MEDIO ORIENTE: NATO CON ISRAELE DOPO IL CONFRONTO CON GALLANT

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 13/10/2023

Il ministro della Difesa israeliano che si è collegato con gli omologhi dell’Alleanza, ha fatto un resoconto dopo l’attacco subito da parte del movimento islamista Hamas

Si è concluso il secondo giorno della riunione dei ministri della Difesa del la Nato a Bruxelles. A tenere banco, come prevedibile, la situazione in Medio Oriente, con il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che si è collegato con gli omologhi dell’Al leanza, informandoli della dinamica sul campo e facendo un resoconto dopo l’attacco subito da parte del movimento islamista palestinese Hamas. Nel corso dell’incontro, il ministro israeliano ha mostrato ai suoi omologhi un video delle violenze perpetrate da Hamas in territorio israeliano. “Immagini orribili”, come le ha definite il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa. Immagini che hanno confermato, ha spiegato proprio Stoltenberg, la brutalità degli attacchi su civili e sugli innocenti. L’impatto delle immagini sui ministri Nato è poi stato ribadito anche dalle paro le del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, che in un punto stampa a margine della riunione di Bruxelles le ha definite di una “violenza inaudita”. È su questo sentimento, quindi, che i ministri partecipanti alla riunione di Bruxelles hanno quindi confermato il pieno sostegno a Israele e il suo diritto alla difesa. “Il messaggio che esce dalla Nato non può che es sere di solidarietà totale, di fronte a un atto terroristico di violenza inaudito, fatto da un’organizzazione terroristica come Hamas”, ha detto Crosetto.

Gli alleati hanno quindi condannato fermamente l’attacco contro i civili perpetrato da Hamas e chiesto l’immediato rilascio degli ostaggi. “Israele ha di ritto a difendersi e proteggere i civili è essenziale”, ha ribadito Stoltenberg in conferenza stampa. “Nessuno Stato deve cercare di avvantaggiarsi dalla situazione di escalation”, ha poi aggiunto, confermando le parole già espresse nella giornata di ieri. A questo proposito, si è pronunciato anche il segretario alla Di fesa statunitense Lloyd Austin, che ha sottolineato come non ci siano prove che possano indicare un possibile coinvolgimento dell’Iran nella preparazione delle azioni terroristiche compiute da Hamas. “Non abbiamo visto alcuna indicazione che l’Iran sia stato coinvolto nella pianificazione o nell’esecuzione di questo attacco. Naturalmente, è un aspetto su cui continuiamo a concentrarci, ma quello che sappiamo a questo punto è che non ci sono indicazioni in tal senso”, ha detto. Nessuna prova, ha aggiunto, anche di movimenti di truppe della milizia sciita-libanese Hezbollah lungo il confine con Israele. “Questo è un aspetto su cui gli israeliani sono concentrati e su cui anche noi controlliamo, perché potrebbe allargare il conflitto”, ha detto Austin. Con l’evoluzione del conflitto, i ministri Nato hanno però espresso con chiarezza la richiesta di proporzionalità nella risposta militare israeliana. “Nella guerra ci sono regole e c’è una richiesta di proporzionalità”, ha detto Stoltenberg. Spunto ripreso anche dal ministro Crosetto, che a margine della riunione ha ribadito che “l’attacco è stato fatto da un’organizzazione terroristica come Hamas”, e non dal popolo palestinese. Anche Lloyd Austin ha poi detto di aspettarsi proporzionalità nella risposta israeliana, sottoscrivendo le parole espresse in precedenza dal segretario Nato, ma confermando anche che gli Stati Uniti non hanno posto condizioni a Israele sull’uso dei loro aiuti militari.

L’obiettivo al momento, ha poi precisato Crosetto, è evitare un’ulteriore escalation e fare in modo che il conflitto non coinvolga civili innocenti. “A noi preoccupa che non ci sia un’escalation, che non ci siano persone che non c’entrano nulla con questo scontro che rimangano in mezzo di quella che è una legittima reazione da parte di Israele, che si è sentito attaccato e che deve difendersi”, ha detto. “Probabilmente, questa convivenza con Hamas, che fino ad adesso è avvenuta e non ha avuto effetti così devastanti, adesso è impossibile. La reazione di Israele è assicurarsi il futuro, e probabilmente adesso comprende uno scontro con Hamas molto duro”, ha aggiunto. Uno scontro che tutti si augurano possa avere le minori conseguenze possibili nella regione. “L’obiettivo è fare in modo che non ci sia una escalation che incida su un’area molto più vasta rispetto a quella in cui stiamo concentrando adesso le attenzioni. Penso che debba essere l’a spirazione di tutta la comunità internazionale”, ha dichiarato ancora Crosetto. Proprio in questo senso, ci sarebbe bisogno di impegnarsi in corridoi umani tari per permettere ai civili di uscire da Gaza e ripararsi in zone non a rischio. “Penso che questo sia lo scopo che deve garanti re soprattutto la comunità inter nazionale. Chi vuole andare via deve poterlo fare immediata mente, e deve essere assicurato un corridoio per uscire e trovare un posto in cui andare”, ha di chiarato il ministro della Difesa, confermando che l’Italia sarà disponibile a dare una mano in tal senso nel caso venisse chiesto. “Il corridoio umanitario, da quel che ho sentito dalle dichiarazioni del collega israeliano, è aperto ed è sempre stato aperto. Fin dall’inizio, è stata data la possibilità, a chi volesse farlo, di al lontanarsi da Gaza”, ha poi precisato. “Ma dobbiamo fare in modo che le persone lo sappiano e che riescano a muoversi”, ha aggiunto.

La cosa certa, al termine della due giorni di Bruxelles, è la sovrapposizione di più crisi internazionali, che possono minare e compromettere la stabilità e l’unione dell’Alleanza Atlantica e degli Stati occidentali. Proprio a questo proposito, sia Stoltenberg che Austin, hanno ribadito a più riprese il pieno sostegno a Kiev e a Israele, confermando che Nato e Stati Uniti sono pronti a fornire aiuti e agire in zone distinte e contemporaneamente, per gestire le diverse situazioni di crisi. “Dobbiamo preparaci a affrontare situazioni che non pensavamo più di affrontare”, ha dichiarato anche Crosetto. “Gli elementi di possibile destabilizzazione ci sono e sono costanti. Dobbiamo attrezzarci per affrontare situazioni a cui non eravamo abituati o che pensavamo di non trovare più sulla nostra strada”, ha proseguito il ministro parlando ai giornalisti. “Questo significa, purtroppo, investire in sicurezza e in difesa, ma anche molto in diplomazia e in crescita economica, così come nella redistribuzione delle ricchezze, che probabilmente non sono allocate in modo giusto rispetto alla popolazione. Il problema della difesa, è importante e riguarda l’oggi, e cambierà il nostro scenario. Forse non è abbastanza percepito nell’ambiente occidentale”, ha concluso Crosetto.