Medio Oriente, l’Italia è in prima linea nel dialogo per la pace

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’ Italia – 18/10/2023

L’INTERLOCUZIONE CON IL MONDO ARABO

Italia accelera gli sforzi diplomatici per raggiungere la pace in Medio Oriente e si candida seriamente al ruolo di principale interlocutore europeo con il mondo arabo. Lo testimonia la lunga sequela di incontri di altissimo livello promossi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal vice premier e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, con protagonisti dell’agone politico arabo quali il re del Bahrain, Hamad Bin Isa Al Khalifa, il presidente dell’Iraq, Abdul Latif Rashid, e il re di Giordania, Abdullah II Ibn Al Hussein.

Non solo. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si trova in queste ore in Arabia Saudita e in Qatar, due attori chiave nella regione mediorientale. Basti pensare che la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele sembrava cosa certa fino a soli dieci giorni fa. L’adesione di Riad agli Accordi di Abramo avrebbe dovuto portare alla nascita di un “Nuovo Medio Oriente”, stando al discorso alle Nazioni Unite del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, del 23 settembre scorso. Al punto che la stragrande maggioranza degli analisti internazionali considera l’assalto contro Israele del movimento islamista palestinese Hamas del 7 ottobre scorso come un attacco diretto alla normalizzazione israelo-saudita mediata dagli Stati Uniti.

L’IMPEGNO
Lunga sequela di incontri per Mattarella, Meloni, Tajani e Crosetto

Il Qatar, invece, è il Paese arabo che più di tutti è in grado di influenzare Hamas, sia nella liberazione degli ostaggi a Gaza, sia per una de-escalation. È degno di nota il fatto che mentre Crosetto si dirige verso Doha, Tajani intrattenga una conversazione telefonica con il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. A ben vedere, l’impegno italiano nella questione mediorientale e africana non nasce con lo scoppio del nuovo conflitto tra Hamas e Israele. Da tempo il governo Meloni ha tessuto una fitta tela di relazioni e incontri con Arabia Saudita, Israele, Egitto, Libano, Qatar, Bahrain, Emirati Arabi, Iraq, Giordania, ma anche con Algeria, Marocco, Tunisia e Libia. Un dialogo “tra pari” e costante, certamente influenzato dalla continua emergenza migratoria, ma che consente all’Italia di essere tra gli interlocutori occidentali più credibili in Medio Oriente e nel Mediterraneo allargato, nonostante il rinvio della conferenza Med Dialogues, i dialoghi annuali lanciati nel 2015 con l’ambizioso obiettivo di “andare al di là del caos” e di proporre “un’agenda positiva”.

La Francia, colpita da attentati terroristici, bloccata dalle proteste e in ritirata dal Sahel, infatti, appare in evidente difficoltà sia internamente che all’esterno. L’unico altro Paese europeo a muover- si, oltre all’Italia, è la Germania, c n il cancelliere Olaf Scholz arrivato ieri in Israele.