Libia devastata dal ciclone “Daniel” le vittime sono decine di migliaia

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 13/09/2023

UN’APOCALISSE HA MESSO IL PAESE IN GINOCCHIO

l passaggio del ciclone subtropicale “Daniel” in Cirenaica la notte tra domenica 10 e lunedì 11 settembre ha creato un disastro di proporzioni immani, la peggiore catastrofe della Libia e una delle più gravi dell’intero Mediterraneo. Il cedimento di due dighe risalenti agli anni ‘70 ha letteralmente sommerso la città nordoccidentale di Derna, che conta da sola tra i 50.000 e i 90.000 abitanti a seconda delle fonti: interi quartieri sono stati spazzati via dall’acqua. Il ministro della Sanità del Governo libico di stabilità nazionale (Gsn), l’esecutivo libico al potere nell’est e non riconosciuto dalla comunità internazionale, Othman Abdel Jalil, ha fornito un bilancio provvisorio di oltre 3.000 morti, cifra poi salita a 5.200 nella sola Derna, ma preoccupa il fatto che i dispersi sarebbero addirittura 100.000 in tutta la Cirenaica. Oltre a Derna, in- fatti, ci sono molte altre aree colpite, come Susah (8.000 abitanti), Al Marj (80.000), Al Bayda (250.000) e zone dell’entroterra di cui si sa poco o nulla. Le comunicazioni sono interrotte, Internet e i telefonini non funzionano, molte strade sono bloccate e i soccorsi tardano ad arrivare. Difficile spiegare le cause di un tale disastro: incuria, cambiamenti climatici, il fatto che molta gente stava dormendo quando è arrivata la piena sono possibili motivazioni.

Il ciclone “Daniel”, con raffiche fino a 180 chilometri all’ora e quantità di acqua record, ha spazzato via le due dighe costruite dalla ditta jugoslava Hidrotehnika-Hidroenergetika nel 1973-1979, una delle quali è tra le cinque più grandi del Paese, liberando milioni di metri cubi d’acqua che si sono abbattuti con violenza inaudita sulle abitazioni di Derna risalenti agli anni ’60 e ’70. Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Sirte nel novembre del 2022, il Bacino di Wadi Derna presentava “un elevato potenziale di rischio di inondazioni”, mentre le dighe necessitavano “di una manutenzione periodica”. In molti ora si chiedono ora perché quell’allarme sia stato ignorato. Probabilmente perché il Paese membro del cartello petrolifero Opec+ è spaccato in due coalizioni politiche e militari in lotta tra loro: da una parte il Governo di unità nazionale (Gun), con sede a Tripoli, del premier Abdulhamid Dabaiba, riconosciuto dal- la Comunità internazionale e appoggiato soprattutto dalla Turchia; dall’altra il Governo di stabilità nazionale, di fatto un esecutivo parallelo basato in Cirenaica, ormai ridotto a una scatola vuota priva  di funzioni, dal momento che a comandare nell’est è il generale Khalifa Haftar, comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl).

Di fronte al devastante impatto del ciclone, sia il governo di Tripoli che quello di Bengasi hanno proclamato tre giorni di lutto nazionale. La Camera dei rappresentanti della Libia, il Parlamento che si riunisce nell’est del Paese, ha invitato i membri dell’Alto Consiglio di Stato, una sorta di “Senato” basato a Tripoli, a partecipare a una sessione di emergenza prevista giovedì 14 settembre a Ben- gasi. In attesa che i politici libici si mettano d’accordo dopo questa tragedia, Derna è diventata inabitabile “ed è molto probabile che venga evacuata”, stando a quanto riferito dal ministro dell’Aviazione del Governo di stabilità nazionale della Libia (Gsn, l’esecutivo al potere nell’est del Paese), Hisham Abu Shkiwat. Con tutto ciò che ne consegue in termini di sfollati, prevenzione di malattie e infezioni, aiuti e attrezzature da inviare.

Senza contare i danni economici, non solo in termini di infrastrutture e ricostruzione. La Libia nord-orientale è un importante distretto agro-industriale: carne, frutta e verdura della Cirenaica provengono in larga parte dagli allevamenti e dalle coltivazioni dell’area che va da Al Marj a Derna. Ci vorranno anni, forse decenni prima che la Libia si riprenda dal peggior disastro naturale della sua storia recente. Un team italiano composto da personale del dipartimento della Protezione civile, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, del Comando operativo di Vertice interforze e del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale “partirà nella giornata odierna per la Libia, in seguito alla devastazione causata dall’uragano Daniel nella zona orientale del Paese”, ha reso noto il dipartimento per la Protezione civile. “L’advance team, coordinato dal dipartimento della Protezione civile, avrà il compito di valutare la situazione nella zona in cui potrà dispiegarsi l’impegno italiano e acquisire tutte le informazioni necessarie per l’organizzazione di un intervento strutturato già a partire dai prossimi giorni. L’Italia – conclude – risponde così alla richiesta di supporto avanzata dalle autorità libiche”.