ISRAELE BOMBARDA COLPITA LA BASE DI HEZBOLLAH

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/09/2024

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno attaccato ieri il quartier generale del movimento sciita libanese Hezbollah situato sotto edifici residenziali nella zona di Dahye, nella periferia meridionale di Beirut, la capitale del Libano. Lo ha dichiarato il portavoce delle Idf per i media in arabo, Avichai Adraee. Secondo quanto riportano i media libanesi, tra i 15 e i 20 missili hanno colpito la zona di Haret Hreik, provocando alte colonne di fumo e sei edifici sono stati distrutti. L’obiettivo del raid israeliano a Dahye, nella periferia meridionale di Beirut, era Hassan Nasrallah, il segretario generale del movimento sciita Hezbollah. Lo riferiscono fonti citate dall’emittente saudita “Al Arabiya”, secondo cui Nasrallah sarebbe sfuggito al tentativo di ucciderlo. Anche l’emittente pubblica israeliana “Kan” riferisce che l’obiettivo sarebbe stato Nasrallah. Ma Nasrallah si trova in un luogo sicuro, secondo l’agenzia di stampa iraniana “Tasnim”, che aggiunge che “quanto pubblicato dai media ebraici non è vero”. Anche secondo l’emittente “Al Arabiya”, “Nasrallah sta bene ed Hezbollah pubblicherà a breve una dichiarazione”. Ma la giornata di ieri è stata caratterizzata dal discorso di Benjamin Netanyahu all’Onu.

Il raggiungimento di “una storica pace con l’Arabia Saudita sarebbe una benedizione, trasformerebbe il Medio Oriente, e Israele è determinato a raggiungerla, mentre i nostri nemici sono determinati a fermarla”. Questo uno dei punti salienti del discorso del primo ministro di Israele che è intervenuto al dibattito della 79ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, a quasi un anno dall’attacco del movimento islamista Hamas del 7 ottobre 2023 e mentre è in corso un’offensiva nel sud del Libano contro obiettivi del gruppo sciita Hezbollah. “Spero si possa materializzare con il sostegno degli Stati Uniti”, ha aggiunto, mostrando le mappe geografiche del Medio Oriente che rappresentano “la maledizione” nera dell’Iran e dei Paesi alleati e “la benedizione” verde che lega Israele ai Paesi del Golfo.

Fischiato all’inizio da alcuni partecipanti all’Assemblea generale che hanno lasciato la sala, Netanyahu ha ribadito che “Israele non si fermerà” e andrà avanti fino alla “vittoria finale” a Gaza e in Libano finché non garantirà il ritorno della popolazione nel nord di Israele. Israele “cerca la pace. Ecco la verità”, ha esordito il primo ministro, affermando di “aver sentito bugie da parte di molti relatori su questo palco e (per questo) ho deciso di venire per parlare per il mio popolo e per la verità”. Sul futuro delle operazioni militari, Netanyahu ha affermato che la “guerra può finire adesso, se Hamas si arrende e rilascia gli ostaggi. Altrimenti andremo avanti fino alla vittoria finale”. Israele sosterrà qualsiasi amministrazione civile della Striscia di Gaza che sia “pacifica”, ha aggiunto, accusando l’Onu di antisemitismo.

Sul fronte settentrionale, Israele “non accetta la presenza di una milizia – Hezbollah – che potrebbe compiere un nuovo 7 ottobre. La continuerà a colpire finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi”, ha aggiunto. Circa 60 mila residenti nel nord di Israele sono diventati rifugiati, ha affermato, aggiungendo: “Sono venuto qui per dire, basta così. Non ci fermeremo finché i nostri cittadini non torneranno sani e salvi alle loro case”. “Finché Hezbollah sceglierà la via della guerra”, Israele ha tutto il diritto di restituire ai suoi cittadini la sicurezza, ha concluso. Le dichiarazioni del primo ministro israeliano all’Onu frenano il cauto ottimismo dei giorni scorsi sulla possibilità di un cessate il fuoco con Hezbollah, richiesto da Stati Uniti e Francia e sembrano allontanare uno scenario di de-escalation. Ieri inoltre le Forze di difesa d’Israele (Idf) hanno mobilitato altre due brigate di riservisti verso il nord di Israele, al confine con il Libano.

Nella mobilitazione sono stati inclusi anche diversi battaglioni di riservisti per “consentire la continuazione degli sforzi di combattimento, colpire le capacità militari di Hezbollah e creare le condizioni affinché i residenti del nord di Israele possano tornare in sicurezza alle loro case”, hanno spiegato le Idf. Sempre oggi, nel quadro dell’operazione “Frecce del nord” lanciata il 23 settembre, le Idf hanno colpito diverse postazioni di Hezbollah, che, a sua volta, ha lanciato razzi verso Israele. Finora in Libano a causa degli attacchi, vi sono circa decine di migliaia di sfollati e circa 700 morti. Infine, nel suo discorso, Netanyahu ha detto: “Ho un messaggio per l’Iran: Se ci colpite, vi colpiremo”. Minacciando la Repubblica islamica, il premier israeliano ha aggiunto: “Non c’è posto in Iran che Israele non possa raggiungere e la stessa cosa vale per l’intero Medio Oriente”.