Al via l’intesa per lo sfruttamento delle materie prime sostenibili

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 20/07/2024

La firma tra Serbia e Ue, Un passo in più verso l’estrazione del litio

I rappresentanti del governo della Serbia e dell’Unione europea hanno firmato ieri a Belgrado il memorandum d’intensa per lo sfruttamento delle materie prime sostenibili. Alla presenza del presidente Aleksandar Vucic e del cancelliere tedesco Olaf Scholz, nel Palazzo di Serbia (sede del governo), la ministra dell’Energia serba Dubravka Djedovic Handanovic, e il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, hanno approvato il documento per un partenariato strategico nei campi delle batterie e dei veicoli elettrici. La firma, che rappresenta un passo in più verso l’estrazione del litio nella parte nordovest del Paese, ha sollevato però le proteste di attivisti e opposizioni, che già due anni fa si erano schierati contro il progetto Jadar, per l’estrazione del minerale. Alla firma dell’accordo erano presenti anche l’ambasciatore d’Italia a Belgrado, Luca Gori, l’ambasciatrice tedesca Anke Konrad e quello degli Stati Uniti Christopher Hill, i ministri del governo serbo, nonché rappresentanti della società mineraria Rio Tinto, delle aziende automobilistiche Stellantis e Mercedes, della Banca tedesca di sviluppo KfW, di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e alcuni produttori di batterie.

Il documento mira – oltre a sviluppare la collaborazione – a rafforzare l’integrazione della Serbia nel mercato unico dell’Ue, implementando le condizioni economiche, sociali e ambientali del Paese. Nello specifico, le direzioni d’azione si concentrano sulla cooperazione a livello industriale, nel campo della ricerca e dell’innovazione, e contemplano l’attuazione di elevati standard e pratiche ambientali, sociali e gestionali, la mobilitazione di strumenti finanziari e di investimento secondo le direttive Ue e lo sviluppo delle risorse umane necessarie per la realizzazione di tutti i segmenti del partenariato. Subito dopo la firma del memorandum, però, proteste si sono sollevate a Belgrado, dove ambientalisti e rappresentanti delle opposizioni hanno protestato contro il progetto Jadar per l’estrazione del litio, minerale di cui Serbia dispone in grandi quantità nei pressi della città di Loznica dove la società anglo-australiana Rio Tinto ha intenzione di aprire una miniera.

Stiamo parlando di un introito da 6 miliardi di euro per la Serbia “in investimenti diretti esteri” che “contribuirà alla crescita del prodotto interno lordo del 16,4 per cento”, ha spiegato il presidente serbo, che ha promesso il rispetto dei più alti standard ecologici e “la tutela della salute umana e dell’ambiente in Serbia”. Anche il cancelliere tedesco, in rappresentanza dell’Ue, ha sottolineato che si tratta di un progetto “positivo per la Serbia e per la prospettiva economica per tutta la regione”. E per quanto riguarda la tutela dell’ambiente anche Scholz ha ribadito che “verranno rispettati gli standard più elevati”, anzi il cancelliere tedesco ha chiesto personalmente al presidente della società Rio Tinto “di impegnarsi a rispettare tutte le norme ambientali durante lo sfruttamento del minerale e ha dichiarato di aver ricevuto da loro garanzie che così sarà”.

“Abbiamo bisogno di elettricità a impatto climatico zero, ma soprattutto di batterie, ed è un buona cosa che ciò sia ora possibile”, ha affermato Scholz, annunciando che Mercedes-Benz “farà parte della catena di produzione in Serbia” che da ora in poi “occuperà un posto centrale nelle più importanti catene di valore strategiche”, come ha affermato da parte sua il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic. Nel frattempo, già questa mattina – a poche ore dalla chiusura del vertice della Comunità politica europea (Cpe) – la presidente del Parlamento, Ana Brnabic, aveva sottolineato “quanto sia cambiata la posizione della Serbia nel mondo, proprio grazie a risorse strategiche come il litio. Ciò significa che qui si produrranno le batterie, si faranno i veicoli elettrici e si esporterà dalla Serbia: sarà il cuore dei grandi sistemi di accumulo dell’energia”. La firma del memorandum è stata accolta con favore anche dal commissario europeo all’Allargamento Oliver Varhelyi. Una firma che “rappresenta un impegno a garantire la crescita e creare posti di lavoro a vantaggio della Serbia”, ha scritto Varhelyi su X sottolineando che la Serbia, come Paese candidato all’Unione europea “accelera la sua integrazione nell’Unione attraverso il Piano di crescita per i Balcani occidentali”.

Mentre dentro al palazzo del governo si firmava l’intesa, però, fuori si levavano le proteste di opposizioni e attivisti, secondo cui l’estrazione del litio viola gli standard della democrazia e i valori europei. Secondo la vicepresidente del Partito libertà e giustizia (Sps), Marinika Tepic, servirebbero “elezioni parlamentari straordinarie” per capire “se i cittadini sono a favore o se sostengono la posizione dei partiti di opposizione e dei professionisti, che sono contrari”. Contrari anche i deputati del Fronte dei verdi di sinistra (Zeleno levi front), del Partito democratico e del Movimento dei cittadini liberi hanno sostenuto di non credere che l’attuale governo serbo “rispetterà le norme ambientali europee nell’attuazione del progetto”.