Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/10/2024
GUERRA IN UCRAINA Kiev dipinta come antemurale davanti alla minaccia russa
La dichiarazione congiunta del summit Ucraina-Europa sudorientale riassume “la forte volontà politica dei Paesi di questa parte d’Europa, ciascuno dei quali, a modo suo, sostiene solidamente l’Ucraina”. Lo ha assicurato il primo ministro della Croazia, Andrej Plenkovic, al termine del vertice a Dubrovnik, parlando di un “summit di successo”.
L’obiettivo principale dell’incontro di ieri era dimostrare la solidarietà della regione europea sudorientale nei confronti di Kiev. L’evento ha riunito rappresentanti di alto livello, tra cui la presidente slovena Natasa Pirc Musar, il presidente montenegrino Jakov Milatovic, la presidente del Kosovo Vjosa Osmani, e i primi ministri di Grecia, Bulgaria, Albania, Macedonia del Nord e Bosnia ed Erzegovina. Assente, invece, il presidente croato Zoran Milanovic, che non è stato invitato al summit. L’edizione del vertice di quest’anno è la terza dopo gli appuntamenti dello scorso febbraio a Tirana, in Albania, e di Atene, in Grecia, nel 2022. Ha partecipato anche il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, il cui Paese mantiene un atteggiamento non allineato agli alleati dell’Ucraina in termini di rapporti con la Russia. Nei confronti di Mosca, infatti, Belgrado non ha introdotto sanzioni per l’invasione dell’Ucraina. La dichiarazione congiunta ribadisce la condanna alla “guerra di aggressione russa contro l’Ucraina”, definita “non provocata, ingiustificata e illegale” oltre che “una flagrante violazione del diritto internazionale”. I firmatari affermano anche il loro sostegno “all’indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti”.
La dichiarazione esplicita inoltre un sostegno al piano di pace del presidente Zelensky, alla richiesta di perseguire i crimini di guerra in Ucraina, al percorso di integrazione europea di Kiev e alla sua adesione alla Nato. Lo spauracchio agitato da Zelensky al summit è che se la Russia vincesse la sua guerra di invasione in Ucraina, continuerebbe a destabilizzare l’Europa tentando una conquista degli Stati sul Mar Baltico o di quelli dei Balcani. La resistenza di Kiev all’aggressione – ha ricordato Zelensky ai capi di Stato e di governo presenti all’evento – è precondizione anche della sicurezza dei loro rispettivi Paesi. Promuovendo la causa di Kiev, Zelensky ha esortato a investire nell’industria della difesa ucraina, perché anche questi investimenti vanno interpretati come una garanzia: “La guerra è diventata tecnologicamente avanzata, servono nuove armi e nuovi investimenti”, tra cui “droni e strumenti di difesa elettronica. Queste e altre opportunità daranno la possibilità alla vostra regione di vivere in pace”. Ed è proprio di pace, oltre che di armi, che il capo dello Stato ucraino ha anche parlato. Zelensky, infatti, ha dichiarato che entro la fine di novembre verrà messo a punto un documento sulle condizioni per raggiungere una pace giusta e porre fine alla guerra. A margine del vertice, il premier croato Plenkovic e il presidente Zelensky hanno firmato un accordo di cooperazione e sostegno a lungo termine. L’accordo formalizza la cooperazione già esistente soprattutto nell’ambito degli aiuti umanitari, dello sminamento e della promozione dell’azione penale contro i crimini di guerra. Plenakovic ha approfittato dell’occasione per ribadire che Zagabria continua a fornire “aiuti politici, umanitari, economici e militari” a Kiev e a “sostenere con forza il percorso europeo dell’Ucraina”, Paese che è stato tra i primi a riconoscere la Croazia all’inizio degli anni Novanta.