Pubblicato da ilmattino.it – 17/03/2023
È prevista la presenza di oltre sessanta relatori, tra cui sei ministri, e voci autorevoli del Mediterraneo
Napoli si candida a interpretare il ruolo di capitale del Mediterraneo allargato. La grande crisi globale legata alla pandemia e all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia hanno cambiato le dinamiche internazionali, accorciato le catene della logistica e causato significative difficoltà, incluse quelle legate all’approvvigionamento delle materie prime. In parole povere: il mondo si è capovolto. L’asse fino ad ora imperante a livello globale, quello Est-Ovest, si è infranto. Una dinamica che non si verificava dai tempi della Guerra Fredda e che oggi gradualmente sta lasciando spazio a nuovi possibili equilibri: l’asse Sud-Nord ha la possibilità di guidare la crescita dell’Europa. Queste le premesse poste al centro del primo «Festival euromediterraneo dell’economia», che si svolgerà a Napoli oggi e domani al Maschio Angioino e che sono state anticipate ieri durante la conferenza stampa di presentazione in sala giunta a Palazzo San Giacomo. L’iniziativa è co-organizzata dalla rappresentanza della Commissione europea in Italia, dall’ufficio del Parlamento europeo in Italia e dal Quotidiano del Sudl’AltraVoce dell’Italia, con il patrocinio del Comune di Napoli.
È prevista la presenza di oltre sessanta relatori, tra cui sei ministri, le voci autorevoli del Mediterraneo, venti tra amministratori delegati e presidenti delle più importanti aziende italiane, rappresentanti delle istituzioni europee e multilaterali. «Non siamo qui per aiutare il Sud o per aiutare il Mediterraneo. Si tratta di far capire che è successo qualcosa nel mondo, che i carri armati in Ucraina hanno messo in crisi l’asse tradizionale Est-Ovest e che quello che si chiamava tubo e ora si chiama elettrodotto è l’unico che può portare dal Sud Italia e dal Nord Africa l’energia che serve alle industrie del Nord per continuare a produrre – ha spiegato Roberto Napoletano, direttore del Quotidiano del Sud e del Festival -. Forse queste grandi reti serviranno nei prossimi anni a far continuare a produrre la grande manifattura tedesca. Il mondo si è capovolto è il Sud che ha le risorse e le competenze e questo festival si propone in maniera analitica di capire vicino a quello che si chiamava tubo qual è la filiera industriale.
Si parla del nuovo hub energetico del Mediterraneo, giustissimo, ma prima di questo c’è l’hub della nuova manifattura e del nuovo capitale umano». «È il momento di svoltare, di dire che in questo momento il Sud Europa, il Mediterraneo tornano a essere il centro non la periferia dell’Europa ha evidenziato Patrizio Bianchi, ex ministro dell’Istruzione e presidente Advisory board del Festival euromediterraneo dell’economia – Tutta la parte Nord è andata in difficoltà perché il rapporto Germania-Russia è andato in crisi. Dall’altra parte in questa nuova fase in cui l’Europa è stretta tra Est e Ovest si apre una nuova frontiera per il Sud, complicata ma che ha il suo centro nel Mediterraneo. Abbiamo una rete di università e di ricerca abbiamo competenze che possono essere utili a tutta l’Europa».
«Di fronte ad un mondo che muta per le sfide geopolitiche e ambientali, dobbiamo cambiare la visione e la narrativa del Mediterraneo che diventa, se gestito, un mare di opportunità per l’Europa e i Paesi che vi si affacciano» ha commentato Antonio Parenti, direttore della rappresentanza della Commissione europea in Italia. «Ospitiamo a Napoli un evento di grande rilievo nazionale ed internazionale: un’occasione per consolidare un confronto costruttivo sul ruolo della nostra città e dell’intero Mezzogiorno nel Mediterraneo alla luce dei mutati equilibri politici, sociali ed economici nel mondo» ha rimarcato poi il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.