IN MOZAMBICO IL PIANO MATTEI A PIENO REGIME

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 13/08/2024

L’Italia sta attuando per la prima volta in Mozambico, dall’inizio dei rapporti di cooperazione avviati negli anni ’70, un programma quinquennale, con un budget di 85 milioni di euro, per concretizzare la sua visione di sviluppo del continente africano definita dal Piano Mattei. È quanto dichiarato dall’ambasciatore d’Italia a Maputo, Gianni Bardini, che in un’intervista ad “Agenzia Nova” ha delineato le strategie del governo italiano nel Paese dell’Africa australe. Secondo il diplomatico, il programma quinquennale firmato nel 2022 in occasione della visita in Mozambico del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incidendo sulla vita delle comunità, stabilendo connessioni produttive in vari settori economici.

IL PROGRAMMA GLOBALE

«La Cooperazione italiana – dice Bardini – ha per la prima volta, due anni fa, elaborato un programma quinquennale di cooperazione che individua progetti nell’ambito dei cinque principali assi tradizionali, ovvero salute, creazione di lavoro, tutela dell’ambiente e della biodiversità, agricoltura e sviluppo urbano. Queste sono le tradizionali aree di impegno, di impegno dell’Italia». Attualmente l’Italia sta concentrando il suo intervento nelle province di Sofala e Manica, nel Mozambico centrale, dove sono in corso progetti pilota, cioè la creazione di un centro agroalimentare a Chimoio con un budget di 35 milioni di euro, di cui 5 di donazioni e 30 di crediti agevolati. Si tratta, dice l’ambasciatore, di un progetto importante che fungerà da incubatore tecnologico e da trasferimento di competenze in un momento in cui, pur esistendo una discreta produzione agricola, il Paese non dispone ancora di un’unità di trasformazione e trasformazione dei prodotti agricoli. «Finalmente – dice Bardini – dopo una lunga attesa e preparazione, il progetto avrà inizio. La realizzazione del polo agroalimentare inizierà ad ottobre. Abbiamo già lo studio di fattibilità e il budget. Vogliamo creare l’intera filiera produttiva, cioè conservazione, trasformazione e distribuzione in Mozambico».

SANITÀ E IDROCARBURI

Con oltre 30 milioni di abitanti, il Mozambico deve affrontare varie sfide nel campo della sanità pubblica, e l’Italia è uno dei partner strategici con diversi progetti in corso in questo settore, oltre a un’iniezione diretta annua di un milione di euro per il ministero della Salute tramite un fondo gestito dal governo. In campo sanitario -sottolinea Bardini – esiste un impegno di lunga data tra i due Paesi, che mira a fornire materiale scientifico e tecnico, con una maggiore attenzione alla formazione del personale paramedico, soprattutto nel settore delle malattie non trasmissibili, tra cui il diabete e l’ipertensione. «Questa – dice – è un’area in cui siamo attivi in varie parti del Paese. Un centro di attività importante è la città di Beira, presso l’ospedale locale, dove lavoriamo da molto tempo». L’ambasciatore ricorda che in Mozambico esiste un’ampia rete della società civile italiana che, con fondi propri, sta migliorando la qualità della salute della popolazione. È il caso, per esempio, della Comunità di Sant’Egi – dio, che dispone di 11 centri sanitari in Mozambico nell’ambito del progetto “Dreams”. Secondo il diplomatico, in termini di impatto economico, la presenza italiana in Mozambico non ha mai avuto tanta visibilità come adesso, rafforzata com’è dalla presenza di Eni, attraverso il progetto di esplorazione degli idrocarburi Coral Sul Flng nel bacino di Rovuma. «Il nostro Paese è impegnato nell’esplorazione del gas di Ruvuma ed è l’unico, al momento, a produrlo, estrarlo e venderlo. Il presidente del Mozambico (Filipe Nyusi) ha riferito all’Eni che sono già state vendute altre 65 spedizioni di gas liquefatto», sottolinea Bardini, ricordando che la compagnia petrolifera italiana detiene anche una partecipazione del 25% nel progetto gestito da ExxonMobil, anch’esso per l’esplorazione del gas a Cabo Delgado, che è ancora in attesa della decisione finale d’investimento. Saipem è un’altra società italiana con una forte presenza nei progetti nel settore del gas in Mozambico, ingaggiata da TotalEnergies con un budget di 7 miliardi di euro per sviluppare l’ingegneria del progetto Gnl del Mozambico, interrotto per motivi di sicurezza, ma che riprenderà entro fine anno

PROGETTI INDUSTRIALI

«Nel settore degli idrocarburi, delle risorse naturali e dei minerali – ricorda Bardini – abbiamo Eni e Saipem, tra le aziende più importanti al mondo nell’esplorazione degli idrocarburi, che stanno facendo cose importanti. Un lavoro molto visibile, che produce una fonte di entrate molto importante per il governo mozambicano». Ma la presenza industriale italiana non si limita al settore idrocarburi: è il caso, per esempio, della società Bonatti, attiva nel settore delle energie rinnovabili; di WeBuild, derivante da una fusione di tre aziende italiane che operano in Mozambico nel settore delle costruzioni; del gruppo Renco, attivo a Cabo Delgado con diversi investimenti in fase di realizzazione. «Renco sta costruendo a Pemba: il progetto è già molto avanzato, con investimenti importanti. Sono già stati investiti 40 milioni di euro, il progetto finale avrà un budget di oltre 100 milioni» dice l’ambasciatore. Anche nell’ambiente e nella biodiversità – ricorda Bardini – l’Italia sta investendo quasi 20 milioni di euro, con progetti di riforestazione delle mangrovie e di rafforzamento delle istituzioni scientifiche in tre centri di ricerca, di cui l’iniziativa più robusta è la tutela della foresta di Miombo nella valle dello Zambesi, nella regione transfrontaliera con lo Zimbabwe. In collaborazione con l’Università “Eduardo Mondlane” di Maputo, inoltre, l’Italia sta rafforzando e migliorando le attività del Centro di ricerca e investigazione, in particolare con la facoltà di Biologia, e del Centro di ricerca del Museo di storia naturale del Mozambico, importante istituzione per l’educazio – ne dei giovani alla tutela della ambiente. L’iniziativa si concretizza tramite una partnership con l’Università La Sapienza di Roma, l’ateneo più impegnato nella tutela ambientale. «Al momento si stanno investendo circa 20 milioni di euro in progetti attivi. I progetti transfrontalieri realizzati dalla sola Fao spendono dai 13 ai 15 milioni» sottolinea il diplomatico, ricordando i rapporti storici tra Italia e Mozambico, che risalgono a molto prima dell’indipendenza del 1975 e che hanno raggiunto un alto livello di cooperazione simbolica con il contributo dell’Italia al processo di oppace, culminato con gli accordi di pace firmati a Roma il 4 ottobre 1992, che hanno posto fine a una sanguinosa guerra civile durata 16 anni.