Pubblicato da Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 31/10/2023
Venti di guerra aleggiano anche in Libia, dove almeno sei persone sono morte e altri dodici sono rimaste ferite negli scontri armati scoppiati domenica nella città di Garian, circa 80 chilometri a sud della capitale della Libia, Tripoli. Lo ha appreso ieri mattina “Agenzia Nova” da fonti di sicurezza libiche.
Le violenze sono esplose quando una milizia pesantemente armata ha cercato di rientrare in città provenendo dalla Libia orientale, dopo essere fuggita nel 2019 all’epoca della fallita offensiva tentata dall’Esercito nazionale libico (Enl) del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, contro l’allora Governo di accordo nazionale (Gna) del premier Fayez al Sarraj, al potere a Tripoli. Durante la frettolosa ritirata delle forze dell’Enl nel 2019, nel quartier generale delle milizie haftariane a Garian vennero ritrovati dei missili terra-aria Javelin forniti dalla Francia.
Almeno sei persone sono morte
e altre dodici sono rimaste ferite
durante le violenze esplose nella città di Garian
Curiosamente, gli scontri sono scoppiati proprio mentre l’inviato della presidenza della Repubblica francese, Paul Soler, si trova in missione nel Paese per colloqui con i principali leader politici e militari del Paese, incluso il “feldmaresciallo” Haftar. Le violenze a Garian sono esplose dopo che Adel Daab, importante leader militare originario della città nord-occidentale, ha cercato di rientrare in città alla guida di un’ingente forza armata, dopo gli anni trascorsi nell’est della Libia tra le fila di Haftar.
Vale la pena ricordare che la Libia è divisa in amministrazioni politiche rivali basate a Tripoli e a Bengasi. Il parlamento dell’est non riconosce il governo con sede a Tripoli, ritenuto invece legittimo delle Nazioni Unite e al quale fanno riferimento gli ambasciatori stranieri. L’intento era quello di entrare pacificamente in coordinamento con altre milizie alleate all’interno della città. Le cose sono andate diversamente perché altre forze di Garian fedeli al Governo di unità nazionale (Gun) di Tripoli si sono opposte ed è scoppiato un violento conflitto.
Secondo le fonti di “Nova”, i miliziani di Daab si sono ritirati e sono usciti dalla città dopo mezzanotte. Intanto, tutte le istituzioni educative di Garian sono state chiuse a causa degli scontri armati “per preservare la sicurezza degli studenti e degli insegnanti”, ha detto il responsabile delle istituzioni scolastiche locali, Mohamed el Montaser, secondo quanto riferisce il quotidiano libico “Al Wasat”. Gli scontri armati tra milizie rivali in Libia sono frequenti, ma l’attacco di domenica non va sottovalutato.
Non a caso il presidente del Consiglio presidenziale libico e comandante supremo delle Forze armate della Libia occidentale, Mohamed Menfi, ha presieduto una riunione del Consiglio per la difesa e la sicurezza, alla presenza del primo ministro e ministro della Difesa del Gun, Abdulhamid al Dabaiba, del capo di Stato maggiore dell’Esercito libico, Muhammad Haddad, del capo del Servizio di intelligence generale, Hussein al Ayeb. “Il Consiglio ha sottolineato la necessità di monitorare la situazione nella regione occidentale del Paese, in particolare nella città di Garian, e di rafforzare i meccanismi di coordinamento tra le diverse agenzie di sicurezza al fine di preservare la stabilità della Libia e l’incolumità dei cittadini”, riferisce un comunicato stampa.