LIBANO: L’UE LANCIA UN PONTE AEREO PER GLI AIUTI UMANITARI

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 10/10/2024

Proseguono senza sosta gli scontri tra le forze di Israele e il movimento sciita filo-iraniano Hezbollah. L’operazione di terra avviata nel sud del Libano dai militari dello Stato ebraico ormai circa dieci giorni fa ha riportato in primo piano i timori di un allargamento del conflitto nella regione del Medio Oriente, a un anno di distanza dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza. L’escalation ha dato il via all’esodo di migliaia di persone dal Paese dei cedri, soprattutto verso la Siria. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), più di 240 mila persone hanno oltrepassato nelle ultime settimane il confine libanese-siriano. A fronte della crescente crisi umanitaria tra la popolazione del Libano, l’Unione europea ha annunciato il lancio di un ponte aereo umanitario.

L’operazione, ha fatto sapere la Commissione Ue in una nota, consiste in tre voli da Dubai e Brindisi, il primo dei quali raggiungerà Beirut l’11 ottobre. I voli trasporteranno scorte di proprietà dell’Ue, tra cui articoli per l’igiene, coperte e kit per rifugi di emergenza. L’iniziativa si aggiunge ai circa 104 milioni di euro di aiuti umanitari già stanziati quest’anno dall’Ue per il Libano. In merito alla situazione sul campo, le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno riferito di aver condotto nella notte una serie di “attacchi mirati” contro un deposito di armi e un quartier generale dell’intelligence di Hezbollah nell’area di Dahieh, sobborgo musulmano a maggioranza sciita nel sud di Beirut, considerata una “roccaforte chiave” dei miliziani libanesi filo-iraniani. Secondo le Idf, Hezbollah “ha deliberatamente posto i suoi depositi di armi sotto edifici residenziali, scuole, moschee e università, mettendo in pericolo la popolazione civile della zona”. Nelle ore precedenti, l’Aeronautica militare israeliana aveva condotto un attacco, sulla base di informazioni fornite dall’intelligence, contro strutture di stoccaggio dei droni in superficie e sotto terra, nonché contro lanciatori pronti all’uso”.

Oggi, il movimento sciita filo-iraniano ha invece reso noto di aver respinto all’alba “un nuovo tentativo di infiltrazione” di militari israeliani a Labouneh, vicino a Naqoura, nel distretto di Tiro, nell’area meridionale del Libano. In precedenza, già un’altra incursione era stata respinta nei pressi di Blida, sempre nel sud del Paese, stando a quanto riferito da Hezbollah. Proprio nella giornata di ieri le forze di Israele avevano annunciato di aver esteso l’offensiva terrestre fino alla zona occidentale del Libano meridionale, inviando sul posto un’altra divisione, parallelamente ad altre tre già presenti nel sud. Nel corso degli scontri delle ultime ore nell’area meridionale del Libano, tre militari israeliani sono rimasti gravemente feriti, mentre sarebbero almeno nove quelli morti dall’inizio dell’of fensiva via terra, stando ai numeri delle Idf. Due civili israeliani hanno invece perso la vita a Kiryat Shmona, nel nord di Israele, a seguito di una raffica di circa 20 razzi rivendicata da Hezbollah. Secondo il quotidiano “Times of Israel”, gli impatti al suolo dei razzi o dei loro frammenti hanno provocato incendi in diverse zone della città. I due civili sarebbero stati colpiti da alcune schegge e sarebbero morti sul colpo mentre portavano a spasso i propri cani. Dopo l’at tacco, il portavoce del comune di Kiryat Shmona ha spiegato che le autorità hanno chiesto ai cittadini di evacuare.

“Ci sono ancora 2 mila persone a Kiryat Shmona, 2 mila persone di troppo – ha affermato – chiediamo loro di lasciare la città”. In precedenza, altri 40 razzi erano stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele, in particolare contro l’area di Haifa, provocando il ferimento di circa cinque persone. Un’altra raffica di 90 razzi verso l’Alta Galilea è stata poi lanciata nelle ore successive, stando a quanto reso noto dalle Idf, secondo cui sono stati segnalati alcuni impatti nei pressi della città di Safed, causando danni. In Libano, dall’inizio degli attacchi di Israele nell’ottobre 2023, sono morte almeno 2.141 persone – tra miliziani di Hezbollah e civili – mentre altre 10.099 sono rimaste ferite. Circa 1.500, secondo il ministero della Sanità libanese, sono state tuttavia uccise dalle forze israeliane a seguito dell’avvio delle operazioni di terra nel sud. Oggi il primo ministro libanese Najib Miqati, citato dall’agenzia di stampa “Nna”, ha ricordato l’importanza di proseguire gli sforzi diplomatici per porre fine alle ostilità. “L’impegno arabo e internazionale per porre fine all’aggressione israeliana contro il Libano continua, ma si scontra con l’intransigenza di Israele”, ha osservato Miqati.

“Alcuni potrebbero pensare che gli sforzi diplomatici siano cessati e che ci sia un’approvazione implicita per Israele a continuare la sua aggressione, ma questa impressione non è corretta”, ha aggiunto il premier libanese. “Stiamo portando avanti i contatti necessari. Sia i paesi arabi che stranieri stanno facendo pressione per un cessate il fuoco temporaneo per discutere le misure essenziali, prima fra tutte la piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha spiegato Miqati. Il comandante del Comando settentrionale delle Forze di difesa d’Israele (Idf), maggiore generale Ori Gordin, ha tuttavia confermato l’intenzione di proseguire le operazioni in Libano fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. “L’operazione di terra contro Hezbollah consentirà il ritorno degli sfollati israeliani alle loro case nel nord”, ha detto Gordin ai militari della 188ma Brigata corazzata delle Idf, come riportato da “Times of Israel”. “La via del ritorno a casa per i residenti del nord passa attraverso la rimozione di questa minaccia diretta e concreta per le comunità settentrionali”, ha sottolineato il comandante israeliano.