Liberia alle elezioni presidenziali George Weah cerca un secondo mandato

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/10/2023

Un totale di 19 candidati concorrono per sconfiggere il presidente in carica, esponente della Coalizione per il cambiamento democratico (Cdc), in corsa per un secondo mandato

Oltre 2,4 milioni di cittadini in Liberia si recheranno oggi alle urne per eleggere il nuovo presidente e i membri del parlamento. Un totale di 19 candidati concorrono per sconfiggere il presidente in carica George Weah, esponente della Coalizione per il cambiamento democratico (Cdc), in corsa per un secondo mandato di sei anni. L’ex stella del Milan, al potere dal 2018, dovrà guardarsi soprattutto dai suoi due principali sfidanti: l’ex vicepresidente Joseph Nyuma Boakai e l’uomo d’affari Alexander Cummings. Entrambi facevano parte in precedenza di un’alleanza di opposizione quadri-partita, la Coalizione dei partiti politici (Cpp), che lo scorso anno si è sciolta in seguito alle divergenze emerse riguardo proprio alla no- mina del candidato alla presidenza.

In corsa c’è anche Tiawan Gongloe, del Partito popolare liberiano (Lpp), un noto avvocato per i di- ritti umani e professore di diritto che ha servito come procuratore generale del Paese durante l’amministrazione Ellen Johnson-Sir-leaf, al potere in Liberia dal 2006 al 2018 (prima leader donna eletta in Africa). Solo due dei 20 contendenti in lizza per la presidenza so- no donne, una delle quali è Sara Nyanti, ex vice rappresentante speciale della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Un-miss). Weah, in corsa per un secondo mandato, è il chiaro favorito della corsa presidenziale, e in campagna elettorale si è detto sicuro di ottenere la vittoria assoluta già al primo turno. Il presidente uscente ha confermato come sua “compagna di corsa” la sua vice attuale, Jewel Howard-Taylor, ex moglie dell’ex presidente Charles Taylor, presidente della Liberia dal 1997 al 2003 che sta ora scontando una condanna a 50 anni in un carcere del Regno Unito per crimini contro l’umanità commessi nella guerra civile della Sierra Leone.

Nel rivendicare i suoi successi durante il primo mandato, Weah ha elencato il programma di lezioni gratuite per gli studenti universitari delle università pubbliche, istituito nel 2018; il pagamento delle tasse per gli alunni delle scuole pubbliche; l’aumento dell’accesso all’elettricità e, contestualmente, la riduzione dei costi della stessa da 38 centesimi a una media di 15 centesimi per kilowatt. L’amministrazione ha inoltre avviato diversi progetti di costruzione di strade in tutto il Paese. Nonostante ciò, i critici di Weah sostengono che la corruzione – già diffusa nel Paese – si sia ulteriormente estesa sotto la sua presidenza, e che lo stato dell’economia e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari che hanno portato alle proteste del giugno del 2019 e del dicembre dello scorso anno siano indicatori del fallimento del suo governo. Nel suo manifesto, Weah ha promesso di ridurre il pagamento diretto delle spese mediche attraverso un sistema di assicurazione sanitaria sociale obbligatoria e ha anche promesso di fornire energia solare “off-the-grid” per gli ospedali pubblici e le scuole secondarie. L’ex stella del calcio ha anche promesso di creare posti di lavoro sostenibili, formalizzando le attività minerarie artigianali e su piccola scala e fornendo ai pubblici ministeri una formazione sulla violenza sessuale e di genere.

D’altro canto, il suo principale sfidante Boakai vanta decenni di esperienza nel settore pubblico della Liberia e gode di un ampio riconoscimento nel Paese, puntando ora alla presidenza sotto le insegne del Partito dell’unità. Il 78enne è stato in precedenza ministro dell’Agricoltura dal 1983 al 1985 e vicepresidente dal 2006 al 2018, sotto la presidenza Johnson-Sirleaf. Quest’anno Boakai ha stretto un’alleanza con il Movimento per la democrazia e la ricostruzione (Mdr), fondato dall’ex signore della guerra – poi diventato senatore – Prince Johnson. Di conseguenza, Boakai ha scelto il senatore dell’Mdr Jeremiah Koung come suo compagno di corsa. Il Mdr aveva già stretto un’alleanza con il Cdc di Weah nel 2017, sostenendolo nel secondo turno delle elezioni e risultando così decisivo per la sua elezione. L’alleanza si è tuttavia sciolta nel 2022, tra le lamentele di Johnson per la mancanza di opportunità di lavoro per la “sua gente”.

Per molti osservatori, dunque, il secondo tentativo di Boakai alla presidenza è una rivincita con Weah dopo che i due si erano affrontati nel ballottaggio delle elezioni del 2017, poi vinto da Weah. Basandosi sulla sua esperienza, Boakai ha fatto dell’agricoltura una questione chiave della sua campagna elettorale, promettendo di aumentare la produzione nazionale di riso e di creare tre centri di macchinari agricoli nel Paese. L’ex ministro ha anche promesso di asfaltare le autostrade che collegano le capitali delle contee e quelle che collegano la Liberia ad altri Paesi, al fine di migliorare il commercio transfrontaliero, e di collaborare con il parlamento per istituire un tribunale specializzato per accelerare i casi di corruzione e crimini economici e per sostenere il settore privato nello sviluppo di programmi per il riciclaggio dei rifiuti solidi nella produzione di energia rinnovabile. I suoi detrattori, tuttavia, sostengono che Boakai sia troppo anziano per governare, e i problemi di salute non aiutano.

Alexander Cummings, 57 anni, è diventato noto per la prima volta sulla scena politica liberiana quando si candidò alla presidenza nel 2017 classificandosi quinto. Quest’anno corre per la piattaforma del Partito politico collaborante (Cpp), una coalizione formata dal Congresso nazionale alternativo di Cumming e il Partito della libertà. Cummings è stato a capo della filiale africana della Coca-Cola tra il 2001 e il 2008 e, come direttore amministrativo globale, dal 2008 fino al suo pensionamento, avvenuto nel 2016. Nel suo incarico ha supervisionato la creazione della Fondazione Africa che ha contribuito alla risposta continentale alla diffusione dell’Hiv/Aids.

In vista del voto di oggi, l’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr) si è detto “preoccupato” per le possibili violenze, ricordando che almeno due persone sono morte e altre 20 sono rimaste ferite durante gli scontri avvenuti negli ultimi giorni tra i sostenitori del partito al governo, Cdc e il Partito dell’unità, all’opposizione. Una preoccupazione condivisa anche dal dipartimento di Stato Usa, che la scorsa settimana ha annunciato che imporrà restrizioni ai visti di “coloro che minano la democrazia in Liberia”, precisando che la misura colpirà “chi progetta di influenzare impropriamente l’esito delle elezioni attraverso la manipolazione del processo elettorale, l’uso della violenza (…) o l’impegno in qualsiasi altra attività” a questo fine. Per prevenire possibili irregolarità nelle operazioni elettorali, ad agosto l’Unione europea ha deciso di inviare una missione di osservazione elettorale guidata da Andreas Schieder, membro del Parlamento europeo.