CYBERTECH 2023, ITALIA TRA LE PRIME MA VANNO MIGLIORATI CLOUD E MEMORIA

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 04/10/2023

Una due giorni inaugurata dal ministro Guido Crosetto, ad evidenziare quanto il settore della Difesa sia proiettato verso uno sviluppo internazionale

Si è aperta all’insegna della cybersicurezza e delle innovazioni in ambito cibernetico la sesta edizione del Cybertech Europe 2023, evento che vede riuniti a Roma i principali attori del settore fino alla giornata odierna. Una due giorni inaugurata dal ministro Guido Crosetto, ad evidenziare quanto il settore della Difesa sia proiettato verso uno sviluppo che da punti di forza nazionali può cercare protagonismi anche in collaborazioni di ambito europeo e oltre. L’Italia è il quarto Paese al mondo per capacità di calcolo “grazie al lavoro di Eni, di Leonardo, dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova e a mille condizioni che ci hanno consentito” di
raggiungere questo risultato, ha sottolineato il ministro della Difesa, che riconosce tuttavia la necessità di “un passo avanti” nel cloud e nella memoria, settori nei quali “siamo latitanti”.

Crosetto ha riconosciuto che a fronte della dinamicità del settore della sicurezza cibernetica l’Italia deve adottare “un approccio diverso”, e che l’obiettivo richiede uno “Stato più leggero”, con meno burocrazia e regole. Dall’amministratore delegato di Leonardo ed ex ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani viene l’incentivo a cercare “una strategia ampia e visionaria, non nazionale ma continentale”. “Siamo in ritardo con l’invio di satelliti nello spazio per produrre dati e avere internet ovunque. Siamo in ritardo nei satelliti, nella tecnologia e nei servizi. Siamo in ritardo nel cloud. Siamo in ritardo nelle tecnologie di trasmissione wireless. Non possiamo arrivare in ritardo. Vogliamo essere un continente avanzato”, ha detto Cingolani, per il quale se l’Europa vorrà giocare un ruolo a livello globale dovrà dotarsi “di una forte strategia informatica a questo scopo, oltre a una visione forte e chiara sull’infrastruttura”.

A margine dell’intervento, Cingolani ha tuttavia espresso soddisfazione per alcuni progetti portati avanti dal suo gruppo, primo fra tutti quello sul primo centro paneuropeo di cyber analisi realizzato da Leonardo. In ogni caso, il nuovo piano industriale di Leonardo, che partirà a gennaio prossimo, avrà come pilastri principali la cybersicurezza e lo spazio, la prima da intendersi come “una piattaforma che per- mette di dare ad ogni prodotto Leonardo, fin dalla fase di progettazione, un vantaggio competitivo”, mentre sullo spazio Cingolani si dice certo che “questo settore genererà una quantità di dati da proteggere” e nuovi ambiti di lavoro.

Terzo, e non ultimo punto sul quale Leonardo sta lavorando è il progetto di sistema di difesa aerea in cui l’Italia collabora con Regno Unito e Giappone nell’ambito del Global Combat Air Program (Gcap). Cingolani lo considera al momento “un grande laboratorio di menti più che economico, non ci sono quote”, e per questo l’Ad esorta ad individuare un modello. Sull’azione di Leonardo si è espresso anche Lorenzo Mariani, Exective Group Sales del gruppo, sottolineando il contributo dato alla difesa nazionale ed europea in tre settori chiave quali lo spazio, il mare e il “cloud”. “Nello spazio Leonardo gioca un ruolo fondamentale in particolare per le due joint venture concluse con Telespazio e Thales Alenia Space”, ha sottolineato Mariani, aggiungendo che il gruppo è inoltre partner di Asi ed Esa e contributor dei programmi Nasa.

La guerra in Ucraina ha reso consapevoli che il dominio cibernetico non è solo parte integrante del conflitto, ma causa conseguenze a chilometri di distanza dal campo di battaglia, ha poi osservato il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas. “Ogni volta che un governo esprime supporto all’Ucraina con tangibili segni di solidarietà, immediatamente subisce un attacco hacker russo. Per questo la Commissione europea ha accelerato il lavoro sulla cybersecurity”, ha detto Schinas, ragionando su un tema che è stato toccato anche nell’intervento del direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Bruno Frattasi, sottolineando che l’Italia subisce quasi ogni giorno attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) da parte di hacker filo-russi. In riferimento agli investimenti, Frattasi riferisce che la linea di finanziamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) a disposizione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) ammonta oggi a 623 milioni di euro.

Sul fronte aziendale, sono in molti a presentare prodotti rivolti a colmare il gap tra sicurezza ed accessibilità. Michele Lamartina, country manager Italy e Malta di Palo Alto Networks, osserva che se “la diffusione dell’intelligenza artificiale è un fenomeno inarrestabile che indubbiamente offre tutta una serie di enormi opportunità”, questo presuppone necessarie difese dagli abusi di cybercriminali. Di fronte agli attacchi cibernetici che avvengono “in modalità sempre diversa e con maggior frequenza” è necessario “avere comportamenti sempre più consapevoli”, ha detto ad “Agenzia Nova” Gianni Baroni, Ceo di Cyber Guru, insistendo sulla necessaria educazione degli utenti. Da Pierre Levy, Ceo e amministratore delegato di Atlantica Digital, viene una riflessione più ampia che coinvolge le relazioni internazionali. Per l’amministratore delegato la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita è da interpretare “positivamente, perché sicuramente aprirebbe scambi commerciali, oltre che culturali, interessanti”.

“Guardiamo all’Arabia Saudita con interesse, indipendentemente dalla normalizzazione dei rapporti con Israele, perché è un mercato molto importante e molto ricco. L’avvicinamento all’Occidente, che va avanti da tempo, e la modernizzazione dello Stato avviata dalla Vision 2030 di Mohammed bin Salman consente anche agli operatori di programmare degli investimenti. Fino a qualche anno fa era impensabile, oggi sicuramente è un mercato ricco al quale ci si può affacciare”, ha detto Levy, sottolineando come l’80 per cento dei prodotti di software di Atlantica Digital siano di origine israeliana. “Ma noi siamo una società italiana e vendiamo un servizio italiano. Non siamo per forza legati alla tecnologia israeliana, anche se oggi, devo dire, in certi campi gli israeliani hanno sicuramente un predominio”, ha aggiunto. Bruno Lagalla, country manager per l’Italia di Reveal Security, con sede a Tel Aviv, sottolinea come la startup “rilevi in modo innovativo le anomalie” di comportamento degli utenti che entrano in modo apparentemente legittimo nei sistemi grazie all’impiego innovativo di una macchina di apprendimento supervisionato (machine learning supervised) “che crea un modello comportamentale degli utenti e rileva quando questo non è in linea”.