I cittadini sono chiamati alle urne in uno scenario elettorale incerto

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/03/2024

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Domani, oltre 10,8 milioni di portoghesi eleggeranno i 230 deputati dell’Assemblea della Repubblica. L’attuale legislatura, che sarebbe dovuta terminare nel 2026, è stata interrotta anticipatamente a seguito delle dimissioni del primo ministro, Antonio Costa, il 7 novembre scorso. Le dimissioni sono state annunciate dopo che Costa è finito coinvolto in un’indagine per corruzione in relazione a concessioni per diversi progetti legati al litio e alle energie rinnovabili. Molti osservatori hanno osservato che l’impianto accusatorio sembra decisamente debole, ma Costa ha deciso di rassegnare comunque le dimissioni per “tutelare la dignità delle istituzioni”. I seggi in tutto il Paese resteranno aperti dalle 8 alle 19. Quasi 208 mila elettori che avevano richiesto il voto per corrispondenza hanno potuto votare in anticipo entro il 3 marzo scorso.

Pedro Nunos Santos, che ha ereditato la guida del Partito socialista da Costa, è chiamato al difficile compito di riconfermare il fronte progressista alla guida del Paese. La maggioranza assoluta ottenuta dall’ex premier alla elezioni politiche del gennaio 2022, sembra tuttavia un lontano ricordo per i socialisti. I principali sondaggi preelettorali pronosticano un testa a testa con Alleanza democratica (Ad), coalizione conservatrice guidata dal Partito socialdemocratico (Psd) di Luis Montenegro. I partiti di sinistra, che avevano sostenuto Costa nella sua prima legislatura, ossia il Blocco di sinistra (Be) e il Partito comunista (Pcp), hanno escluso per ora una grande coalizione progressista e la somma dei loro voti non dovrebbe superare, in ogni caso, il 7 per cento delle preferenze. Considerato uno dei principali rappresentanti dell’area socialista più “radicale”, in campagna elettorale l’ex ministro delle Infrastrutture Nuno Santos ha cercato di trasmettere un’immagine più “moderata” per conquistare i voti degli elettori di centro, che risulteranno decisivi per imporsi sull’Ad. Le carenze del sistema sanitario nazionale sono stati uno dei principali temi della campagna e Nuno Santos ha ammesso che il sistema “è a rischio”. Pertanto, il progetto di un futuro governo socialista è di rendere la sanità nazionale “più competitiva”. Il candidato socialista si è impegnato, tra le altre proposte, ad aumentare i salari e le pensioni, a garantire alloggi a prezzi accessibili per i giovani e a lottare per la parità salariale delle donne.

Dall’altra parte, Luis Montenegro, leader del Partito socialdemocratico (Psd) dal 2022, si presenta a queste elezioni come candidato dell’Alleanza democratica (Ad), una coalizione conservatrice, composta con altri due partiti del blocco nazionale di destra (Centro socialdemocratico e Partito popolare monarchico). Il testo dell’accordo tripartito fa leva sui “fallimenti” dei governi socialisti degli ultimi otto anni, che avrebbero portato a un “impoverimento del Portogallo” e all’aumento della pressione fiscale. A ciò si aggiungerebbe il “profondo degrado” dello Stato sociale, particolarmente grave nella sanità e nell’istruzione, ma anche nella sicurezza o negli alloggi. Tra i punti del programma conservatore figura una gestione “sostenibile” delle finanze pubbliche, con la precisazione che l’equilibrio di bilancio e la riduzione del debito pubblico sono “condizioni e mezzi indispensabili che devono essere perseguiti in modo sano, invertendo la recente strategia di massima pressione fiscale per minimi servizi”. Montenegro ha proposto una riduzione generale delle tasse e un aumento dei salari e delle pensioni minime entro il 2028, rispettivamente a 820 euro e 1.000 euro al mese.

La maggior parte dei sondaggi pubblicati nelle ultime settimane hanno rilevato un probabile pareggio tecnico tra il centro-sinistra e il centro-destra. Le possibili alleanze post-elettorali hanno rappresentato, pertanto, uno dei temi “caldi” di tutta la campagna elettorale. Montenegro ha assicurato che non è disposto a scendere a patti con il partito sovranista Chega, già terza forza parlamentare in Portogallo, che potrebbe assicurarsi tra il 16 e il 19 per cento. Se confermato, il risultato garantirebbe al partito di Andre Ventura almeno 40 seggi all’Assemblea della Repubblica.

Se non dovesse raggiungere la maggioranza assoluta, Montenegro ha ipotizzato di poter avviare un dialogo con Iniciativa Liberal, partito conservatore che sta attraversando, tuttavia, un periodo di rallentamento dopo lo slancio di due anni fa. L’incertezza che domina questo importante appuntamento elettorale lascia supporre che, a urne chiuse, inizierà una nuova e difficile partita per lo schieramento maggioritario, chiamato a tessere complesse alleanze post-elettorali dagli scenari imprevedibili.