LIBIA, SCONTRO SULLA BANCA CENTRALE

Pubblicato da – Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia – 28/08/2024

L’Onu avverte sul rischio di un collasso economico del Paese. Chiesta una riunione d’emergenza

Una crisi sta circondando la Banca centrale della Libia dopo la decisione unilaterale del Consiglio presidenziale (organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato e di comandante supremo delle Forze armate) di sostituire il governatore Al Siddiq al Kabir e ristrutturare il consiglio di amministrazione. Questa ennesima crisi ha portato la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) a chiedere una riunione di emergenza tra tutte le parti coinvolte per preservare la stabilità economica e finanziaria del Paese. In un comunicato stampa, la Missione ha sottolineato che “continuare con azioni unilaterali avrà un costo elevato per il popolo libico”, con il rischio di far “precipitare il Paese in un collasso finanziario ed economico”. Lo scorso 13 agosto, la Camera dei rappresentanti libica, foro legislativo con sede nell’est, aveva dichiarato “scaduti” i mandati del premier del Governo di unità nazionale (Gun, con sede a Tripoli), Abdulhamid Dabaiba, e del presidente del Consiglio presidenziale, Mohamed Menfi. In seguito, il 18 agosto, il Consiglio presidenziale libico ha nominato Muhammad Abdel Salam Shukri nuovo governatore della Banca centrale, in sostituzione di Al Kabir. Tuttavia, sia la Camera dei rappresentanti che l’Alto consiglio di Stato (il “Senato”libico con sede a Tripoli) hanno respinto la decisione del Consiglio presidenziale.

Lunedì, il consiglio di amministrazione della Banca centrale libica – nominato in modo unilaterale dal Consiglio presidenziale – ha annunciato il completamento del processo di piena assunzione delle funzioni di gestione dell’organismo. In un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook della Banca centrale, il consiglio di amministrazione ha affermato il suo impegno a prendere tutte le misure necessarie per garantire una transizione graduale, superando gli ostacoli derivanti dalla precedente amministrazione. “Siamo pienamente consapevoli delle grandi responsabilità che gravano sulle nostre spalle in questa fase critica della storia del nostro Paese e ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze per salvare l’economia statale, garantire benefici ai cittadini libici e contribuire ad affrontare gli effetti delle crisi”, si legge nella nota. Tuttavia, si tratta di un’azione unilaterale non riconosciuta completamente a livello nazionale né internazionale. Non c’è stato alcun commento né da parte del governo di Tripoli né dalla National Oil Corporation (Noc), l’ente petrolifero statale libico.

Ieri, Aguila Saleh, presidente della Camera dei rappresentanti, ha confermato lo stato di forza maggiore su tutti i giacimenti petroliferi – annunciato l’altro ieri dal Governo di stabilità nazionale della Libia (Gsn, con sede nell’est) – fino al ritorno di Al Kabir alla carica di governatore della Banca centrale. In una nota, il governo libico orientale ha affermato di aver “seguito con grande attenzione i ripetuti attacchi ai dirigenti, ai dipendenti e all’amministrazione della Banca centrale libica da parte di gruppi al di fuori della legge, incitati e assistiti dal Consiglio presidenziale che si spaccia per tale”. Secondo quanto riferito dal quotidiano libico “Al Wasat”, il direttore dell’ufficio del governatore della Banca centrale della Libia, Rasem Najjar, e tre impiegati sono stati rapiti da uomini armati non identificati. “Questi attacchi e i tentativi di entrare con la forza nella sede della Banca hanno provocato la sospensione e l’ostruzione delle transazioni finanziarie dello Stato nella loro interezza e hanno portato danni ai cittadini in generale”, ha dichiarato il Gsn, aggiungendo che attacchi di questo tipo “rischiano di esporre l’economia nazionale a un rapido collasso”.

La Missione di sostegno dell’Onu in Libia ha esortato la revoca immediata dello stato di forza maggiore sui giacimenti petroliferi, oltre ad aver chiesto l’astensione dall’utilizzare la principale fonte di reddito del Paese per fini politici e dall’uso della forza per raggiungere obiettivi politici o interessi di fazione, lo stop a qualsiasi escalation e la garanzia di sicurezza dei dipendenti dell’istituto finanziario, nonché la loro protezione da minacce e arresti arbitrari.

Da parte sua, il comandante in capo dell’Esercito nazionale libico (Enl), generale Khalifa Haftar, ha sottolineato l’importanza di proteggere la Banca centrale della Libia e la necessità di rispettare le autorità legittime e costituzionali interessate alle posizioni sovrane. Durante un incontro con l’inviata delle Nazioni Unite a capo dell’Unsmil, Stephanie Khoury, il generale Haftar ha accusato il Consiglio presidenziale di aver creato una grave crisi nel Paese e di non avere il diritto di nominare i responsabili di posizioni sovrane. Inoltre, Haftar ha espresso il suo rifiuto delle misure adottate da “parti politiche illegittime”, ritenendole responsabili delle crisi subite dal popolo libico. Stando a quanto riportato dal Governo di unità nazionale libico su Facebook, il premier Dabaiba ha sottolineato la necessità di evitare che i giacimenti petroliferi “vengano chiusi con pretesti inconsistenti”. Dabaiba ha evidenziato l’importanza di “ritenere responsabili coloro che commettono tali atti vergognosi e deferirli alle autorità competenti”. Durante un incontro con il ministro del Petrolio del Gun, Khalifa Abdel Sadiq, il primo ministro di Tripoli ha sottolineato la necessità di “dare seguito all’attuazione del piano approvato per aumentare la produttività nel settore del petrolio e del gas”. L’obiettivo primario dell’ente statale Noc è quello di aumentare la produzione petrolifera a 2 milioni di barili al giorno entro la fine del 2025.