Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/08/2024
La misteriosa fuga di ieri dell’ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, dopo un breve discorso a Barcellona continua a generare forti polemiche in Spagna ed ora anche la magistratura chiede spiegazioni al governo e alla polizia. Il giudice della Corte suprema spagnola, Pablo Llarena, istruttore del processo contro i leader indipendentisti catalani per il referendum illegale del 2017 ha chiesto ai Mossos d’Esquadra (corpo di polizia locale della Catalogna responsabile del dispositivo di sicurezza) e al ministero dell’Interno di riferire sul mancato arresto di Puigdemont.
Llarena, che ha emesso il mandato di arresto per Carles Puigdemont per malversazione nonostante l’approvazione definitiva della legge di amnistia, chiede chiarimenti sull’operazione di polizia per comprenderne il “fallimento” e sui mezzi utilizzati per localizzare e arrestare Carles Puigdemont alla frontiera prima della sua apparizione di Barcellona, dopo 7 anni di latitanza in Belgio. Nel frattempo, le autorità catalane hanno difeso il loro operato negando qualsiasi accordo o trattativa con Carles Puigdemont ed il suo entourage su una vicenda dai contorni ancora oscuri. Il commissario capo dei Mossos, Eduard Sallent, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’assessore regionale all’Interno della Catalogna, Joan Ignasi Elena, che l’obiettivo era arrestare Puigdemont “nel luogo più adatto” dopo il discorso tenuto a Barcellona.
Tuttavia, secondo Sallent, “una massa di persone e autorità” glielo ha impedito. Il capo dei Mossos ha dichiarato che dopo il suo breve discorso, gli agenti hanno tentato di avvicinarsi per arrestarlo ma questo non è stato reso possibile dal “muro” che circondava il leader indipendentista. “È stata una giornata difficile, ma in cui abbiamo dato il massimo”, ha assicurato Sallent, ammettendo che, sebbene la nuova fuga del leader di Uniti per la Catalogna (JxCat) “era sul tavolo” degli agenti, è stata poi scartata. “Non ci siamo resi ridicoli. È stata un’operazione che non ha raggiunto il suo obiettivo”, è stata la difesa di Sallent.
Durante la conferenza stampa, l’assessore all’Interno uscente della Catalogna, Joan Ignasi Elena, ha dichiarato che i Mossos d’Esquadra non si aspettavano “un comportamento così improprio” da parte di Puigdemont. Elena si è rammaricato del fatto che JxCat abbia “ordito un piano per far esplodere e delegittimare la sessione plenaria di investitura del candidato socialista Salvador Illa” semplicemente perché non gli piaceva il risultato”. L’assessore ha ribadito che “nessuno era preparato” alla scomparsa di Puigdemont, assicurando che ci sarà un’indagine e un’analisi per determinare le responsabilità. In merito alla localizzazione di Puigdemont dopo la fuga, il suo legale, Gonzalo Boye, ha dichiarato a “Catalunya Radio” che il leader indipendentista ha lasciato il territorio spagnolo.
L’avvocato non ha voluto fornire ulteriori dettagli né ha specificato se si trovi già a Waterloo, in Belgio, dove Puigdemont ha vissuto negli ultimi anni. Una tesi confermata dal segretario generale di JxCat, Jordi Turull, il quale ha rivelato che Puigdemont era già a Barcellona martedì sera, due giorni prima dell’annunciata partecipazione al dibattito di investitura di Salvador Illa. Nonostante i tentativi di difesa delle autorità catalane, restano ancora molti i punti interrogativi sulla fuga rocambolesca dell’uomo più ricercato di Spagna.