Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 21/09/2024
Contro il traffico di esseri umani
Lo Stato maggiore delle Guardie di frontiera della regione occidentale della Libia ha annunciato l’invio di un gruppo di ufficiali in Italia per partecipare a un corso di formazione sulla lotta all’immigrazione clandestina e al traffico di esseri umani. Il corso si terrà presso il Centro di formazione d’eccellenza dell’Arma dei Carabinieri a Vicenza. Le Guardie di frontiera libiche hanno sofferto per anni di marginalizzazione significativa e di una mancanza di interesse da parte delle autorità libiche, principalmente a causa delle guerre che hanno colpito il Paese. Questo ha reso l’agenzia tra le più deboli del Paese, priva delle capacità necessarie per affrontare le ondate di immigrazione illegale provenienti dall’Africa subsahariana. Nonostante l’esistenza di altre agenzie parallele, ingenti somme di denaro sono state spese senza che queste abbiano assunto compiti effettivi di controllo delle frontiere. Nel frattempo, la Procura generale libica ha annunciato l’arresto di 37 persone appartenenti a una rete criminale internazionale specializzata nel traffico di migranti e tratta delle donne.
“La Procura ha smantellato una rete di bande criminali che, infiltrate dalla Nigeria in Libia, praticavano riti di stregoneria, organizzavano operazione di migrazioni illegali, sequestri, traffico di droga e furti”, si legge in un comunicato pubblicato su Facebook. Secondo la Procura, l’operazione è scattata dopo che i servizi di intelligence hanno segnalato un incontro tra migranti irregolari, finalizzato a coordinare attività criminali gestite da cinque organizzazioni: “High Viking”, “Emsi”, “Eye”, “Black Axe” e il movimento “New Blacks in Africa”. La rete criminale, ha spiegato l’ufficio del Procuratore, obbligava donne migranti a svolgere lavori domestici e gestiva bordelli nel Paese, trafficando donne a livello internazionale. Le accuse includono anche l’organizzazione di migrazioni illegali verso i paesi del Mediterraneo settentrionale, sequestri, traffico di droghe e sostanze psicotrope e furti. Tutti gli arrestati sono attualmente in stato di detenzione in attesa delle indagini.
Il numero di migranti in Libia ha raggiunto 761.322 persone, distribuite in 100 municipalità del Paese tra giugno e luglio 2024, secondo l’ultimo rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Rispetto al periodo marzo-maggio 2024, si è registrato un aumento del 5 per cento, dovuto in parte all’afflusso di sudanesi a Kufra, a causa del conflitto in Sudan. La maggior parte dei migranti proviene da Niger (24 per cento), Sudan (24 per cento), Egitto (21 per cento) e Ciad (10 per cento), evidenziando l’influenza della vicinanza geografica e dei legami transfrontalieri. Il 54 per cento dei migranti è concentrato nella Libia occidentale, il 33 per cento nell’area orientale e il 13 per cento nel sud. Le principali destinazioni sono Tripoli (15 per cento), Misurata (11 per cento), Bengasi (10 per cento) e Zawiya (6 per cento).
Nelle regioni meridionali, molti lavorano come stagionali in agricoltura, soprattutto nel raccolto dei datteri. Il rapporto dell’Oim sottolinea le difficoltà dei migranti nell’accesso a servizi essenziali, come acqua potabile, assistenza sanitaria e istruzione. In particolare, il 95 per cento dei migranti a Kufra ha riportato scarsa o nessuna possibilità di accedere ai servizi sanitari. Anche la sicurezza è una preoccupazione, soprattutto nelle aree di confine come Kufra, dove il 32 per cento dei migranti ha segnalato problemi. Le condizioni di lavoro sono spesso precarie, con migranti impiegati in settori informali e ad alto rischio come l’agricoltura e l’edilizia. L’83 per cento dei migranti si è spostato per ragioni economiche, mentre il 43 per cento non ha piani definiti per il futuro. L’Oim avverte che, senza interventi immediati, le sfide legate all’aumento dei migranti potrebbero causare tensioni sociali e instabilità, aggravate dalle difficili condizioni climatiche e dalla carenza di risorse.