A Malta laboratorio di pace per l’Ucraina ma la Cina diserta e sgonfia l’iniziativa

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/10/2023

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Presenti al vertice oltre sessanta Paesi: grave l’assenza di Pechino, attore chiave vista l’influenza sul Cremlino

Malta ospiterà questo fine settimana la conferenza sulla Formula di pace dell’Ucraina a livello di consiglieri per la sicurezza nazionale e la politica estera, una piattaforma giunta al terzo incontro dopo quelli già tenutisi a Copenaghen in giugno e a Gedda ad agosto.


IL RUOLO CHIAVE DI PECHINO

Si tratta di un’opportunità per le autorità di Kiev di presentare e discutere con i funzionari delle nazioni partecipanti «soluzioni concrete per raggiungere una pace giusta e sostenibile», come ha detto il capo dell’amministra- zione presidenziale ucraina, Andriy Yermak.

Dovrebbero essere oltre 60 i rappresentanti che da tutto il mondo arriveranno a Malta per partecipare alla riunione, anche se c’è un’assenza in particolare che rischia di inficiare la possibilità che l’evento produca dei risultati concreti: quella della Cina, che secondo l’emittente Bloomberg non invierà alcun proprio funzionario nell’isola del Mediterraneo.

Pechino, nella visione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rappresenta un attore fondamentale nella costruzione di uno scenario di pace, vista l’influenza cinese sul Cremlino. Il leader ucraino vede questo tipo di conferenze come un modo per parlare non ai tradizionali partner occidentali, con i quali sono ormai numerosi i momenti di confronto, ma con i Paesi del “sud del Mondo”, molti dei quali ormai coinvolti nella futura piattaforma dei Brics allargata.

KIEV MANTIENE L’OTTIMISMO

In questa prospettiva, è evidente come la Cina abbia un peso decisivo nel determinare il successo dell’iniziativa diplomatica di Kiev. Di conseguenza, pur con la partecipazione dei rappresentanti delle nazioni del G7, del Qatar, del Sud Africa, dell’India e della Turchia, l’incontro di Malta rischia di non avere particolare impatto sulle sorti del conflitto, soprattutto se si considera la volontà ucraina di riuscire ad assicurarsi una serie di garanzie in un eventuale tavolo negoziale.

Da notare, a questo proposito, come la Cina avesse inviato un proprio delegato alla precedente riunione, quella di Gedda, e che evidentemente non abbia ritenuto opportuno ripetere la decisione anche nella sede scelta per il 28 e 29 ottobre.

Presentando l’evento di Malta, Yermak ha parlato di «aspettative ottimistiche». «Discuteremo i risultati del confronto interno ai cinque gruppi di lavoro che sono stati creati sulla base dei primi cinque punti della formula di pace del presidente Zelensky» ha detto il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, riferendosi ai temi relativi alla sicurezza nucleare, a quella alimentare, a quella energetica, al rilascio di tutti i prigionieri e alla reintegrazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

«Se la nostra esperienza avrà successo, potrà diventare un meccanismo internazionale per affrontare queste crisi in futuro, ovunque si presentino. Mi aspetto una conversazione molto specifica», ha detto Yermak, sottolineando poi come l’incontro di Malta invierà un forte segnale di unità tra i Paesi partner nel sostenere l’Ucraina.

I LEGAMI CON AFRICA, ASIA E SUDAMERICA

«Dopo il primo vertice a livello dei leader, prevediamo che si terranno vertici e conferenze urgenti, ciascuno incentrato su determinati aspetti specifici. Già oggi si registrano progressi nei gruppi di lavoro, quindi questi vertici dovrebbero sfociare in decisioni concrete», ha aggiunto il funzionario ucraino, auspicando una pronta organizzazione del vertice sulla Formula di pace a livello di capi di Stato e di governo.

Le autorità di Kiev sono al contempo consapevoli di come questi eventi siano fondamentali per riuscire a rafforzare i rapporti con le nazioni di Africa, America Latina e Asia, perché, come ha detto Yermak, «ci sono troppi Paesi che conoscono molto poco dell’Ucraina», a causa anche della «disinformazione che viene operata dalla Russia».

Per quanto riguarda il governo maltese, l’opportunità di ospitare una conferenza di respiro globale è vista come una conferma degli sforzi di La Valletta nel «sostenere un multilateralismo effettivo come migliore strumento per affrontare le sfide globali», sempre nella prospettiva di aiutare l’Ucraina a ottenere la pace.

Per l’Italia prenderà parte alla conferenza il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, l’ambasciatore Francesco Maria Talò.