Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 19/09/2024
Polemiche per lo stop a “Marjane”
La recente decisione del ministero dell’Agricoltura francese di vietare l’importazione del cioccolato algerino “Marjane”, invocando una legge europea, ha scatenato un acceso dibattito in Algeria.
Il presidente dell’Organizzazione nazionale per la protezione dei consumatori, Mustapha Zebdi, ha espresso forte critica, accusando i lobbisti francesi di ostacolare la diffusione del prodotto algerino. Zebdi ha sottolineato che il divieto si basa sull’articolo 20, paragrafo 3, del regolamento europeo n. 2020/2292, relativo all’importazione di prodotti animali e derivati del latte destinati al consumo umano. Zebdi ha evidenziato come il cioccolato “Marjane” fosse già disponibile nei mercati europei, ma una volta diventato competitivo rispetto ai prodotti locali, sarebbero stati adottati provvedimenti per bloccarne l’importazione, accompagnati da rigorosi controlli.
Nel frattempo, il sito web d’informazione “Tout sur l’Algérie” ha riportato che container pieni di crema “Marjane” (la “Nutella” algerina) sono stati sequestrati al porto di Marsiglia il 13 settembre scorso. Il prodotto, molto popolare in Francia negli ultimi mesi grazie ai social media, era venduto a prezzi elevati nei negozi specializzati in prodotti algerini. Non bisogna dimenticare che la Francia ospita la più vasta comunità algerina all’estero, le cui stime variano tra i 2 e i 5 milioni di persone, includendo un gran numero di berberi. La vasta comunità algerina ha spesso creato problemi di ordine pubblico in Francia.
Un esempio evidente c’è stato durante i festeggiamenti per la vittoria della nazionale algerina nella Coppa d’Africa del 2019, che in diverse città francesi si sono trasformati in violenti scontri tra tifosi e polizia, con tragiche conseguenze in termini di morti, feriti, arresti e saccheggi.
La presenza degli algerini in Francia rappresenta quindi una questione di sicurezza cruciale per il Paese europeo, senza tralasciare la dimensione economica. Basti pensare che circa il 12 per cento del gas importato dalla Francia nel 2023 proveniva dalla sua ex colonia.
Il ministero dell’Agricoltura francese ha spiegato che l’Algeria non risponde a tutte le normative europee in materia di salute animale e sicurezza alimentare per l’esportazione di prodotti contenenti derivati del latte. Di conseguenza, l’importazione della crema “Marjane” non è permessa nel quadro legislativo attuale. In precedenza, la catena di supermercati francese “Carrefour” aveva annunciato l’intenzione di includere i prodotti “Marjane” nei suoi punti vendita, ma l’iniziativa sembra ora compromessa a causa del divieto.
La controversia commerciale si inserisce nel contesto delle forti divergenze tra la Francia e il suo ex territorio metropolitano in Nord Africa.
Il 30 luglio scorso, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha annunciato il riconoscimento del Piano di autonomia del Marocco per il Sahara Occidentale, decisione che ha portato il governo dell’Algeria a ritirare l’ambasciatore a Parigi.
Non solo. Nel suo primo mandato presidenziale, Macron aveva messo in dubbio l’esistenza di una nazione algerina prima della colonizzazione, provocando il richiamo in patria per tre mesi dell’ambasciatore d’Algeria a Parigi nell’autunno 2021 e il divieto di sorvolo dello spazio aereo algerino agli aerei militari francesi impegnati nel Sahel.
Altro argomento spinoso è il cosiddetto “dossier della memoria” e la vicenda dei “crimini coloniali” del 19mo secolo. Nel 2020, ad esempio, la Francia aveva consegnato all’Algeria i resti di 24 combattenti della resistenza uccisi all’inizio della colonizzazione francese del Paese nordafricano, durata 132 anni, dal 1830 al 1962. L’Algeria continua tuttavia a chiedere la restituzione di “tutti i teschi presenti nei musei” per poterli seppellire.