ANCORA GUERRA TRA ISRAELE E HAMAS ONU: SERVE IL CESSATE IL FUOCO

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 26/10/2023

Il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez in difesa di Guterres: “il mondo vuole una pausa umanitaria per fare entrare gli aiuti a Gaza Erdogan attacca: “i miliziani di Hamas sono dei liberatori” E gli israeliani replicano: “tutti hanno visto l’orrore commesso”

Non si fermano gli scontri sul campo tra le forze israeliane e il movimento islamista Hamas. Gli ultimi bilanci forniti dai palestinesi riferiscono di oltre 6.500 vittime e più di 17.500 feriti a causa degli attacchi aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite hanno chiesto un accesso umanitario sicuro tramite il valico di Rafah per far passare i convogli carichi di aiuti. Un terzo degli ospedali di Gaza, secondo l’Onu, non funziona più a causa della carenza di elettricità, medicinali e personale. Un inferno scatenato da Hamas il 7 ottobre, quando un attacco senza precedenti ha mietuto almeno 1.400 vittime in territorio israeliano e portato a Gaza 222 ostaggi, tra cui molti stranieri. In risposta, Israele ha lanciato una campagna di bombardamenti ancora in corso, mentre il governo del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, prende tempo sulla decisione di avviare un’operazione di terra nell’enclave palestinese. In queste ore lo scontro si è spostato anche sul campo della diploma- zia internazionale.

Le colpe di Israele
Per il segretario generale dell’Onu
“56 anni di soffocante occupazione”

Non si fermano infatti le polemiche dopo le dichiarazioni del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, pronunciate in una sessione del Consiglio di sicurezza dedicata alla crisi in Medio Oriente. Guterres ha dichiarato che gli attacchi e le “spaventose” violenze di Hamas contro Israele “non hanno giustificazioni”, ma occorre riconoscere che “non nascono dal nulla” e che i palestinesi sono stati soggetti a “56 anni di soffocante occupazione”. La reazione di Israele non si è fatta attendere e l’ambasciatore israeliano presso l’Onu, Gilad Erdan, ha invitato Guterres a dimettersi. Secondo Erdan, un segretario generale “che mostra comprensione per la campagna di sterminio di massa di bambini, donne e anziani, non è adatto a guidare le Nazioni Unite”. Il segretario generale si è definito “scioccato” per le “interpretazioni errate” delle sue dichiarazioni, mentre in sua difesa è intervenuto il presidente del governo spagnolo uscente, Pedro Sanchez, secondo il quale quello che sta facendo il segretario è “alzare la voce di un’ampia maggioranza di società nel mondo che vuole una pausa umanitaria in modo che gli aiuti possano entrare nella Striscia di Gaza”. Ma ad andare oltre la semplice difesa di Guterres, è stato il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan.

“Hamas non è un’organizzazione terroristica e i suoi miliziani sono liberatori”, ha affermato il presidente turco, durante una riunione del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) in parlamento, aggiungendo che Hamas “combatte per liberare il suo popolo, mentre le azioni di Israele sono paragonabili a quelle di un’organizzazione terroristica”. Entrambe le parti, Israele e Hamas, devono abbandonare le armi e raggiungere un cessate il fuoco, ha concluso Erdogan, spiegando di aver cancellato un viaggio in programma nello Stato ebraico. Il portavoce del mini- stero degli Esteri israeliano, Lior Haiat, ha respinto le dichiarazioni di Erdogan, dichiarando che il tentativo del presidente turco di “difendere l’organizza- zione terroristica non cambierà gli orrori che tutto il mondo ha visto”.