Pubblicato da Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 18/07/2024
Siria e Iraq sempre più sotto attacco
Nel primo semestre del 2024, lo Stato islamico (Is) ha rivendicato 153 attacchi in Iraq e Siria. L’andamento lascia presagire che l’Is potrebbe raddoppiare il numero totale di attacchi rivendicati nel 2023 e testimonia che i miliziani del califfato stanno tentando di ricostituirsi dopo diversi anni di ridotta capacità. E’ questo l’allarme lanciato dal Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom). Per continuare lo sforzo per sconfiggere l’Is e prevenire la sua capacità di condurre attacchi esterni, il Centcom, insieme ai nostri partner per sconfiggere l’Is, le forze di sicurezza irachene e le forze democratiche siriane (Fds), hanno condotto 196 missioni che hanno provocato la morte di 44 miliziani e hanno portato all’arresto di 166 terroristi nella prima metà del 2024. In Iraq, in 137 operazioni congiunte sono stati uccisi 30 miliziani dell’Is e 74 sono stati arrestati. In Siria, 59 operazioni condotte insieme alle Fds e ad altri partner hanno provocato la morte di 14 combattenti dell’Is e all’arresto di 92.
Le operazioni condotte dalla coalizione internazionale a guida statunitense nel primo semestre del 2024 hanno provocato la morte di otto esponenti di spicco dell’Is e la cattura di 32 leader sia in Iraq che in Siria. Tra i leader dell’Is arrestati o uccisi vi sono i responsabili della pianificazione delle operazioni al di fuori della Siria e dell’Iraq, del reclutamento, dell’addestramento e del contrabbando di armi. La rimozione di questi individui dalle loro posizioni di leadership degrada ulteriormente le capacità dell’Is di condurre operazioni esterne negli Stati Uniti e nelle nazioni alleate. Il proseguimento della ricerca dei circa 2.500 combattenti dell’Is in tutto l’Iraq e la Siria è una componente fondamentale per la sconfitta durevole dell’Is, evidenzia Centcom. Altrettanto importanti sono gli sforzi internazionali in corso per rimpatriare più di 9.000 detenuti dell’Is nelle strutture di detenzione in Siria, e il rimpatrio, la riabilitazione e la reintegrazione di oltre 43.000 persone e famiglie dai campidi Al Hol e Al Roj. Un dato in calo rispetto al picco di oltre 70.000 nel 2019.
“La durevole sconfitta globale dell’Is si basa sugli sforzi congiunti della Coalizione e dei partner per rimuovere i leader chiave dal campo di battaglia e sul rimpatrio, la riabilitazione e la reintegrazione delle famiglie di Al Hol e Al Roj”, ha affermato il generale Michael Erik Kurilla, comandante del Centcom. “Continuiamo a concentrare i nostri sforzi nel prendere di mira specificamente quei membri dell’Is che stanno cercando di condurre operazioni esterne al di fuori dell’Iraq e della Siria e quei miliziani che tentano di far uscire i combattenti detenuti nel tentativo di ricostituire le loro forze”. Nel primo semestre del 2024, lo Stato islamico (Is) ha rivendicato 153 attacchi in Iraq e Siria. L’andamento lascia presagire che l’Is potrebbe raddoppiare il numero totale di attacchi rivendicati nel 2023 e testimonia che i miliziani del califfato stanno tentando di ricostituirsi dopo diversi anni di ridotta capacità. È questo l’allarme lanciato dal Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom).
Per continuare lo sforzo per sconfiggere l’Is e prevenire la sua capacità di condurre attacchi esterni, il Centcom, insieme ai partner Usa per sconfiggere l’Is, le forze di sicurezza irachene e le forze democratiche siriane (Fds), ha condotto 196 missioni che hanno provocato la morte di 44 miliziani e hanno portato all’arresto di 166 terroristi nella prima metà del 2024. In Iraq, in 137 operazioni congiunte sono stati uccisi 30 miliziani dell’Is e 74 sono stati arrestati. In Siria, 59 operazioni condotte insieme alle Fds e ad altri partner hanno provocato la morte di 14 combattenti dell’Is e l’arresto di 92. Le operazioni condotte dalla Coalizione internazionale a guida statunitense nel primo semestre del 2024 hanno provocato la morte di otto esponenti di spicco dell’Is e la cattura di 32 leader sia in Iraq che in Siria. Tra i leader dell’Is arrestati o uccisi vi sono i responsabili della pianificazione delle operazioni al di fuori della Siria e dell’Iraq, del reclutamento, dell’addestramento e del contrabbando di armi.
La rimozione di questi individui dalle loro posizioni di leadership degrada ulteriormente le capacità dell’Is di condurre operazioni esterne negli Stati Uniti e nelle nazioni alleate. Il proseguimento della ricerca dei circa 2.500 combattenti dell’Is in tutto l’Iraq e la Siria è una componente fondamentale per la sconfitta durevole dell’Is, evidenzia Centcom. Altrettanto importanti sono gli sforzi internazionali in corso per rimpatriare più di 9 mila detenuti dell’Is nelle strutture di detenzione in Siria, e il rimpatrio, la riabilitazione e la reintegrazione di oltre 43 mila persone e famiglie dai campi di Al Hol e Al Roj. Un dato in calo rispetto al picco di oltre 70 mila nel 2019.