Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/03/2024
L’idea è di formare 2.000 lavoratori in due anni per poi assumerli in Italia nel quadro del decreto Cutro, che disciplina le procedure per il rilascio di nulla osta al lavoro per i cittadini stranieri “al di fuori” delle quote previste dal decreto flussi
Per rispondere alle sfide legate alla mobilità del lavoro in Tunisia, l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), l’Agenzia per l’impiego tunisina (Aneti) e l’Agenzia per la Formazione Professionale (Atfp), in collaborazione con l’ente del terzo settore Elis e la partecipazione di Formedil e Cesf di Perugia (Centro Edile per la sicurezza e la formazione) hanno realizzato un progetto di formazione pilota per 38 giovani affinché vengano assunti in Italia nelle aziende attive nel settore delle costruzioni. La fase sperimentale si è conclusa lo scorso 22 febbraio con la consegna da parte dell’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, dei diplomi ai lavoratori tunisini che hanno completato la formazione nel quadro del progetto “Accademia internazionale delle costruzioni” che ha visto coinvolti, sul fronte istituzionale italiano, il ministero dell’Interno, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’ambasciata d’Italia a Tunisi e, dal lato tunisino, il ministero del Lavoro e della formazione professionale, l’Agenzia perl’impiego (Aneti) e l’Agenzia per la formazione professionale (Atfp) di Tunisi.
A conclusione della fase sperimentale, che ha visto in circa tre mesi la formazione di 38 operai specializzati che possono essere assunti in aziende italiane operanti nel settore edile, l’idea è di replicare il modello su più ampia scala. E’ attualmente in fase molto avanzata una collaborazione più ampia, che intende raggiungere tutti i governatorati della Tunisia. L’idea è di formare 2.000 lavoratori tunisini in due anni per poi assumerli in Italia nel quadro del decreto Cutro, che disciplina le procedure per il rilascio di nulla osta al lavoro per i cittadini stranieri “al di fuori” delle quote previste dal decreto flussi. Una iniziativa che nelle fasi successive si avvarrà di risorse del progetto Thamm, un programma dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni finanziato dal Fondo fiduciario di emergenza dell’Unione europea per l’Africa. Secondo il ministero dell’Occupazione e della formazione professionale di Tunisi, ai partecipanti alla prima fase del progetto è stato riconosciuto un rimborso mensile di 150 dinari tunisini (corrispondenti a circa 50 euro). Il reclutamento di altri gruppi di operai sarà programmato nel quadro della promozione di una migrazione sicura, ordinata e regolare.
Per accedere al programma i candidati devono essere in possesso di un certificato professionale nell’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici, secondo il sistema scolastico tunisino, e di un’esperienza professionale di almeno un anno. La prima fase ha visto la collaborazione delle già citate agenzie per il lavoro e la formazione professionale, Aneti e Atfp. I corsi di formazione dei 38 tunisini si sono concentrati sulle conoscenze specifiche richieste dalle imprese italiane, in particolare la normativa relativa alla sicurezza sul lavoro di cui è occupata l’ente non profit Elis. L’Istituto italiano di cultura (Iic) di Tunisi, da parte sua, ha impartito ai lavoratori tunisini le competenze linguistiche necessarie, insieme a contenuti di educazione civica, volti a far acquisire una sufficiente conoscenza dei principi fondamentali della Costituzione, dell’organizzazione delle istituzioni pubbliche e del contesto socio-culturale italiano.
Il progetto si colloca in linea con i quadri politici esistenti a livello globale (obiettivi di sviluppo sostenibile, patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare) e regionale (quadro politico e piano d’azione sulla migrazione dell’Unione africana) e tiene conto delle consultazioni preliminari effettuate con le parti interessate nazionali durante la fase pilota. Il programma, quindi, contribuirà a migliorare la governance della migrazione dei lavoratori migranti coinvolgendo Istituzioni statali e non statali attive nella migrazione di manodopera, istituti di formazione e qualificazione, parti sociali, lavoratori e giovani interessati alla migrazione.