A Tunisi una riunione per evitare l’escalation militare in Libia

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce del Sud – 09/11/2023

l Comitato militare libico congiunto 5+5, composto da alti ufficiali delle amministrazioni rivali dell’est e dell’ovest della Libia, si è riunito ieri in Tunisia con la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), alla presenza dei rappresentanti dei Paesi copresidenti del Gruppo di lavoro sulla sicurezza del cosiddetto Processo di Berlino (dal nome delle due conferenze internazionali sulla Libia tenute in Germania nel 2020 e nel 2021), “per esaminare i recenti sviluppi politici e di sicurezza in Libia”.

Lo ha reso noto l’inviato Onu in Libia, Abdoulaye Bathily, in un post su X (ex Twitter). Vale la pena sottolineare che la riunione si è tenuta in un momento di alta tensione nel Paese nordafricano, in particolare dopo gli scontri armati avvenuti di recente a Garian, città situata circa 80 chilometri a sud di Tripoli, che hanno causato almeno otto morti e 27 feriti.

Alcuni osservatori temono una possibile avanzata dei gruppi armati affiliati al Governo di unità nazionale (Gun) verso le città del Fezzan, la regione libica sud-occidentale ricca di risorse naturali, controllate dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (Enl) del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cire- naica al potere a Bengasi, nell’est della Libia.

L’eventuale offensiva verso sud delle brigate fedeli al premier di Tripoli, Abdulhamid Dabaiba che a Garian hanno impiegato droni di fabbricazione turca per bombardare i miliziani rivali alleati di Haftar, potrebbe mettere a rischio il cessate il fuoco in vigore dall’ottobre 2020. “Ho elogiato il Comitato 5+5 per il suo senso di responsabilità e unità. Ho sottolineato l’importanza del suo ruolo ai fini della piena ed efficace attuazione dell’accordo di cessate il fuoco e dei relativi piani d’azione”, ha aggiunto Bathily.

Era presente per l’Italia il primo consigliere dell’ambasciata a Tripoli, Riccardo Villa. Nelle immagini della riunione pubblicate dall’inviato Onu si riconoscono una rappresentante dell’Unione africana, gli ambasciatori in Libia di Francia e Regno Unito, rispettivamente Mostafa Mihraje e Martin Longden, e un diplomatico della Turchia. Una curiosità: i delegati libici indossavano tutti una sciarpa pro-Palestina.

Nei giorni scorsi, fonti di sicurezza libiche avevano riferito ad “Agenzia Nova” che i paramilitari russi del gruppo Wagner affiliati ad Haftar avevano aumentato lo stato di prontezza in un’ampia zona che si estende dalla base di Brak al Shati fino ad Ash Shwayrif, posizionata a metà strada tra Sebha e Tripoli, che funge da linea di contatto tra le forze della Tripolitania e del Fezzan.

Questo sviluppo potrebbe essere collegato alle preoccupazioni riguardo alla possibile avanzata delle forze alleate a Dabaiba, che hanno recentemente occupato la città di Garian dopo il tentativo di ingresso in città del leader militare Adel Daab, un alleato di Haftar. L’azione di Daab – fallita dopo l’intervenuto di Tripoli – aveva fatto scattare l’allarme nella Libia occidentale e aveva portato alla creazione di una sala operativa composta da circa 29 brigate. Tra queste forze armate spicca la Brigata 444, tecnicamente sotto il ministero della Difesa che, a sua volta, è guidato “ad interim” dal primo ministro Dabaiba. La Brigata 444 è peraltro considerata molto vicina alla Turchia. Sono stati propri gli uomini di questa brigata a catturare un gruppo di mercenari ciadiani, forse addestrati proprio da Wagner, che erano con Daab.