C’È CONDIVISIONE SU CRISI GLOBALIE REGIONALI

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 17/09/2024

Russia ed Egitto possono rafforzare la propria cooperazione strategica, esercitando pressioni non solo a livello regionale ma anche globale. Questo quanto emerso dall’incontro a Mosca tra il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e l’omologo egiziano Badr Abdelatty, alla prima visita nella capitale della Federazione Russa. In apertura dei colloqui, Lavrov ha auspicato una discussione “sull’intera gamma delle relazioni bilaterali, in conformità con il Trattato di partenariato globale e cooperazione strategica, entrato in vigore nel 2021″, ma anche su tutti i dossier internazionali, che spaziano dalla situazione nella Striscia di Gaza a quella in Siria, passando per Libia, Sudan, e Corno d’Africa, senza dimenticare l’Ucraina.

Uno dei temi prioritari è stato “lo spargimento di sangue nella Striscia di Gaza”, che per Lavrov rappresenta “uno dei principali problemi internazionali”. “Accogliamo con favore qualsiasi mossa che miri a porre fine allo spargimento di sangue il prima possibile, per garantire un cessate il fuoco sostenibile e permanente. E stiamo cercando di ottenerlo dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, agendo insieme con i nostri amici egiziani”, ha detto il capo della diplomazia russa. Secondo Lavrov, il problema è dovuto al fatto che “gli Stati Uniti non vogliono accettare alcuna soluzione che implichi seriamente ciò che tutti vogliono, ossia la fine dello spargimento di sangue”. Condannando l’approccio “non costruttivo” degli Stati Uniti su Gaza, Lavrov ha ribadito che il Consiglio di sicurezza dell’Onu non può ignorare il conflitto, “poiché questo è il principale problema internazionale oggi”.

Abdelatty, ha espresso da parte sua l’apprezzamento per la posizione di principio adottata dalla Russia dopo lo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza. “Eravamo vicini al raggiungimento di un accordo (tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas) per lo scambio di prigionieri, ma la mancanza di volontà politica lo ha impedito”, ha osservato il ministro egiziano durante la conferenza stampa congiunta. “Siamo molto arrabbiati per il silenzio della comunità internazionale sulle uccisioni e la crisi alimentare nei Territori palestinesi”, ha affermato Abdellaty, ribadendo “la necessità del ritiro completo di Israele da Gaza, compreso il lato palestinese del valico di Rafah”. “La situazione nei Territori palestinesi non può continuare così e la sofferenza del popolo palestinese, che dura da sette decenni, deve finire”, ha aggiunto Abdelatty.

Sul piano bilaterale, “abbiamo discusso con Lavrov di una serie di mega progetti, tra cui la centrale nucleare di Dabaa e la zona economica industriale russa a Suez”, ha proseguito il ministro egiziano. “Esiste un accordo di cooperazione strategica tra Il Cairo e Mosca che richiede consultazioni su una serie di questioni regionali e internazionali di interesse per entrambi i paesi”, ha aggiunto il capo della diplomazia egiziana. “Oggi abbiamo un nuovo quadro di cooperazione con Mosca attraverso il raggruppamento Brics e apprezziamo il ruolo costruttivo che la Russia svolge in questo gruppo”, ha dichiarato Abdelatty. “Sarò a capo di una delegazione egiziana al Forum internazionale antiterrorismo che si terrà a New York il 27 settembre, e invitiamo Lavrov a partecipare a questo importante forum”, ha detto il ministro del Cairo.

Tra le varie questioni affrontate durante il colloquio tra i due ministri, ha trovato spazio anche il dossier libico. Mosca continua a chiedere che venga nominato “al più presto” un nuovo rappresentante speciale del segretario generale Onu per la Libia, ha spiegato Lavrov, perché “questa posizione rimane vacante da tempo”. Abdellaty ha ricordato l’importanza di tenere “le elezioni parlamentari e presidenziali” in Libia, in modo “da contribuire alla formazione di una nuova leadership” locale per porre fine” alla crisi in corso dal 2011”. I due ministri hanno poi discusso della situazione umanitaria in Sudan e della necessità “di un cessate il fuoco immediato, di porre fine alla crisi in corso, di fermare le sofferenze del popolo sudanese e di lavorare per preservare l’unità dello Stato e delle sue istituzioni, come riferito da Abdelatty.

Altra crisi di lunga data discussa è quella relativa alla Siria, dove secondo il ministro egiziano “bisogna preservare l’unità e la sovranità ”nazionale, e consentire “alle istituzioni statali siriane di lavorare per combattere il terrorismo, attraverso l’immediata attuazione della risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza” delle Nazioni Unite”. Per quanto riguarda il Mar Rosso, Abdelatty ha parlato di “un’escalation ingiustificata” che porta tensioni che colpiscono “la libertà di navigazione internazionale” nell’area. “L’Egitto è naturalmente il Paese più colpito da questa recente escalation”, ha detto il ministro egiziano, menzionando “il significativo calo delle entrate del Canale di Suez”.

“La soluzione sta nell’affrontare le radici di questa escalation fermando l’aggressione (israeliana) contro la Striscia di Gaza e non dando a nessuna parte la possibilità di sfruttare questa sofferenza per altri scopi”, ha concluso Abdelatty. Lavrov ha evidenziato infine come la Russia sia “grata” all’Egitto per la sua posizione “equilibrata e costruttiva” sulla situazione in Ucraina.