IRAN, PEZESHKIAN GIURA COME PRESIDENTE

Pubblicato da il Quotidiano del sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/07/2024

Il neo eletto presidente della Repubblica islamica dell’Iran, Masoud Pezeshkian, ha prestato ieri giuramento di fronte al Majles (il Parlamento), dopo aver ricevuto domenica scorsa, 28 luglio, l’appoggio formale della guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. “Approvo il voto per il saggio, onesto, popolare ed erudito signor Pezeshkian, e lo nomino presidente della Repubblica islamica dell’Iran”, aveva affermato Khamenei. Nella giornata di ieri, a partire dalle 16 (ora di Teheran), è iniziata la cerimonia di insediamento ufficiale al Parlamento, che ha visto la presenza di delegazioni di 88 paesi.

Sia Pezeshkian che la guida suprema Khamenei hanno incontrato alcuni dei leader giunti nella capitale iraniana per l’occasione, tra cui il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, il segretario generale della Jihad islamica palestinese, Ziad al Nakhalah, il vice segretario del partito sciita libanese Hezbollah, Naim Qassem, e il portavoce degli Houthi yemeniti, Mohammed Abdulsalam.

“Cercheremo un impegno costruttivo ed efficace con il mondo basato sui principi di dignità, saggezza e convenienza”, ha affermato Pezeshkian durante la cerimonia, riaffermando la volontà già dichiarata durante la campagna elettorale di non adottare un atteggiamento di chiusura nei confronti degli altri Stati, anche occidentali.

A questo proposito il presidente ha confermato che la sua amministrazione intende proseguire nei negoziati “per rimuovere le sanzioni anti-Iran”, ricordando all’Occidente e a Washington che “il programma nucleare iraniano è pacifico, come è stato verificato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea)”, e ribadendo che Teheran “rimane intenzionata a rispettare gli impegni assunti nell’ambito dell’accordo nucleare”. Durante il suo discorso, il neo presidente ha parlato anche della situazione nella Striscia di Gaza, condannando la “guerra genocida” contro il popolo palestinese e criticando gli Stati Uniti e i paesi occidentali per “aver fornito armi al regime (israeliano)”.

“La mia amministrazione vuole una regione forte”, ha affermato Pezeshkian, ribadendo che i paesi vicini “non devono spendere le loro preziose risorse in conflitti e guerre di logoramento”. Infine, il presidente ha invitato il mondo a “cogliere l’opportunità unica di risolvere i problemi regionali e globali con la partecipazione di un Iran forte, desideroso di pace e dignitoso”. Il nuovo presidente iraniano avrà ora 15 giorni di tempo per presentare la sua squadra di governo di fronte al Majles, che dovrà approvare i ministri scelti attraverso un voto di fiducia.

Un compito che si preannuncia tutt’altro che scontato, dal momento che la maggioranza dei seggi del Parlamento, rinnovato lo scorso marzo, è in mano allo schieramento conservatore. Negli scorsi giorni Pezeshkian ha già suscitato polemiche per la scelta del suo vice, il 73enne Mohammad Reza Aref (già vice del presidente iraniano Mohammad Khatami dal 2001 al 2005), nonostante la promessa di formare un gabinetto “giovane”.

Inoltre, la scelta ha deluso le aspettative di coloro che attendevano la nomina a vicepresidente dell’economista Ali Tayebnia, dopo l’annuncio dello stesso Pezeshkian di voler risollevare, come priorità, la situazione economica del Paese. Masoud Pezeshkian, ex ministro della Sanità iraniano e unico candidato riformista alle elezioni presidenziali della Repubblica islamica dell’Iran, ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali lo scorso 5 luglio, ottenendo 16.384.403 voti contro i 13.538.179 dell’avversario ultraconservatore Saeed Jalili.

L’affluenza alle urne al ballottaggio ha raggiunto il 50 per cento, in aumento rispetto al 40 per cento del primo turno (tenutosi il 28 giugno), il dato più basso nella storia della Repubblica islamica. Le elezioni sono state indette a seguito della morte del presidente Ebrahim Raisi, che ha perso la vita in un incidente in elicottero lo scorso 19 maggio insieme al suo ministro degli Esteri, Hossein Amirabdollahian, e altri alti funzionari iraniani.

Cardiologo di formazione, Pezeshkian ha diretto l’Università di Scienze Mediche di Tabriz, una delle principali istituzioni mediche del nord dell’Iran. È stato ministro della Sanità nel governo di Mohammad Khatami (2001-2005) e dal 2008 è stato eletto deputato al Parlamento iraniano nella città nord-occidentale di Tabriz. Come il suo sfidante Jalili, si era precedentemente candidato alla presidenza nel 2013, salvo poi ritirarsi a favore di Hashemi Rafsanjani. Nel 2021 la candidatura di Pezeshkian era invece stata respinta dal Consiglio dei guardiani, l’organo preposto a vagliare e approvare i contendenti per le elezioni presidenziali.

Durante la sua campagna elettorale, Pezeshkian si è mostrato incline a un’azione diplomatica distensiva, anche nei confronti dell’Occidente, nonostante abbia criticato le sanzioni imposte all’Iran, ritenute “un ostacolo” per la crescita economica del Paese. L’ex medico è favorevole alla ripresa di un accordo nucleare sulla base di quello concluso nel 2015 e ha criticato la gestione delle proteste scoppiate nel settembre 2022 in seguito alla morte in custodia della polizia morale di Jina Mahsa Amini. Il neo presidente iraniano ha inoltre affermato di essere favorevole alla libertà di scelta delle donne.