loro, hanno comunicato di aver intercettato in mare e riportato a terra almeno 12.764 migranti, in gran parte cittadini provenienti da paesi dell’Africa subsahariana, dall’inizio del 2024. Complessivamente, peraltro, le autorità tunisine hanno rivendicato di aver sventato 407 “tentativi di attraversamento illegale delle frontiere marittime” dall’inizio dell’anno. Questi temi saranno probabilmente al centro dell’incontro di Piantedosi con l’omologo tunisino, Kamel Feki. Non va sottovalutata, inoltre, la partecipazione alla missione italiana della ministra Bernini. Quest’ultima, infatti, dovrebbe firmare un memorandum d’intesa per rafforzare la cooperazione accademica e scientifica tra i due Paesi, incoraggiare lo scambio di informazioni tra le istituzioni della formazione superiore e degli enti di ricerca, promuovere l’insegnamento delle lingue, letterature, culture e storie di entrambi i Paesi, nonché facilitare l’accesso bidirezionale alle infrastrutture di ricerca. Un settore, quello dell’istruzione, che è uno dei cinque pilatri del Piano Mattei è che fondamentale per disinnescare l’emigrazione illegale e incentivare i flussi migratori regolari e controllati. Atal riguardo è opportuno sottolineare il recente successo di un progetto pilota per la formazione di una quarantina di lavoratori tunisini. Per rispondere ai bisogni di manodopera italiani e a quelli di impiego tunisini, infatti, 38 giovani tunisini hanno seguito una formazione in Tunisia e saranno assunti in Italia nelle imprese edili attive su cantieri con fondi del Pnrr. Un progetto più ampio, che ambisce a portare in Italia duemila lavoratori tunisini nell’arco di 36 mesi, è alle prime fasi e beneficerà di finanziamenti dell’Unione europea. Per l’ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, la comunità italiana in Tunisia, con circa 900 imprese attive sul territorio, contribuisce “in modo decisivo alla crescita economica di un Paese amico” e il rapporto tra le sponde del Mediterraneo “diventerà sempre più importante” con il progetto Elmed, il cavo di interconnessione elettrica che collegherà Capo Bon con la Sicilia. “Gli italiani in Tunisia sono presenti storicamente da almeno un paio di secoli, se non di più. Sono una comunità estremamente attiva, molto ben introdotta, che oggi contribuisce in modo decisivo anche alla crescita economica di questo Paese amico. Non dimentichiamo che ci sono circa 900 imprese italiane operanti in Tunisia, creando ricchezza e offrendo diverse decine di migliaia di posti di lavoro diretti, per non parlare poi di quelli indiretti che vengono generati dall’intero indotto” ha spiegato l’ambasciatore Prunas in una recente intervista concessa a “Nova”.