Accordo su settore bancarioe ripresa voli

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 25/07/2024

Intesa tra governo di Aden e Houthi

Il Consiglio presidenziale dello Yemen (il governo con sede ad Aden riconosciuto dalla comunità internazionale) e il gruppo yemenita filo-iraniano Houthi si sono accordati per allentare le tensioni nel settore bancario e sui voli della compagnia di bandiera Yemenia Airways. Lo hanno riferito per iscritto le due parti all’inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg. L’accordo arriva a pochi giorni dall’attacco aereo israeliano lanciato il 20 luglio sul porto della città occidentale yemenita di Hodeidah, controllata dagli Houthi, che ha causato la morte di almeno sei persone e il ferimento di altre 83.

Secondo quanto reso noto in un comunicato stampa dell’ufficio dell’inviato Grundberg, l’accordo tra il governo di Aden e gli Houthi comprende: annullare tutte le recenti decisioni e procedure contro le banche da entrambe le parti e astenersi in futuro da qualsiasi decisione o procedura simile; riprendere i voli di Yemenia Airways tra Sana’a (controllata dagli Houthi) e la Giordania, aumentando il numero di voli a tre voli giornalieri e operando voli per Il Cairo e l’India ogni giorno o secondo le necessità; convocare riunioni per affrontare le sfide amministrative, tecniche e finanziarie di Yemenia Airways; organizzare degli incontri per discutere tutte le questioni economiche e umanitarie sulla base di una tabella di marcia.

Dal 2015, Yemenia Airways (basata a Sana’a) ha sospeso e ripristinato varie volte le proprie operazioni di volo, sia a causa della guerra civile sia a causa di restrizioni sullo spazio aereo yemenita. Secondo il comunicato dell’ufficio dell’inviato speciale Grundberg, le parti hanno chiesto il sostegno delle Nazioni Unite per l’attuazione dei loro impegni. Da parte sua, Grundberg ha riconosciuto il ruolo significativo del Regno dell’Arabia Saudita nella realizzazione di questo accordo e ha espresso la disponibilità dell’Onu a lavorare con le parti per attuare le misure concordate. L’inviato speciale ha inoltre dichiarato che il suo ufficio sostiene la comunicazione con le autorità di Giordania,Egitto e India.

Infine, Grundberg ha sottolineato la necessità che le parti collaborino per sviluppare un’economia che vada a beneficio di tutti gli yemeniti e che sia raggiunto un cessate il fuoco a livello nazionale e la ripresa di un processo politico inclusivo. Per quanto riguarda la possibilità di ripristinare i voli giornalieri di Yemenia Airways da Sana’a al Cairo, il ministero degli Esteri dell’Egitto ha confermato che continuerà a studiare le opportunità per lanciare voli diretti tra le due capitali, in conformità con le considerazioni e le procedure pertinenti, comprese quelle tecniche e logistiche. Secondo quanto riferito in un comunicato stampa, la diplomazia egiziana ha accolto con favore l’accordo raggiunto tra il governo di Aden e gli Houthi e ha sottolineato “il pieno sostegno dell’Egitto a tutte le questioni regionali e agli sforzi internazionali”.

Il Cairo ha anche espresso la speranza che quest’accordo sia l’inizio di “un percorso per raggiungere una soluzione globale della crisi yemenita e soddisfare le aspirazioni del popolo yemenita” in conformità con le risoluzioni internazionali. Gli Houthi sono un gruppo armato appartenente a una corrente dell’islam sciita, lo zaydismo, diffuso nello Yemen. Il loro nome deriva dal fondatore Hussein al Houthi, ucciso nel 2004, il quale rivendicava una discendenza diretta dal lignaggio del profeta Maometto. Formalmente noto come Ansar Allah, il gruppo – etnicamente arabo – è stato formato tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 per combattere quella che veniva vista come corruzione dell’allora presidente, Ali Abdullah Saleh. L’ex rais yemenita, sostenuto dall’esercito dell’Arabia Saudita – patria dell’islam sunnita che ospita due dei principali luoghi sacri religiosi, La Mecca e Medina – aveva cercato di eliminare (senza riuscirci) nel 2003 i ribelli Houthi, che hanno poi attuato un colpo di Stato e ingaggiato una guerra civile a partire dal 2014 con il governo riconosciuto dall’Onu (nel frattempo trasferitosi ad Aden, nel sud). La roccaforte degli Houthi è il governatorato montuoso di S’ada, al confine con l’Arabia Saudita.

Il gruppo yemenita controlla la capitale settentrionale Sana’a e l’affaccio sul Mar Rosso di Hodeidah, porta d’accesso da e per il transito attraverso il Canale di Suez. La guerra civile scoppiata in Yemen nel 2014 è di fatto “congelata” da una serie di tregue temporanea rinnovate di volta in volta dal 2022. A seguito dell’occupazione del nord del Paese, compresa la capitale Sana’a da parte degli Houthi, il governo di Aden ha chiesto l’intervento dei paesi del Golfo, in particolare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che nell’aprile del 2015 hanno formato una coalizione militare per sostenere le forze governative nel conflitto. La guerra ha generato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, diventando negli ultimi anni una guerra per procura regionale.