Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 17/01/2024
l Sudan ha sospeso i rapporti con l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), che ha tentato di mediare nel conflitto in corso da aprile fra le parti in conflitto. Lo riferisce il sito d’informazione arabo “Al Hadath”, che cita una dichiarazione del ministero degli Esteri in cui Khartum ribadisce che “quanto sta accadendo in Sudan è una questione interna” e che “la nostra risposta alle iniziative regionali non significa rinunciare al nostro diritto sovrano di risolvere da sudanesi un problema sudanese”. L’annuncio arriva dopo che sabato scorso il Consiglio sovrano, guidato dal generale Abdel Fattah al Burhan, ha ritirato la propria partecipazione al vertice straordinario dell’Igad indetto per giovedì prossimo, 18 gennaio, per discutere del conflitto sudanese e della crisi aperta di recente fra Etiopia e Somalia.
Una decisione che è stata motivata dal Consiglio sovrano con i colloqui avvenuti tra la stessa Igad – di cui Gibuti detiene la presidenza di turno – e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, capo delle Forze di supporto rapido (Rsf), il quale ha invece confermato la sua partecipazione all’incontro di giovedì. Nell’annunciare la mancata partecipazione al vertice Igad, il ministero degli Esteri di Khartum ha inoltre affermato la necessità di un incontro faccia a faccia tra i generali in guerra prima di discussioni più ampie con il blocco regionale.
L’annuncio della mancata partecipazione al vertice e del sostanziale congelamento dei rapporti con l’Igad da parte di Khartum avviene peraltro dopo che il Coordinamento delle forze democratiche civili (Taqaddum) del Sudan – piattaforma guidata dall’ex premier civile Abdalla Hamdok che racchiude più di 60 rappresentanti di partiti politici, comitati civici, sindacati, organizzazioni della società civile e figure indipendenti sudanesi – ha confermato di aver ricevuto l’approvazione da parte del presidente del Consiglio sovrano Abdel Fattah al Burhan per tenere un incontro volto a discutere le modalità per la cessazione delle ostilità. Lo riferiscono fonti citate dal quotidiano “Sudan Tribune”, senza specificare né l’ora né il luogo dell’incontro, ma precisando che l’incontro dovrebbe avvenire a Giuba. Alla fine di dicembre il leader della coalizione Hamdok ha invitato i generali al Burhan e Dagalo per un incontro da tenersi ad Addis Abeba, in Etiopia, volto discutere la fine della guerra che infuria nel Paese da metà aprile 2023.
L’invito, declinato da al Burhan, è stato invece accettato da Dagalo, che il 2 gennaio ha firmato con Hamdok una Dichiarazione tesa a tracciare una tabella di marcia per fermare le ostilità e proteggere i civili dal conflitto. La Dichiarazione prevede una serie di punti e procedure per proteggere i civili e fermare le ostilità, incluso l’impegno delle Rsf a fermare incondizionatamente le ostilità attraverso negoziati con le Forze armate sudanesi (Saf). In base al documento, le Rsf hanno inoltre accettato di rilasciare 451 prigionieri come gesto di “buona fede”. L’accordo prevede anche l’apertura di percorsi sicuri nelle aree controllate dalle Rsf, la fornitura di garanzie per facilitare il lavoro delle organizzazioni non governative e la preparazione delle condizioni per un ritorno sicuro dei cittadini alle loro case a Khartum e negli Stati del Darfur e del Kordofan.