Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 09/10/2024
Proseguono i bombardamenti e le operazioni di terra delle Forze di difesa d’Israele (Idf) in tutto il Libano, mentre l’allerta nelle basi italiane della Forza di interposizione delle Nazioni Unite nel sud del Paese (Unifil) raggiunge il massimo livello. Gli scontri tra il movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah e i militari israeliani sono sempre più vicini alle postazioni dei caschi blu. Fonti militari italiane riferiscono che da giorni, in base alla gravità della minaccia, i peacekeeper sono costretti a indossare elmetti e giubbotti protettivi e, in alcuni casi, a rifugiarsi nei bunker. Hezbollah ha dichiarato di aver “respinto” le forze israeliane che si erano “infiltrate” vicino a una postazione Unifil, mentre fonti dell’emittente panaraba satellitare di proprietà saudita “Al Arabiya” riportano che la missione Unifil avrebbe rifiutato una richiesta di evacuazione avanzata da Israele.
Intanto, fotografie satellitari, visionate dall’emittente panaraba satellitare di proprietà qatariota “Al Jazeera”, hanno mostrato decine di veicoli militari israeliani posizionati nei pressi della base Unifil a Maroun al Ras, nel sud del Libano, a circa 20 chilometri dal confine con Israele. La presenza israeliana vicino alle postazioni della missione Onu ha innalzato le preoccupazioni al livello internazionale. Non a caso, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito la richiesta italiana di garantire la sicurezza del contingente Unifil, dopo un colloquio con l’omologo israeliano, Israel Katz, che ha rassicurato l’Italia a riguardo. Attualmente, l’Italia ha previsto uno schieramento massimo di 1.256 militari, 374 veicoli terrestri e sei mezzi aerei nell’ambito della missione Unifil, con il contingente nazionale che opera sotto la denominazione “Leonte” (il nome in italiano del fiume “Litani).
Lunedì sera, le Idf hanno schierato nel sud del Libano una quarta divisione per l’offensiva via terra contro Hezbollah. Secondo quanto riferito dalle stesse Idf, la 146ma Divisione di riservisti ha iniziato le operazioni nel settore occidentale del Libano meridionale, unendosi così alle tre divisioni presenti, la 98ma, la 36ma e la 91ma, già operative nel settore centrale e in quello orientale dell’area meridionale del Paese. Il numero totale dei militari israeliani dispiegati in Libano supera i 15 mila, secondo quanto riportato dal quotidiano “The Times of Israel”. A Maroun al Ras, la Brigata Golani delle Forze di difesa d’Israele ha preso il controllo operativo di un edificio militare di Hezbollah.
Secondo quanto affermato dalle stesse Idf in una nota su Telegram, “il complesso di Hezbollah comprendeva un edificio residenziale e un uliveto, dove è stato trovato un lanciatore carico e pronto a sparare contro le comunità del nord di Israele. Inoltre, sono state identificate infrastrutture sotterranee, nascondigli di terroristi, alloggi e aree di sosta utilizzate dai terroristi di Hezbollah”. All’interno dell’edificio – prosegue la nota – “sono state individuate e distrutte un’area di sosta e una scorta di armi, tra cui pistole, reti mimetiche, giubbotti militari e missili anticarro, oltre a lanciatori nascosti in cucina”. Sempre a Maroun al Ras, in base a quanto riferito dal quotidiano libanese francofono “L’Orient Le Jour”, una bandiera israeliana è stata issata sopra una villa.
La 98ma Divisione delle Forze di difesa d’Israele ha dichiarato di aver ucciso oltre 200 membri di Hezbollah in una settimana di operazioni di terra nel sud del Libano, lanciate il primo ottobre scorso. Secondo quanto riferito in una nota delle Idf, la 98ma Divisione ha demolito diversi tunnel e localizzato centinaia di armi attribuite a Hezbollah nei villaggi vicini al confine israelo-libanese. Inoltre, la divisione avrebbe utilizzato più di 100 tonnellate di esplosivo per demolire questi siti. Secondo la 98ma Divisione delle Idf – operativa nella Striscia di Gaza per diversi mesi -, Hezbollah è un “nemico diverso” e molto più organizzato rispetto al movimento islamista palestinese Hamas, ma “non necessariamente più forte”. Inoltre, il gruppo libanese opererebbe soprattutto in superficie e non nei tunnel come il movimento al potere a Gaza, utilizzando “armi più avanzate e fortificazioni migliori”.
Tuttavia, la divisione ha affermato di essere in vantaggio rispetto a Hezbollah. Finora, nel corso della prima settimana di operazioni di terra in Libano, sono morti nove militari delle Idf. In base ai dati diffusi dal ministero della Sanità libanese, almeno 2.083 persone sono morte e quasi 10 mila sono rimaste ferite dal 23 settembre, quando si sono intensificati gli scontri tra le forze di Israele e imiliziani di Hezbollah in Libano. Nel frattempo, Hezbollah continua a lanciare raffiche di razzi dal Libano contro Israele, molti dei quali vengono intercettati dalle difese aeree israeliane e altri cadono in aree aperte. Tuttavia, sono stati segnalati alcuni danni materiali e una donna di 70 anni è rimasta ferita oggi da alcune schegge.
Secondo quanto affermato oggi in un discorso televisivo da Naim Qassem, vice segretario di Hezbollah, a un anno dall’inizio degli scontri tra Hezbollah e le Forze di difesa di Israele, le capacità del “Partito di Dio” sono “intatte” e i combattenti del gruppo sostenuto dall’Iran “stanno respingendo” le incursioni terrestri israeliane. L’invasione di terra del Libano da parte delle Idf è iniziata una settimana fa e l’esercito dello Stato ebraico “non ha fatto alcun passo avanti” perché è stato “stordito dal proprio fallimento di fronte alla resistenza”, ha aggiunto Qassem. “È ormai chiaro che attaccare il Libano faceva parte degli obiettivi di Israele fin dall’inizio”, ha affermato Qassem.
“Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali vogliono fare pressione su di noi per spaventarci, ma noi non abbiamo paura”, ha aggiunto il numero due del movimento libanese, ribadendo l’accusa per la presunta “complicità” di Washington con i “crimini” israeliani. Qassem ha poi espresso “piena fiducia” verso la leadership del presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, e verso i suoi sforzi per raggiungere il cessate il fuoco. Va ricordato che Berri è il leader del partito sciita Amal, alleato di Hezbollah. “Nessuna discussione è importante prima di un cessate il fuoco”, ha aggiunto Qassem, ribadendo tuttavia che Hezbollah non “supplicherà” per una soluzione e che la “resistenza” continuerà a battersi.
Durante una visita al Comando settentrionale delle Idf, il ministro della Difesa d’Israele, Yoav Gallant, ha dichiarato che Hashem Safieddine, ritenuto il successore di Hassan Nasrallah, il defunto segretario generale di Hezbollah, “è stato probabilmente ucciso”. “Hezbollah è un’organizzazione senza un leader. Nasrallah è stato eliminato, e probabilmente anche il suo sostituto. Questo ha conseguenze su tutto ciò che accade. Non c’è nessuno che prenda decisioni, nessuno che agisca”, ha affermato Gallant. “Le azioni che stiamo intraprendendo vengono osservate in tutto il Medio Oriente. Quando il fumo in Libano si sarà diradato, in Iran si renderanno conto di aver perso la risorsa più preziosa, ovvero Hezbollah”, ha aggiunto il ministro israeliano.
Secondo il quotidiano “New York Times”, Safieddine sarebbe stato il bersaglio di una serie di attacchi israeliani che hanno colpito la periferia meridionale della capitale libanese Beirut nella notte tra giovedì 3 e venerdì 4 ottobre. Safieddine, 60 anni, ha guidato Hezbollah insieme al vice segretario generale Qassem sin dall’assassinio di Nasrallah lo scorso 27 settembre. Era previsto che venisse formalmente eletto come nuovo segretario generale, anche se non era ancora stato fatto alcun annuncio ufficiale al riguardo. Nella sua dichiarazione televisiva di oggi, Qassem ha affermato che il “Partito di Dio” eleggerà un nuovo segretario generale e lo annuncerà una volta conclusa l’elezione.