Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 04/10/2023
La visita si inserisce sulla scia del primo Forum italo-saudita che si è svolto il 4 settembre scorso a Milano
Il rafforzamento delle relazioni economiche, commerciali e diplomatiche per affrontare le principali questioni geopolitiche sarà al centro della visita in Arabia Saudita del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, prevista da oggi pomeriggio a giovedì, 4 e 5 ottobre. In agenda sono previsti gli incontri con l’omologo, Faisal bin Farhan al Saud, e con i ministri del Commercio e degli Investimenti sauditi, rispettivamente Majid bin Abdullah al Qasabi e Khalid al Falih. “Vogliamo rafforzare ulteriormente l’amicizia tra Italia e Arabia Saudita e ribadire la natura strategica del nostro partenariato”, ha osservato il vicepremier, secondo il quale “il grande piano di sviluppo saudita Vision 2030 può offrire interessanti opportunità per le nostre imprese in settori quali turismo, innovazione, intelligenza artificiale, energie rinnovabili e intrattenimento”. La visita si inserisce sulla scia del primo Forum italo-saudita che si è svolto il 4 settembre scorso a Milano, dove è stato firmato un memorandum d’intesa tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e il dicastero degli Investimenti saudita.
Nel ricordare il memorandum sulla promozione degli investimenti diretti, sottoscritto nel settembre scorso, Tajani ha sottolineato “l’importanza che il governo attribuisce a possibili nuovi investimenti sauditi in Italia in settori di rilevanza strategica.” Inoltre, ha commentato il vicepremier, “in linea con l’aspirazione italiana a diventare un hub energetico per il mercato europeo, vogliamo intensificare la collaborazione nel settore dell’energia, puntando soprattutto su idrogeno e rinnovabili”. Nel Paese del Golfo, il titolare della Farnesina incontrerà anche la comunità imprenditoriale locale e giovedì, 5 ottobre, parteciperà all’inaugurazione della terza linea della metropolitana di Riad, costruita con il contributo decisivo dell’azienda italiana WeBuild, estesa per circa 40 chilometri da est a ovest della capitale, lungo la quale si trovano 22 stazioni.
L’emigrazione irregolare sarà uno degli altri temi al centro dei colloqui di Tajani con i ministri sauditi a Riad, nel quadro della Conferenza di Roma del 23 luglio scorso, dove l’Arabia Saudita è stata uno dei partecipanti. In quell’occasione, i rappresentanti del governo italiano e di Stati arabi e africani, insieme ad altri di istituzioni internazionali, hanno convenuto che solo partenariati su misura, omnicomprensivi, equilibrati e reciprocamente vantaggiosi tra i Paesi di origine, transito e destinazione – sostenuti anche dalle organizzazioni internazionali e dalle istituzioni finanziarie competenti, dalla società civile e dal settore pubblico e privato – possono garantire l’ampio consenso, la volontà politica e la capacità finanziaria necessari per affrontare le sfide come la migrazione irregolare e gli spostamenti internazionali forzati, ivi comprese le loro cause profonde. Al riguardo, il 5 e 6 novembre è previsto a Roma un vertice per presentare il Piano Mattei per l’Africa e condividere proposte con i governanti arabi e africani per lo sviluppo del continente africano, cercando di arginare le cause del fenomeno migratorio. Le aziende italiane presenti nel Regno sono più di 150 e operano in un’ampia gamma di settori dell’economia saudita. Occorre innanzitutto menzionare la storica presenza industriale italiana in ambito oil&gas, con varie imprese operanti nel quadro del procurement di Saudi Aramco per attività up/mid e downstream concentrate nella provincia orientale. Tuttavia, negli ultimi anni le imprese italiane si stanno ben posizionando nei settori contemplati dalla Vision 2030 in chiave di diversificazione economica, ovvero infrastrutture, immobiliare, energia rinnovabile, agroalimentare, aerospazio, telecomunicazioni, intrattenimento e turismo, operando in vari angoli del Paese oltre che nei grandi centri urbani di Riad e Gedda.
L’Arabia Saudita, primo Paese produttore di petrolio dell’Opec, ha intrapreso ormai da quasi un decennio una strategia volta a diversificare la propria economia, pur sempre basata sull’oil&gas, cercando di sviluppare altri segmenti. Il cambio di rotta del modello economico saudita è incarnato dalla Saudi Vision 2030, l’ambizioso piano dell’erede al trono saudita, Mohammad bin Salman al Saud, che punta a sfruttare al meglio le risorse naturali disponibili, migliorare la qualità della vita dei cittadini, con la creazione di nuove infrastrutture, attrarre turisti e sfruttare la posizione geografica per diventare un hub degli scambi commerciale, attirando investimenti esteri. In termini di macro volumi, l’andamento del nostro export verso l’Arabia Saudita è passato da 3,3 miliardi di euro nel 2021 a 4,1 nel 2022, conseguendo un incremento del 24 per cento. Le importazioni dal Regno sono ancor più elevate, pari a 7,4 miliardi di euro nel 2022, per via dell’alto costo al barile del petrolio.
L’analisi dei dati dell’Osservatorio economico e di quelli Istat per l’intero 2022, rilevano un significativo aumento dell’interscambio tra Italia ed Arabia Saudita, che ha raggiunto 11,5 miliardi di euro, in aumento del 41 per cento rispetto al dato del 2021, pari a 8,1 miliardi di euro. Nel primo semestre 2023, l’Italia è stata il nono fornitore dell’Arabia Saudita, con una quota di mercato del 2,8 per cento. Rispetto ai principali competitor europei, l’Italia è stata il secondo fornitore nel periodo gennaio-giugno 2023, preceduta dalla Germania (4,5 per cento) e seguita da Francia (2,1 per cento) e Regno Unito (1,9 per cento). Un ampio e diversificato ventaglio di categorie merceologiche ha contribuito all’incremento del 2022. Si parte innanzitutto dai macchinari (1,2 miliardi), che assieme ai mezzi di trasporto (382 milioni di euro), la strumentazione elettrica e per uso domestico (333 milioni) e gli apparecchi di elettronica e telecomunicazioni (153 milioni), costituiscono circa il 50 per cento del paniere del nostro export, a testimonianza dell’alto riconoscimento di cui gode la nostra tecnologia su questo mercato, soprattutto di carattere industriale. L’Arabia Saudita guarda infatti alla nostra industria manifatturiera come modello di riferimento nel quadro della propria National Industry Strategy. A scalare tra i settori di maggior rilievo figura il chimico-farmaceutico, che raggruppando le voci relative a sostanze chimiche (337 milioni), articoli medicali e cosmetici (100 milioni) e prodotti in gomma e materia plastiche (213 milioni), costituisce il 16 per cento del paniere, a conferma del buon posizionamento del nostro comparto chimico su questo mercato. Tenuto conto che le catene della grande distribuzione in Arabia Saudita si riforniscono ampiamente dalla nostra filiera agro-alimentare, anche questo settore segna un andamento in crescita (500 milioni), rappresentando il 12 per cento dell’export italiano.