La giunta militare accusa Benin e Costa d’Avorio

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 13/07/2024

«Ospitano basi francesi per destabilizzare il Paese

Un governo di altri cinque anni, una politica protezionistica sulle risorse minerarie e un approccio diffidente ai Paesi della regione – Costa d’Avorio e Benin in testa – ritenuti ancora troppo in orbita francese: sono questi i punti principali dell’ultimo discorso pronunciato dal capitano Ibrahim Traoré, leader militare al potere in Burkina Faso dal colpo di Stato del 30 settembre 2022. “Non abbiamo nulla contro il popolo ivoriano. Ma abbiamo qualcosa contro chi governa la Costa d’Avorio. Lo diciamo e lo ripetiamo. Esiste infatti un centro operativo ad Abidjan per destabilizzare il nostro Paese”, ha dichiarato il capitano, che fra i Paesi da cui diffidare è tornato a citare anche il Benin. “Ci sono due basi francesi in Benin e ne abbiamo le prove”, ha detto, sostenendo si tratti di centri “per addestrare i terroristi”. In un comunicato stampa pubblicato sui social media, il portavoce del governo del Benin ha prontamente smentito le accuse del capitano Traoré, da lui definite una “nauseante disinformazione” che “alimenta il risentimento delle popolazioni e minaccia la coesistenza pacifica dei popoli”.

Il portavoce ha a sua volta sottolineato che la stragrande maggioranza degli attacchi sventati in Benin riguardano peraltro aggressori provenienti proprio dai confinanti Burkina Faso e Niger. È la prima volta che Traoré accusa esplicitamente la Costa d’Avorio, Paese ancora saldamente nell’orbita francese e ritenuto uno degli ultimi baluardi di democrazia nella regione, sebbene alterne vicende abbiano portato il presidente Alassane Ouattara ad essere fortemente criticato per una gestione personale del potere. L’indurimento dei toni della giunta di Ouagadougou sembra risentire del legame più solido stretto negli ultimi mesi con gli altri due Paesi del Sahel da giunte golpiste filo-russe, in particolare Mali e Niger, che dal settembre scorso sono ora riuniti nell’Alleanza del Sahel (Aes) e che lo scorso 6 luglio hanno formalmente annunciato la creazione di una confederazione che am-bisce a collaborare, oltre al settore della difesa, anche in ambito economico, sanitario e culturale.

Nel discorso tenuto ieri davanti al Palais des Sports di Ouagadougou, Traoré ha illustrato la sua visione di governo per i prossimi cinque anni, esplicitando la sua volontà di rimanere al potere in questo periodo. Il leader golpista ha inoltre annunciato che la prossima settimana sarà sottoposto al voto del Consiglio nazionale di transizione (l’organo legislativo della giunta) un disegno di legge volto a definire una nuova normativa che tuteli le risorse minerarie del Paese, oltre che il ritiro di numerosi permessi di estrazione di minerali da parte di multinazionali straniere – in particolare dell’oro – per rinazionalizzarle. Gli unici attori stranieri che saranno autorizzati ad ottenere permessi nel settore minerario, ha specificato Traoré, saranno quei “sinceri partner che accettano di sostenerci” nella lotta contro il terrorismo. “Solo a loro potremo concedere determinati permessi. Perché hanno accettato di sostenerci nella lotta per la nostra sovranità e nella lotta contro il terrorismo”, ha dichiarato.

A novembre scorso la giunta militare burkinabé ha avviato la costruzione di una raffineria d’oro, mentre a gennaio ha inaugurato con orgoglio il primo impianto del Paese per la lavorazione dei residui minerari (principalmente carbone fino, scorie, concentrati acidi e ceneri), sottolineando la volontà di avere maggior controllo sul loro trattamento e di non esportarli più. La fabbrica, costruita nella zona industriale di Kossodo alla periferia di Ouagadougou, è di proprietà di una società privata burkinabé, Golden Hand, di cui lo Stato controlla il 40 per cento. Nel suo discorso Traoré ha quindi rincarato la dose sui temi più sensibili, a partire da quello della sicurezza. “Non esiste alcuna alleanza possibile con i terroristi: o li combattiamo o loro ci combatteranno”, ha detto, certo che “indipendenza” e “libertà” possano venire solo “attraverso la lotta”. Traoré ha quindi esortato a continuare ad investire sulla sicurezza nazionale, finanziando le attività dell’esercito e contribuendo all’acquisto di attrezzature militari.

La giunta ha messo in atto da tempo un sistema di misure fiscali atto a finanziare le operazioni dell’esercito e dei Volontari della Patria (Vdp) contro il terrorismo, unità quest’ultima formata da ausiliari dell’esercito e privati cittadini per rafforzare le operazioni di difesa. Da luglio dello scorso anno sull’acquisto di servizi di telefonia è ad esempio applicata una tassa del 5 per cento, per gli abbonamenti a televisioni private un’imposta del 10 per cento, per la cessione di terreni o altre operazioni che necessitano dell’opera di un notaio un’aggiunta pari all’1 per cento del prezzo richiesto. Dall’aprile precedente altre tasse simili erano state imposte ai cittadini del Paese nel caso di acquisto di tabacco, bibite ed alcolici. Lo scorso anno, inoltre, la giunta militare aveva modificato il codice minerario del Paese in modo che parte delle somme del Fondo minerario per lo sviluppo locale potessero essere riversate nel Fondo di sostegno patriottico. E’ vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.