Cultura e porti, il Sud riparte

Pubblicato da ilroma.net – 18/03/2023

Il ministro Sangiuliano rilancia il ruolo di Napoli nel Mediterraneo. Il Feuromed al Maschio
Angioino, Musumeci: con l’economia del mare il Meridione cresce

NAPOLI. Rilanciare il Mezzogiorno attraverso la sua vocazione euromediterranea. E farlo utilizzando due formidabili leve: la cultura e i porti. A cominciare da Napoli. A spiegare senza giri di parole che lo sviluppo del Sud deve correre su questo doppio binario sono i ministri Gennaro Sangiuliano (nella foto) e Nello Musumeci, raccogliendo e rilanciando il leit motiv del festival Euromediterraneo dell’economia, la due giorni apertasi ieri al Maschio Angioino a Napoli e promossa dal “Quotidiano del Sud” diretto da Roberto Napoletano. CON LA CULTURA SI MANGIA. A cominciare dalla cultura, con la quale, spiega Sangiuliano, si mangia eccome. A dimostrarlo ci sono i numeri: «I nostri musei in pochi mesi sono tornati ai livelli del 2019 e sono anche una macchina da soldi, nel senso buono del termine», dice il ministro.

L’ASSE EUROMEDITERRANEO. Nel suo intervento il titolare della Cultura spiega che l’asse euromediterraneo «non lo costruiamo solo in termini di economia, che pure è importante, lo costruiamo se noi ricordiamo ai libici che lì ci sono gli insediamenti, ricordiamo ai tunisini Cartagine, ai greci l’antica Grecia e rifacciamo la Magna Grecia che fu grande contenitore di storia e civiltà». Insomma, il Mediterraneo, lungi dall’essere solo il teatro di drammatiche migrazioni di genti, deve tornare ad essere la naturale proiezione geopolitica e geoeconomica dell’Italia.

IMPRESA E CULTURA PILASTRI DELL’ITALIA. Un’Italia, spiega Sangiuliano, che «ha due grandi pilastri su cui costruire il futuro. Uno è l’impresa», ovvero la proverbiale capacità che hanno gli italiani «di trasformare materie prime in prodotti applicando a questo processo il cosiddetto genio italico»; in secondo luogo «la grande opportunità è la cultura, siamo una superpotenza culturale, in Italia ci sono 5 milioni di opere e riusciamo a esporne solo 480mila», ricorda il ministro napoletano.

«NON SIAMO CODICI A BARRE». Il respiro del discorso dell’ex direttore del “Roma” si allarga poi prendendo in considerazione il fatto che «non esiste una cultura indistinta, ma esiste una cultura radicata in una comunità nazionale, o europea se intendiamo Europa una Nazione». Al Feuromed Sangiuliano sottolinea che «il capitale umano è l’antitesi di un certo turbocapitalismo che ha pensato di poter degradare l’uomo a un codice a barre».

I LIMITI DELLA GLOBALIZZAZIONE. Non esita Sangiuliano ad inoltrarsi in una certa critica di quella globalizzazione «che avevamo definito come una sorta di paradiso post-storico», e che invece «ha dimostrato degli evidenti limiti, crepe nella costruzione di un mondo migliore».

«SUPERARE RASSEGNAZIONE E FATALISMO». A mettere l’accento sullo sviluppo dei Porti è il ministro delle Politiche del mare, Nello Musumeci, per il quale «noi meridionali dobbiamo cogliere una straordinaria opportunità: le regioni del Sud devono guardare al Mediterraneo, l’economia del mare può diventare un motore di crescita delle nostre regioni».

«I PORTI NON SIANO SOLO DI TRANSITO». Musumeci ricorda che «l’economia del mare viene alimentata per il 18% dalle Regioni del Sud. È un elemento di novità che molto spesso sfugge» sottolinea, aggiungendo che «i porti non devono essere luoghi di transito, ma luoghi in cui si lavora». Musumeci annuncia poi una legge «che fissa in 9-10 anni il tempo massimo per le ricostruzioni di territori colpiti da alluvioni o sisma».