Inizia il mese sacro del Ramadan mentre a Gaza è crisi umanitaria

Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 12/03/2024

È cominciato senza che si sia ancora trovato un accordo per la cessazione delle ostilità che sono il corso dal 7 ottobre 2023

In molti paesi a maggioranza musulmana è cominciato ieri il mese sacro del Ramadan, che quest’anno si svolge mentre nella Striscia di Gaza è in corso una grave crisi umanitaria. Durante questo mese sacro, i fedeli sono chiamati a osservare il digiuno (sawm) dall’alba al tramonto, che è uno dei cinque pilastri dell’islam che ogni musulmano deve osservare insieme alla testimonianza di fede (shahadah), alla preghiera (Salat), all’elemosina (zakat) e al pellegrinaggio (Hajj) alla Mecca. Ogni persona adulta e in salute è tenuta a compiere il digiuno, mentre in caso di infermità o situazioni particolari come la gravidanza o l’allattamento si è dispensati da questo dovere, e i giorni di digiuno possono essere “recuperati” in seguito.

Il Ramadan cade ogni anno in un periodo diverso perché nei paesi musulmani viene adottato un calendario di tipo lunare, che viene calcolato osservando i moti del satellite e in particolare con l’avvistamento della prima falce di luna crescente nel cielo. Per questa ragione i mesi del calendario lunare possono avere degli inizi diversi in ogni Paese. Il Ramadan è considerato un periodo sacro perché nella notte tra il 26 e il 27 del mese, intorno all’anno 612, l’arcangelo Gabriele rivelò il Corano al profeta dell’islam Muhammad, durante la cosiddetta “Notte del destino” (Laylat al Qadr).

Il significato di questa ricorrenza non si esaurisce quindi soltanto con il precetto del digiuno, ma sono molto importanti anche la preghiera e la purificazione. Sono in generale da evitare tutti quei comportamenti che impediscono l’elevazione dello spirito e la contemplazione (come i rapporti sessuali, il fumo, gli accessi di ira, la menzogna, la calunnia, la maldicenza e la guerra). Durante ogni giorno di questo mese sacro, il digiuno viene rotto con un pasto chiamato Iftar. In ogni Paese del mondo islamico ci sono diverse tradizioni culinarie legate a questa usanza, ma è in generale molto comune rompere il digiuno con dei datteri e dell’acqua, secondo l’esempio del profeta Muhammad.

Alla fine del mese di Ramadan si celebra la secondo festività più importante dell’islam, l’Eid al Fitr, ovvero la festa per la fine del digiuno. Per tre giorni, scuole e uffici restano chiusi e le famiglie si ritrovano per consumare piatti tradizionali e per la preghiera. Quest’anno, le festività di Ramadan non saranno soltanto un momento di gioia per i circa 2 miliardi di musulmani che compongono la Ummah (la comunità islamica). Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza e la guerra civile in Sudan sono solo due esempi dei molteplici scenari di violenza che affliggono diversi paesi a maggioranza musulmana.

Nonostante i tentativi della diplomazia internazionale di raggiungere un cessate il fuoco tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas prima dell’avvio della ricorrenza, il Ramadan è iniziato senza che si sia ancora trovato un accordo per la cessazione delle ostilità che sono il corso dal 7 ottobre 2023. In uno scenario umanitario catastrofico come quello di Gaza, dove manca cibo e acqua e dove almeno 27 persone sono morte per malnutrizione e disidratazione, il rituale del digiuno assume un significato diverso. Secondo alcune testimonianze raccolte dall’emittente panaraba di proprietà qatariota “Al Jazeera”, gli abitanti della Striscia – dove dal sette ottobre sono morte oltre 31 mila persone nelle operazioni militari di Israele, iniziate dopo l’attacco di Hamas nello Stato ebraico – devono confrontarsi, oltre che con la mancanza di viveri, anche con la difficoltà di trovare luoghi per la preghiera, a causa dell’enorme livello di distruzione che ha riguardato anche le moschee.